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Recensione: "L'ipotesi del male"

Creato il 03 dicembre 2014 da Ilary
L'ipotesi del male Donato Carrisi Titolo: L'ipotesi del male Autore: Donato Carrisi Editore: TEA Collana: I Grandi TEA Pagine: 426 Prezzo: 12,00 € brossura / 9,99 € e-book
C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato: il desiderio di sparire. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che entra nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure? Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Chi li ha presi? Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini. Deve dare all’oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale... Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio. 

Recensione
"Inquietante" è la prima parola che mi viene in mente per definire L'ipotesi del male, il secondo romanzo di Donato Carrisi con protagonista Mila Vasquez. Dopo Il suggeritore, altro libro che in quanto a inquietudine non scherzava, ritroviamo ancora una volta le atmosfere cupe e opprimenti del primo romanzo in questo sequel che, se vogliamo, racconta una storia ancora più spaventosa. Una storia che parla di persone scomparse, persone che, un giorno, svaniscono nel nulla senza lasciare tracce dietro di sè, senza che nessuno sappia più niente di loro, alcune andatesene volontariamente da una vita che forse non sentivano più loro, altre invece non per loro scelta e finite nella sezione dell'obitorio dedicata ai morti senza nome. Come spesso accade, gli scomparsi vengono presto dimenticati ma c'è anche chi non si arrende, chi non vuole che queste persone finiscano per sempre nell'oblio: Mila Vasquez, la migliore nella ricerca delle persone scomparse. Sono passati sette anni dalle vicende raccontate ne Il Suggeritore e ora Mila ha deciso volontariamente, benchè le siano state offerte posizioni lavorative ben più elevate grazie al lavoro svolto nell'indagine precedente, di "esiliarsi" nel Limbo, ovvero la sezione persone scomparse, quella con la "Stanza dei passi perduti" dalle cui pareti, tappezzate dalle foto di chi è svanito, centinaia di occhi la fissano muti. Mila non può abbandonarli, deve continuare a cercarli, senza sosta, come se la sua fosse una missione. Mila sarà chiamata ad affrontare una nuova, complessa e sconvolgente indagine quando, dalle tenebre che li hanno inghiottiti, riemergono gli scomparsi: uomini e donne che tornano non per riabbracciare i loro cari o per riprendersi la propria vita, ma per uccidere. Mila, con l'aiuto del detective Simon Berish, scoprirà che dietro queste persone si nasconde un burattinaio che ne tira i fili, e la poliziotta dovrà di nuovo gettarsi nel buio, quel buio che la chiama a sè, del quale non può fare a meno. Una storia inquietante, dicevo, all'inizio di questa recensione e non si può negare che Carrisi sia un maestro nell'imbastire trame che provocano ansia, tensione e, appunto, inquietudine nel lettore che, in un certo senso, si trova a guardarsi metaforicamente le spalle perchè, come l'autore insegna, il Male è dappertutto. Da questo punto di vista è significativa la scelta dell'autore di ambientare sia questo che il precedente romanzo in un "non luogo" senza riferimenti geografici o temporali, dando così l'idea che le vicende potrebbero svolgersi in qualsiasi parte del mondo (anche se l'ambientazione potrebbe essere americana, ma ognuno può immaginare il posto che preferisce) perchè il Male si annida ovunque. In questo modo si crea anche un'atmosfera sospesa e indefinita, come una nebbia oscura che cela misteri che spesso non vengono svelati del tutto e insidie che attendono pazientemente nell'ombra pronte a emergere quando meno te lo aspetti. Capite cosa voglio dire? La trama di base de L'ipotesi del male è molto simile a quella de Il suggeritore: un nemico sconosciuto che irretisce le sue vittime e ne fa la propria armata delle tenebre, ed una serie di eventi concatenati che scaturiscono l'uno dall'altro. Forse da questo punto di vista l'autore è stato un po' ripetitivo nel voler riproporre lo stesso schema con, nel primo, il Suggeritore del titolo e, nel secondo, il fantomatico Signore della buonanotte a tirare le fila di tutto e a muovere gli altri personaggi come pedine sulla scacchiera. Con questo non voglio dire che L'ipotesi del male sia un romanzo per così dire "già visto" solo che mi sarei aspettata qualcosa di nuovo, di diverso rispetto al precedente libro ma evidentemente l'autore è del parere che squadra che vince non si cambia e ha voluto continuare sulla falsariga di uno schema collaudato e di sicuro successo. Un successo determinato anche dai personaggi a cui ha dato vita Carrisi, Mila Vasquez in primis. Sono passati sette anni dagli avvenimenti raccontati nel primo romanzo che la vede tra i suoi protagonisti e Mila, che già ne Il suggeritore è un personaggio estremamente tormentato, priva di qualsivoglia empatia nei confronti degli altri e autolesionista, ora porta nel suo animo delle ferite ancora più profonde e deve confrontarsi con una nuova condizione della sua vita - che non vi svelo - che non è in grado di gestire come lo farebbe una persona "normale". Nella recensione del precedente romanzo avevo detto che i personaggi non mi avevano trasmesso niente, invece, questa volta devo dire che ho sentito Mila più reale, meno sfuggente, sono riuscita a entrare maggiormente nella sua psiche e ora comincio a trovarla interessante. Altro personaggio che mi ha incuriosita molto, anzi mi è piaciuto proprio e spero di rivederlo in un futuro libro, è Simon Berish, il detective reietto, esperto in interrogatori e antropologia. Anche lui, personaggio decisamente problematico che non poteva non sentirsi affine a Mila; diciamo che i due viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda, sono entrambi degli esclusi, dei reietti appunto, che non potevano che comprendersi. Rivedremo ancora Mila e magari anche Simon? Io credo di sì, visto il finale del libro che non è propriamente aperto ma lascia uno spiraglio per un possibile seguito... chissà se Carrisi vorrà regalare ai suoi lettori una nuova indagine di Mila Vasquez, io me lo auguro! In definita, L'ipotesi del male è un ottimo libro, Carrisi è un autore che scrive molto bene, con un ritmo incalzante determinato anche da capitoli brevi ma intesi, e che sa costruire delle trame appassionanti, ricche di tensione e imprevedibili come dovrebbero essere quelle di un thriller degno di questo nome, e questo romanzo lo è.  Se ancora non avete letto L'ipotesi del male, fatelo, ma se posso permettermi un ulteriore consiglio, nel caso siate incuriositi dai romanzi di Carrisi con protagonista Mila Vasquez, leggete prima Il suggeritore nel caso non l'abbiate fatto, perchè ci sono molti riferimenti a quel libro.
Il mio voto:

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