La storia, inizialmente, ruota attorno ad un terribile delitto: la famiglia di Josef Ek viene crudelmente sterminata, lasciando il giovane come unico sopravvissuto e – come ci insegnano le serie tv – principale sospettato del crimine. Per risolvere la questione, o almeno per tentare di risolverla, viene chimato un ipnotista, incaricato di entrare nella mente del giovane per cercare indizi sull’accaduto: l’uomo in questione è Erik Maria Bark. La figura dell’ipnotista è sicuramente curiosa e misteriosa, soprattutto nelle pagine iniziali, in cui ci viene imbastita la storia ed introdotto il protagonista..peccato che, con il proseguire della trama, anche la curiosità vada a scemare nel giro di una ventina di pagine: non perché ci viene svelato tutto eh, non preoccupatevi, ma perché per qualche strana ragione, l’autore decide, a seguito del rapimento del figlio dell’ipnotista, di concentrare metà del libro sui problemi coniugali di quest’ultimo, fatti di tradimenti, incomprensioni e magagne quasi degne di una soap opera.
In pratica, si inizia con un crimine terribile, di cui si vuole disperatamente capire le dinamiche, e si finisce con l’assistere alle liti coniugali di un uomo insipido con una moglie paranoica e all’eterna caccia del tradimento. Peccato che, almeno per quanto mi riguarda, la parte più interessante sia stata proprio la descrizione del crimine ed il tentativo di risolverlo..se volevo leggere di problemi di coppia, mi sarei fiondata su Cento Vetrine e Beautiful e non su un libro che dalla copertina e dal titolo lascia presagire tutt’altro. Ammetto che, si, anche nella trama ci si trova a dover fare i conti con il rapimento del figlio di Erik, ma leggendola con attenzione speravo che almeno esso viaggiasse su binari paralleli al delitto, in una qualche elaborazione narrativa curiosa ed interessante..ed invece niente. E’ stato un po’ come quando si guarda un film e all’improvviso viene cambiato canale: si guarda l’inizio di uno e la fine di un altro. Una situazione non eccezionale insomma.
Nelle prime pagine mi sono sentita completamente attirata dalla narrazione, peccato che poi la “seconda strada” intrapresa all’autore non mi sia piaciuta più di tanto, forse anche per via di quel centinaio di pagine dedicate al passato dell’ipnotista che, mentre da un lato ci permettono di conoscerlo meglio e di entrare in sintonia con il suo personaggio, dall’altro ci fanno capire che questa persona non è propriamente un genio nemmeno nel suo lavoro e che, il rapimento del figlio ha un serie di cause scatenate anche da alcune leggerezze da parte sua..Si arriva quindi a dubitare anche del protagonista, lecito ma non preferibile in un romanzo che in pratica ruota totalmente intorno ad esso. E questo spiega la mia votazione non eccezionale ma comunque discreta.
Nonostante queste difficoltà a livello di trama e personaggi, però, lo stile di Kepler è sicuramente facile da seguire, così come i dialoghi. Non c’è da aspettarsi chissà che cosa, a mio parere, ma si può considerare comunque un libro interessante da leggere, se non altro per la professione del protagonista e per quel velo di thriller che l’autore ha deciso di inserire senza però riuscire a sviluppare a pieno. Forse, se avesse seguito una sola trama, una sola storia, senza concatenarne due che non hanno niente a che fare l’una con l’altra, la mia votazione sarebbe stata più alta.
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