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Recensione: "L'invito"

Creato il 17 luglio 2015 da Ilary
L'invito | Ruth Ware Titolo: L'invito Titolo originale: In a Dark, Dark Wood Autore: Ruth Ware Editore: Corbaccio Pagine: 348 Prezzo: 16,90 € cartaceo / 9,99 € ebook
Dieci anni cambiano una persona. A dieci anni dalla fine del liceo Leonora Shaw, Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice, la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell’East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco. Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lee. Tutti possono avere mille buoni motivi per non frequentare gli amici di un tempo, per troncare con il passato, per incominciare una nuova vita. E Nora ha un ottimo motivo. Eppure, quando riceve l’invito all’addio al nubilato della sua ex amica del cuore, si fa strada in lei un assurdo senso di colpa unito a un assurdo sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare. E capisce di aver commesso un errore. Il peggior errore della sua vita.

RECENSIONE
Appassionata di thriller quale solo non potevo lasciarmi sfuggire L'invito, romanzo d'esordio di Ruth Ware che mi ha colpita subito per la trama che sembrava ricordare vagamente quella di Dieci piccoli indiani che, per quanto mi riguarda, è il capolavoro assoluto del thriller. L'invito, come sempre più spesso capita nei thriller di ultima pubblicazione, è narrato su due piani temporali diversi, il presente e il passato che viaggiano su binari paralleli per poi intersecarsi e giungere a un punto comune. Il romanzo inizia nel presente con Nora, la protagonista, ricoverata in ospedale, dolorante, piena di lividi e soprattutto con un grande vuoto di memoria; Nora intuisce che qualcosa di grave è successo, anche perché la sua stanza è piantonata da un poliziotto, ma non riesce proprio a ricordare perchè si trova in quel letto d'ospedale. Si fa poi un salto nel passato e scopriamo che Nora è una scrittrice di thriller abbastanza affermata, fa una vita piuttosto monotona e solitaria dato che ha una sola amica, Nina, l'unica con la quale è rimasta in contatto dai tempi della scuola. Questa vita così tranquilla e abitudinaria viene sconvolta da una mail di una certa Flo che invita Nora all'addio al nubilato di Clare, la ex migliore amica di Nora dei tempi dell'adolescenza che la donna non vede e non sente da dieci anni. Lo shock per Nora è forte, soprattutto perchè l'invito le riporta alla mente il doloroso motivo per il quale Nora, dieci anni prima, da un giorno all'altro ha cambiato città tagliando definitivamente i ponti con Clare e con la sua vita passata. Seppur con una certa riluttanza alla fine Nora accetta di partecipare all'addio al nubilato e si ritrova così in una villa dalle pareti di vetro sperduta tra i boschi del Northumberland insieme ad altri cinque ospiti tra i quali la sua amica Nina e, ovviamente, la festeggiata, Clare. L'atmosfera non è esattamente quella spensierata di un addio al nubilato, c'è una certa tensione che serpeggia e Nora ben presto capisce di aver fatto un terribile errore ad accettare l'invito, un errore che le costerà caro... La parte preponderante del romanzo è costituita proprio dal racconto del week-end alla villa e alle dinamiche che si instaurano in quei due giorni tra i vari personaggi dei quali l'autrice riesce a delinare le varie personalità in modo abbastanza soddisfacente, anche se questo però non significa che i vari protagonisti suscitino qualche tipo di empatia o di emozione in chi legge. Il fatto è che i personaggi sono per lo più sgradevoli, antipatici, il tipo di persona con cui non vorresti trascorrere neanche dieci minuti, figuriamoci un week-end! Sicuramente il renderli così poco piacevoli e con comportamenti a volte ambigui ha, probabilmente, una sua utilità ai fini della trama, nel senso che l'autrice vuole gettare delle ombre su tutti i protagonisti e renderli, ognuno, un possibile sospettato per quello che è successo alla villa. Peccato che l'intento dell'autrice non sia riuscito alla perfezione dato che a metà del romanzo si intuisce chiaramente chi sia l'artefice di tutto e anche capire il movente è piuttosto semplice. Purtroppo la prevedibilità e una certa scontatezza nell'evoluzione della trama, soprattutto dalla seconda metà in poi, sono i difetti principali di questo romanzo che secondo me, il classico libro che sulla carta promette molto ma a conti fatti mantiene poco. Intendiamoci, l'ho trovato una lettura tutto sommato gradevole e non lo boccio su tutta la linea, perché comunque la scrittura è buona, molto scorrevole e nel complesso il romanzo riesce ad essere abbastanza coinvolgente, però d'altro lato in alcune parti è troppo lento, soprattutto nella prima metà, certe scelte dell'autrice mi sono sembrate poco credibili e deboli - la storia di Nora, ad esempio, mi ha lasciata un po' perplessa - e per essere un thriller manca di mordente e di suspense. È un thriller fiacco, ecco, eppure c'erano tutti i presupposti, a partire dall'ambientazione in questa inquietante villa di vetro isolata dal resto del mondo e il fatto di riunire un gruppo di sconosciuti che, chi più chi meno, ha qualcosa da nascondere, che avrebbero potuto dare origine a un romanzo davvero mozzafiato. Insomma, considerando anche il fatto che si tratta dell'esordio di Ruth Ware, L'invito è un romanzo discreto, certamente non uno di quei thriller che tengono svegli la notte, ma tutto sommato fa il suo lavoro, intrattiene per qualche ora e come lettura poco impegnativa può andare. Lo consiglio non tanto agli appassionati o ai lettori forti di thriller perchè potrebbero restarne un po' delusi, quanto a chi magari desideri avvicinarsi a questo genere e voglia qualcosa di non troppo forte. E comunque, leggetevi Dieci piccoli indiani, quello sì che è un thriller geniale! ;)
Il mio voto:

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