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Recensione: "L'esecutore"

Creato il 02 dicembre 2013 da Ilary
Titolo: L'esecutore Titolo originale: Paganinikontraktet Autore: Lars Kepler Editore: TEA Collana: I grandi della TEA Pagine: 573 Prezzo: 13,00 € cartaceo
Trama Si chiama Joona Linna ed è di origini finlandesi, ma da anni ormai Stoccolma è la sua casa. Ma Joona Linna non è mai stato in quell'appartamento elegante e lussuoso, da cui proviene una musica struggente e rarefatta. Un brano di violino suonato da un esecutore impareggiabile. Joona Linna non è mai stato nel salottino dell'appartamento: è l'unica stanza totalmente spoglia, priva di arredamento, senza soprammobili, insolitamente vuota. A parte il corpo. L'uomo è come sospeso a pochi centimetri dal pavimento e sembra ondeggiare nell'aria seguendo il placido suono del violino, mescolato al ronzio indolente delle mosche. Aveva ragione il collega che l'ha chiamato sulla scena del delitto: c'è qualcosa di inspiegabile. Omicidio o suicidio? Da ispettore della squadra omicidi di Stoccolma, Joona Linna sa che le apparenze sono soltanto il velo ingannatore dietro cui si nascondono i crimini. E i crimini nascono da una cosa sola: i desideri.

Recensione
Dopo il primo, non particolarmente esaltante incontro con Lars Kepler (che è in realtà è uno pseudonimo che nasconde una coppia di scrittori), ovvero la lettura de L'ipnotista, romanzo sul quale avevo grandi aspettative e che invece mi ha abbastanza delusa, ho deciso di provarci di nuovo e ho letto il secondo romanzo di Kepler, cioè L'esecutore. Prima di tutto vi devo dire che la trama, così com'è stata scritta, è un po' fuorviante, perchè in realtà è più complessa e il ritrovamento di quest'uomo impiccato è solo uno dei due rami della storia. Eh sì, perchè la trama si compone di più storie intrecciate tra di loro, con due sottotrame principali che, come spesso accade nei romanzi e in particolare nei thriller, sembrano, in un primo tempo, non avere assolutamente niente a che fare l'una con l'altra, mentre invece, sono collegate tra loro. In questo romanzo troviamo infatti la vicenda di Carl Palmcrona, direttore generale dell’Autorità per il controllo dei prodotti strategici (detto più semplicemente, colui che decide sull'esportazione delle armi dalla Svezia) che viene trovato impiccato nella sua casa, ma da subito sembra un suicidio davvero strano, dato che l'uomo era vestito di tutto punto come se stesse per uscire e quindi, all'apparenza, non avesse nessuna intenzione di uccidersi. Contemporaneamente si sviluppa l'altra trama, ovvero quella che vede il ritrovamento di Viola Fernandez, una giovane donna morta in un modo quasi inspiegabile, visto che è stata trovata affogata a bordo di una barca abbandonata, e la ricerca di due persone scomparse, la sorella di Viola, Penelope, un'attivista pacifista, e Björn, il fidanzato di quest'ultima. Penelope e Björn stanno fuggendo da un esecutore, un killer assoldato appositamente per ucciderli... ma perchè? Sarà Joona Linna, ispettore di origini finlandesi, ad occuparsi di entrambi i casi, e grazie alla sua tenacia e al suo intuito, riuscirà a districare le intricate vicende e a scoprire che sono collegate l'una all'altra più di quanto si potesse sospettare, e che a tirare le fila di tutto è un potente e imprendibile trafficante di armi italiano... Dunque, dunque, questa volta Kepler è riuscito ad appassionarmi maggiormente alla lettura del suo secondo romanzo, anche se comunque ancora non mi sento di dire "sì, è proprio un gran bel libro", ma siamo sulla strada giusta. Mentre L'ipnotista era un thriller a sfondo psicologico, qui invece, visto l'argomento, cioè il traffico internazionale di armi, siamo più sul versante del thriller "politico", e anche se la vicenda è totalmente inventata, tanto che si potrebbe parlare di fanta-politica, gli autori,  alla fine del romanzo, colgono l'occasione per fare una sorta di denuncia sociale che riguarda proprio i paesi che sono i maggiori produttori ed esportatori di armi del mondo, tra i quali troviamo purtroppo anche l'Italia. Non per niente il "cattivo" della situazione è un trafficante italiano, Raphael Guidi, uomo ricco e spietato, con una tale passione o ossessione per Paganini da far firmare ai malcapitati che si trovano ad aver a che fare con lui un contratto da incubo che prende proprio il nome di "contratto di Paganini". Raphael Guidi è lo stereotipo del mafioso italiano ammanicato con i potenti, tanto che viene perfino citato Berlusconi come una delle conoscenze altolocate di Guidi e lo mostrano mentre parla con lui in una situazione che ricorda le famigerate serate del politico italiano. Insomma, purtroppo come al solito l'Italia non ci fa una bella figura, e gli italiani passano per quello che non sono. A parte questo, L'esecutore nel complesso non è un libro malvagio, sicuramente è migliore de L'ipnotista, e diciamo che ormai ci sto facendo l'abitudine allo stile di Kepler, cioè una scrittura al presente con narratore onnisciente che in genere non amo e che, in particolare nei romanzi di questi autori, trovo molto fredda e distaccata, poco coinvolgente. Ma sapevo già a cosa andavo incontro e quindi non mi lamento più di tanto. Ho apprezzato maggiormente anche il personaggio di Joona Linna che, a differenza del libro precedente, in questo è il protagonista principale; Joona Linna incarna un po' il genere di poliziotto che va molto di moda al momento, quello testardo, che fa di testa sua e non obbedisce ai suoi superiori andando anche incontro a delle sanzioni, quello sagace e intuitivo, vagamente ironico e, dulcis in fundo, ha anche lui il solito passato doloroso. Alla fine di questo romanzo, dopo che tutti i nodi sono stati risolti, prende l'avvio una nuova trama che riguarda personalmente Joona Linna e vi anticipo già che questo filone è presente anche nel terzo libro di Kepler che, presa dalla curiosità ho letto subito dopo questo... ma ne riparleremo. Joona sta iniziando a piacermi, sì, lo reputo un personaggio interessante anche se ho trovato esagerata una scena che lo vede protagonista nel finale, nella quale Kepler si è fatto prendere la mano e l'ha praticamente trasformato in un super-eroe... insomma, eh, quella scena è un po' assurda e inverosimile. Così come un po' forzate sono state altre trovate scaturite dalla penna di questa coppia di scrittori: una su tutte ad esempio è quella di un personaggio, violinista, che sa individuare una sinfonia (o sonata, o quello che è, non mi ricordo) solo guardando la disposizione delle mani dei violinisti in una foto. Non so, mi sembra francamente impossibile che si possa fare una cosa del genere, ma mai dire mai. Ma in generale ho notato che i personaggi di Kepler tendono ad essere sempre molto singolari e ad avere dei comportamenti che definire bizzarri è poco. Tirando le somme, posso dirmi abbastanza soddisfatta dalla lettura de L'esecutore che è un romanzo scorrevole con capitoli brevi che spesso lasciano con il fiato sospeso anche perchè si alternano i punti di vista dei vari personaggi e non sempre dopo un capitolo con un determinato personaggio ne segue subito un altro con lo stesso, cosa che in un certo senso obbliga ad andare avanti per sapere cosa è successo. Ho trovato più appassionante la prima metà rispetto alla seconda, che invece non mi ha particolarmente coinvolta e dà come l'impressione di trascinarsi troppo per le lunghe. In generale non ci sono grandi colpi di scena, o rivelazioni inaspettate e a volte è prevedibile, ma è un libro che riesce ad essere comunque abbastanza appassionante. Consigliato a chi ama i thriller nordici o i romanzi a sfondo politico.
Il mio voto:
P.S. non fate caso alla copertina che è quella dell'edizione Longanesi e non la TEA come ho scritto nei dati del libro, ma non sono riuscita a trovare una cover dell'edizione TEA decente :D

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