Magazine

Recensione: L'invenzione del bene e del male, di Hanno Sauer

Creato il 28 ottobre 2024 da Gliscrittori
Recensione: L'invenzione del bene e del male, di Hanno Sauer

Libri Recensione di Davide Dotto. L'invenzione del bene e del male di Hanno Sauer (Laterza). La morale non è qualcosa di innato quanto piuttosto il prodotto dell'evoluzione umana: il bene e il male attengono alla capacità e alle probabilità del singolo di sopravvivere: le quali aumentano se si appartiene a un gruppo.

L'invenzione del bene e del male di Hanno Sauer offre notevoli spunti di riflessione su un problema filosofico e storico di enorme importanza. Il titolo  richiama alla memoria la Genealogia della morale, ma mentre Nietzsche si concentra su una critica dei valori morali attraverso un'analisi storica e psicologica, Sauer espande il discorso in una trattazione antropologica di largo respiro, proponendo una chiave di lettura del nostro presente.

L'idea di fondo è che la morale non sia qualcosa di innato quanto piuttosto il prodotto dell'evoluzione umana.

L'argomentazione è rilevante in un contesto di dibattiti accesi e polarizzazioni estreme, dato che ci consente di ripensare le fondamenta dei nostri valori etico-sociali.
L'approccio adottato è interdisciplinare: attinge da filosofia, psicologia e neuroscienze, offrendo una visione sfaccettata e a tratti non convenzionale.
L'autore ci porta in un viaggio che va molto indietro nel tempo, non solo di secoli, ma di decine, se non centinaia di millenni, decisamente prima di qualunque testimonianza scritta.

L'invenzione del bene e del male di Hanno Sauer illustra come si sia fatta strada la cooperazione primitiva fino alle più complesse esperienze e istituzioni sociali.

Questa prospettiva ricostruisce le premesse remote dell’epoca moderna, che copre gli ultimi cinquecento anni. Un simile arco temporale ci impedisce di vedere la morale solo come un prodotto del pensiero umano, anche se dialettico. È qualcosa che affonda le sue radici prima dell'invenzione del linguaggio e alle prime comunità politiche. Il bene e il male attengono alla capacità e alle probabilità del singolo di sopravvivere: le quali aumentano se si appartiene a un gruppo. Inoltre, si aggiungono le prime tensioni tra individuo e comunità, l'autentico motore che ha guidato la maturazione dei nostri codici etici.

La sopravvivenza è l'autentico punto cruciale della distinzione tra bene e male.

Ogni riflessione morale si è evoluta come strategia per consentire al singolo di sopravvivere, se non da solo, grazie (e a volte nonostante) al gruppo. Il fenomeno da cui è originata la nostra civiltà (e la nostra cultura) è una sorta di autodomesticazione che ha reso il genere umano geneticamente predisposto alla cooperazione.
La dinamica che ne è scaturita comprende:
  • La sopravvivenza del singolo attraverso la comunità.
  • La sopravvivenza della comunità che a certe condizioni può non escludere il sacrificio del singolo.
Nulla di diverso da una antica tragedia che ci racconta da venticinque secoli di come la società umana cerchi costantemente di bilanciare le esigenze del singolo con quelle della collettività: quella di Antigone.

Si può parlare di invenzione del bene e del male nella misura in cui l'idea della morale si presenta come una nicchia ecologica, di fatto una tecnologia – al pari del linguaggio – al servizio della nostra evoluzione cui si aggiunge il resto.

Non possiamo fare a meno di un apporto tecnologico sempre più invadente e consistente, poiché siamo diventati fisicamente più fragili, ma più forti grazie a un sapere condiviso trasmesso non geneticamente, ma socialmente, attraverso biblioteche, archivi, e altre forme di conservazione della conoscenza.

L'invenzione del bene e del male di Hanno Sauer si spinge fino alle sfide etiche del nostro presente, incluso l'emergere dell'Intelligenza Artificiale.

Non si può nascondere che delegare a strumenti automatizzati la raccolta e l'elaborazione di informazioni la cui mole è divenuta spropositata e complessa sollevi nuove questioni.
Ci viene anche il sospetto che il nostro destino non si sia giocato negli ultimi due-trecento anni (dalla Rivoluzione industriale in poi), e che non ci stiamo affatto avvicinando al baratro. Semplicemente ci siamo sempre mossi intorno a esso senza mai cadervi. E continueremo a non caderci fintanto che faremo fronte alle tensioni costanti, portandoci al passo successivo, in un processo che prevede il continuo adattamento (anche in termini di rinegoziazione) delle nostre basi morali.

L'invenzione del bene e del male

di Hanno Sauer Laterza Saggio
ISBN: 978-8858152003
Cartaceo € 22,80
Ebook € 14,99

Quarta

La morale esiste da molto prima che si parlasse di Dio, di religione o filosofia. La sua storia è, anzitutto, il frutto di un processo di selezione naturale. Questo libro risale allora fino agli albori dell'umanità: nelle foreste dell'Africa orientale che, 5 milioni di anni fa, diradano per effetto dei cambiamenti climatici. Tra gli ominidi che scendono dagli alberi ci sono anche i nostri antenati, che si adattano agli spazi aperti organizzandosi in gruppi estesi. È sotto la pressione di fattori ambientali che la moralità emerge come fondamento di una cooperazione tanto precaria quanto essenziale alla sopravvivenza della specie. Hanno Sauer offre al lettore una 'genealogia' della morale che si muove tra paleontologia e genetica, psicologia e scienze cognitive, filosofia ed evoluzionismo. Le tappe di questo percorso marcano le principali trasformazioni morali nella storia dell'umanità, arrivando fino ai giorni nostri. La crisi morale del presente, ci insegna Sauer, è il risultato di secoli, millenni, milioni di anni di stratificazioni. Ripercorrerne lo sviluppo è l'unico modo per costruire un futuro insieme.


Davide Dotto



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog