Ma quanto ci piacciono le invasioni aliene? Tantissimo! Specie quelle ambientate in scenari esotici. Basta con queste metropoli americane devastate, non se ne può più! Tra Indipendence Day, Battle: LA e mille altre pellicole, i poveri statunitensi sono stati bersagliati senza pietà. Perchè non dar loro un attimo di meritato riposo per far visitare ai nostri cari Invasori qualche altra location, chessò, Mosca? Ecco la semplice premessa de L'Ora Nera, in originale The Darkest Hour, girato da Chris Gorak e prodotto da Timur Bekmambetov.
LA TRAMA
Sean e Ben, due giovani americani, arrivano a Mosca per vendere un software di loro invenzione, ma scoprono immediatamente che la compagnia Russa con cui erano entrati in affari sta già vendendo il software. Ingannati e disillusi, i due spendono il resto del viaggio in giro a locali in compagnia di belle ragazze, finchè non cominciano a verificarsi strani fenomeni. Nel cielo compare una sorta di aurora, e misteriose luci si accendono in giro per Mosca... luci che si rivelano esseri ostili da un altro pianeta, giunti fin qui per invadere il nostro mondo, che polverizzano gli umani senza pietà. I due ragazzi, insieme ad un pugno di superstiti, si spostano per le strade della capitale russa, cercando di sopravvivere e di combattere gli alieni invisibili...
Sigh. Un altro concept fantastico rovinato da una messa in scena patetica. L'Ora Nera non gioca di sicuro sul versante visivo- gli alieni sono invisibili, a parte i giochi di luce e i tentacoli al neon che sbucano qua e là- però non recupera neanche in sceneggiatura. Proprio no. Anche l'apparente differenza tra questa e miriadi di altre pellicole sugli alieni cattivi e invasori- siamo a Mosca!- non conta nulla; a parte qualche inquadratura qua e là, con qualche McDonalds o Starbucks con caratteri in cirillico, potremmo benissimo trovarci in qualsiasi altra città del globo.
In fondo, cose del genere succedono ovunque.
Personaggi e dialoghi sono di una bidimensionalità disarmante, tanto che si finisce a fare il tifo per gli alieni. Non ci si affeziona ad un personaggio che sia uno, e il film pare composto più da una galleria di tristi stereotipi (le ragazze festaiole, i russi svalvolati) che da esseri umani senzienti. Insomma, dato che non ci si aspettavano miracoli per quanto riguarda gli effetti speciali (alieni invisibili = niente make-up/CGI= meno spese) ci si poteva impegnare di più nel rendere più memorabili i protagonisti e le loro avventure. L'unica ambizione de L'Ora Nera è di fare leggermente meno schifo di Skyline, ed è già tutto dire. Inutile poi sottolineare che il 3D va assolutamente evitato: già di per sè il film è composto da una allegrissima sequela di scenari in varie sfumature di grigio... l'effetto tridimensionale rende la pellicola una brodaglia oscura (e ancora più fastidiosa).
Insomma, un film dimenticabilissimo che non aggiunge niente al già spolpato filone delle invasioni aliene. Che poi, qualcuno può spiegare ad Hollywood che invadere il nostro pianeta per sfruttarne le risorse è assolutamente inutile? Abbiamo una fascia di asteroidi strapiena di metalli, una stella gigante a distanza ravvicinata, e questi pirloni luminosi vengono qui a trivellare? Ma per piacere... Gli alieni dovrebbero comportarsi come tali: le loro ragioni dovrebbero essere imperscrutabili per noi poveri cavernicoli. (Se io fossi un alieno invaderei pianeti solo per il gusto di farlo, tanto per dire). Le fanciulle saranno felici di sapere che Emile Hirsch, protagonista di Into the Wild e Speed Racer, è l'unica ancora di salvezza del film. L'Ora Nera sarà anche brutto, ma Hirsch è bravo lo stesso.