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Recensione: L'età dei miracoli - Karen Thompson Walker

Creato il 14 agosto 2012 da Leo Sanguedinchiostro @sdinchiostro
Recensione: L'età dei miracoli - Karen Thompson WalkerTitolo: L'età dei miracoliAutrice: Karen Thompson WalkerPrezzo: 18.50€Dati: 2012,250p.,rilegatoEditore: Mondadori (Collana Narrativa Straniera e Italiana)Disponibile dal: 28 Agosto 2012Trama:
Recensione: L'età dei miracoli - Karen Thompson Walker“Il 6 ottobre, gli esperti comunicarono ufficialmente la notizia. Dissero che c’era stato un certo cambiamento, un rallentamento. Da quel momento lo abbiamo chiamato proprio così: il rallentamento.”
Julia ha dodici anni quando la terra inizia a rallentare la sua rotazione, prima di sei minuti, poi dodici, poi ventiquattro, fino a quando il giorno si allunga oltre le cinquanta ore, la gravità si indebolisce, gli uccelli smettono di volare, gli astronauti si allontanano dalla terra, compare una nuova malattia chiamata “sindrome da rallentamento”... La terra inizia a cambiare e Julia con lei. E mentre il mondo impaurito si divide tra coloro che continuano a seguire le ventiquattro ore e quelli che si regolano con la luce del sole, Julia cerca di trovare il proprio posto nonostante tutto: nonostante la migliore amica che decide di non vederla più, nonostante le crepe nel matrimonio dei suoi genitori e le paranoie del nonno stravagante, e poi ancora la solitudine, l’adolescenza con tutti i suoi turbamenti, quell’ “età dei miracoli” piena di paura ed eccitazione, e un ragazzo di cui innamorarsi davvero... Intanto il rallentamento, inesorabile, continua.

L'autrice:

Karen Thompson Walker è nata a San Diego in California, dove l' Età dei Miracoli è ambientato. Ha studiato all' Università di Los Angeles per poi lavorare come giornalista a San Diego e New York. L' Età dei Miracoli è stato scritto di mattina, spesso in metropolitana, prima di recarsi al lavoro. Attualmente vive a Brooklyn con il marito.

Recensione:

Vi avevo già parlato de L'età dei miracoli poco tempo fa promettendovi al più presto una recensione in anteprima sulla data di pubblicazione del romanzo, che arriverà in libreria solo entro il 28 Agosto. Quindi eccomi qui, a lettura conclusa, per parlarvi di un'altra sorprendente scoperta letteraria della stagione estiva, ma, un po' perché fa caldo e un p' perché non credo ci siano troppe parole da spendere, spero di farlo nella maniera più breve possibile. L'età dei miracoli si presentava come l'ennesima romanzo distopico arrivato qui in Italia grazie al recente riscoperta di questo genere letterario, ma è bastata una breve analisi dei commenti d'oltreoceano per capire che non si trattava solo dell'ennesima distopia. 

Data la mia ovvia predilezione per il fantasy non si direbbe, ma mi piacciono le storie che parlano di gente normale e di eventi normali. Mi piace quando le persone mi raccontano un fatto quotidiano o qualcosa del loro passato, della loro infanzia o, come in questo caso, della loro adolescenza. Ed è proprio questo l'intento di questo libro. Le parole della Walker ci descrivono l'adolescenza, anzi, un'adolescenza, quella di Julia, una semplice ragazzina undicenne nel fiore di quella che è l'età dei cambiamenti, l'età dei miracoli


Eravamo della scuola media, l'età dei miracoli,quando i ragazzi crescono di botto di dieci centimetri durante l'estate, i seni sbocciano dal nulla e le voci si abbassano e scendono in picchiata.
Ma allora dov'è la parte distopica?La distopia, che emerge già dalla prima pagina del romanzo, prende spunto da un racconto di Ray Bradbury, Tutta l'estate in un giorno, e rappresenta una realtà indesiderabile, purtroppo, molto più concreta e tangibile rispetto a quella di altri romanzi come 1984 o Hunger Games. Ci viene infatti raccontato che, in un giorno come tanti altri, all'umanità viene comunicato per la prima volta dai mass-media che il movimento del nostro pianeta attorno all'asse terrestre è rallentato. Un cambiamento, inizialmente impercettibile, che andrà ad aggravarsi e l'umanità si ritroverà a convivere con un sole che impiegherà sempre più tempo a tramontare e notti senza fine. La situazione andrà degenerando e l'autrice ci offre brevi ma efficaci e significativi spaccati del modo di reagire della società dinanzi ad una catastrofe tanto inaspettata.
Scappavano in tutte le direzioni, come animali colti di sorpresa da un lampo di luce.Ma ovviamente non esisteva nessun luogo sulla terra dove rifugiarsi.
La vita è sconvolta. Vi sono momenti di panico, euforia e comune delirio, ma,  per la maggior parte del tempo, vi è la ricerca della normalità perduta, un estrema lotta per la sopravvivenza. Ed è proprio questo il punto, è qui che sta tutto il senso del romanzo.Julia non è un'eroina, non è una ragazza destinata a salvare l'umanità. Julia vive questo nuovo mondo dal suo microcosmo in mutamento. La Walker restringe la focalizzazione e ci porta, con un ottimo stile sussurrato e parole soffici e intime, nella vita di questa comune undicenne che, come tutto attorno a lei, sta attraversando un periodo di novità e cambiamenti. L'autrice non vuole illustrarci cosa accadrebbe se la Terra rallentasse il suo movimento. Non è suo interesse mostrarci cosa le parti politiche farebbero in una simile situazione. Non è questo lo scopo. La Walker usa una brillante metafora per parlare del difficile abbandono dell'infanzia e del passaggio all'età adulta. E come in ogni passaggio difficile, non tutto sopravvive. 
Le balene si spiaggiano sulla costa californiana e la sua migliore amica Hanna diventa all'improvviso poco più che una sconosciuta, l'erba scompare dai prati e vi è una degradazione della figura genitoriale, il sole impiega sempre più tempo per arrivare al crepuscolo, e Julia deve affrontare la scelta del primo reggiseno. Le vecchie azioni di ogni giorno si perdono e diventano ricordi di tempi passati, le relazioni cambiano e, come l'intera società tenta di sopravvivere al dilungarsi delle giornate, così Julia dovrà orientarsi e trovare il suo posto in questo nuovo mondo.Un forte punto negativo, causato probabilmente dalla narrazione in prima persona, sta però nei personaggi che ruotano attorno alla protagonista un'analisi psicologica decisamente troppo superficiale ed è un peccato perché ho visto nell'autrice un tentativo di conferirgli dello spessore, senza però riuscirci, anzi, gettandoli addosso caratteristiche decisamente stereotipate. Un esempio: non ho provato assolutamente nulla per il personaggio di Seth Moreno eccetto tanta indifferenza.
Al contrario è molto semplice entrare in empatia con Julia e riconoscere in lei i turbamenti, le paure e l'eccitazione della nostra età dei miracoli. In questo romanzo non c'è azione, non c'è adrenalina o avventura, non ci sono particolari colpi di scena o situazioni ricche di pathos, il tutto è basato su uno scorrere di eventi più o meno ordinari, toccanti, semplici ma d'effetto. Mi è piaciuto poter curiosare nella vita di questa timida ragazzina della California e, in particolare, mi sono sentito parecchio vicino al suo senso di inadeguatezza ed estraneità, tanto quanto mi ha fatto storcere il naso la sua relazione con Seth, molto tenera inizialmente, ma troppo condita di drammi alla "Piangi! Devi piangere per forza!"
In definitiva ho trovato L'età dei miracoli  una metafora ricca di emozioni e sentimenti, un libro pieno di vita e situazioni tragicomiche che tutti abbiamo affrontato e in cui tutti possiamo specchiarci almeno un pizzichino. Consigliato? Non è una distopia, è un delicato e particolare romanzo di formazione. Non è un libro che si vede tutti i giorni, piacevole, scritto bene e, soprattutto, è riuscito a a lasciarmi addosso tante emozioni e anche un po' di malinconia. 
Voto:
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