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Recensione: L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
Creato il 01 giugno 2015 da Miriam Mastrovito @miriammasFino al giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva più possibile con nessuno. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni, Riccardo sembra essersi dimenticato di lei.
E quando il destino fa incrociare di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso nascondono retroscena insospettabili. Proprio ora che ha bisogno di tutta la sua concentrazione. Perché un'autrice per cui sta lavorando è stata rapita e la polizia vuole la sua collaborazione. C'è un commissario che ha riconosciuto il suo talento unico e sa che solo lei può entrare nella mente del sequestratore.
Come nel più classico dei romanzi, Vani ha davanti a sé molti ostacoli. E non c'è nessuno a scrivere la storia della sua vita al posto suo: dovrà scegliere da sola ogni singola parola, gesto ed emozione.
L' imprevedibile piano della scrittrice senza nome è il sorprendente esordio di Alice Basso. Una voce nuova, unica, esilarante. Un tributo al mondo dei libri, all'amore che non ha regole e ai misteri che solo l'intuito può risolvere. Una protagonista indimenticabile che vi dispiacerà lasciare alla fine del romanzo L'autrice: Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora in una casa editrice. Nel tempo libero finge di avere ancora vent'anni e canta in una band di rock acustico per cui scrive anche i testi delle canzoni. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne. La mia recensione:
Il mondo editoriale, non meno della nostra psiche, può essere paragonato a un iceberg: in cima svettano i bestseller e sotto si celano le fatiche e il duro lavoro di squadra indispensabili per arrivare al successo, ma scendendo più giù c’è ancora molto da scoprire. A volte, sul fondo, si annidano oscure caverne in cui strisciano complotti, giochi sleali e libri costruiti a tavolino ed è là che aleggia anche lo spettro del ghostwriting. Se siete lettori impressionabili, non abbiate timore, non è un horror quello di cui sto per parlarvi, ma un originalissimo mistery che vi condurrà alla scoperta di una professione molto particolare, sfidandovi, nel contempo, a risolvere un giallo davvero insolito, in compagnia di personaggi assolutamente realistici, eppure incredibilmente bizzarri. Vani Sarca, a dispetto del look appariscente che la fa somigliare a Lisbeth Salander, è una donna ombra. Ghost writer di professione, ha il compito di produrre bestseller, appunto, che recheranno la firma di qualcun altro. Nessuno deve sapere che esiste e cosa fa; per il mondo esterno deve restare un fantasma. Niente di più facile per una persona cinica, sociopatica e camaleontica come lei. Studiare i suoi clienti, imitarne lo stile e riprodurne le logiche di pensiero, eludendo il dramma del blocco dello scrittore, per Vani è un gioco da ragazzi; per Enrico Fuschi una manna dal cielo, giacché grazie alla sua discreta collaborazione le Edizioni L’Erica realizzano un fatturato da capogiro. Il loro sembra essere un sodalizio perfetto e, di fatto lo è, fino a che non si verificano un paio di incidenti di percorso destinati a creare scompiglio in redazione, quanto nelle vite stesse di coloro che ci lavorano. Il primo incidente si chiama Riccardo Randi, è il noto scrittore per cui Vani ha scritto il capolavoro Più dritta di una corda di chitarra, ma che a rigare dritto di suo non ci pensa per niente giacché inizia a flirtare proprio con la sua ghost writer. Il secondo incidente si chiama Bianca Dell’Arte Cantavilla, ed è la simpatica vecchietta che ha costruito il suo successo e la sua fortuna economica su Le cronache angeliche. In effetti lei di Vani non ha avuto bisogno finché gli angeli le hanno parlato, ma quando la comunicazione con i cieli si è interrotta, Enrico Fuschi non ha potuto che chiamare in soccorso la sua scrittrice fantasma. In realtà si tratta di un impegno particolarmente gravoso per la Sarca, forse il primo a metterla seriamente in difficoltà , giacché impiega un nanosecondo a capire che Bianca non dialoga proprio con nessuno e, pur avendo edificato la sua stessa carriera sull’imbroglio, non nutre alcuna simpatia per i venditori di fumo. Questa volta vorrebbe rifiutare, ma il suo datore di lavoro non è affatto ragionevole quando in ballo ci sono contratti a parecchi zeri. Il tutto sembra risolversi spontaneamente quando la Cantavilla scompare nel nulla, invece, è proprio a questo punto che la storia comincia. È qui che il destino della ghost writer si incrocia con quello di Berganza. Cosa possono mai avere da spartire il clone di Lisbeth Salander e un commissario che sembra saltato fuori da un romanzo di Chandler? Ovviamente lascerò a voi il piacere di scoprirlo. Mi limito solo ad anticiparvi che vi ritroverete catapultati fra le pieghe di un giallo sui generis che riuscirà a sorprendervi e incollarvi alla pagina. Nonostante l’inizio un po’ lento (ma è una lentezza funzionale alla trama), ho adorato questo romanzo. L’ho amato tanto perché l’ho trovato originale e coraggioso al tempo stesso. Rifuggendo i soliti cliché, infatti, l’autrice ci propone una storia che elude le mode del momento e si pone al di fuori delle logiche commerciali, avvalendosi di uno stile ricercato ma non ostico, che fa leva sulla sagacia e valorizza la parola scritta. Una protagonista tanto cinica e antipatica da entrarci nel cuore e mettere radici; una carrellata di personaggi decisamente sopra le righe; un’ambientazione marcatamente italiana; una duplice tematica di cui poco si parla ma che scotta; una trama rocambolesca, a tratti surreale, in cui l’happy end non manca, ma non è affidato allo scontato successo di una liason romantica... sono alcuni degli elementi di cui Alice Basso si avvale per orchestrare il plot, imprevedibili proprio come il piano della sua scrittrice senza nome e, a mio parere, perfetti per fare centro e regalarci una sana ventata di novità.
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