"L'ULTIMA LETTERA D'AMORE" di Jojo Moyes
• Editore: Elliot Edizioni
• Pagine: 512
• Prezzo: 14,50 € (cartaceo)
Londra, oggi. Ellie, una giornalista inglese trentenne che lavora per il settimanale femminile di un’importante testata, durante una ricerca negli archivi del giornale in cui lavora a caccia di una storia che le eviti il licenziamento, si imbatte in una lettera d’amore degli anni Sessanta: è di un uomo che chiede alla sua amante di lasciare il marito per stare con lui. Incuriosita dalla storia dei due sconosciuti, e nella speranza di trarne un buon articolo, Ellie decide di fare ulteriori ricerche per riuscire a sapere cosa ne è stato di quell’amore… Londra 1960. La giovane e bella Jennifer si sveglia in un letto d’ospedale dopo un incidente d’auto in cui ha rischiato di perdere la vita. Non riesce a ricordare nulla: non sa più chi è, non riconosce l’uomo che dice di essere suo marito, il loro appartamento, gli amici comuni. Un giorno però trova nella sua camera da letto una lettera nascosta in un libro, una lettera d’amore di un uomo che non è suo marito, e lentamente inizia a ricordare… L’ultima lettera d’amore di Jojo Moyes, best seller in Inghilterra e finalista di vari premi letterari, è a storia, sorprendente, originale e romantica, di due donne di età differenti che si ritrovano unite in uno stesso irresistibile sentimento d’amore.
Libri di Jojo Moyes recensiti: Io prima di te
Eccomi qui a parlarvi di un nuovo romanzo di Jojo Moyes: dopo "Io prima di te" mi ero ripromessa di leggere altri scritti di quest'autrice e di fatti ho acquistato sia questo che "La ragazza che hai lasciato" (in wishlist già da un po').
In questa sua nuova opera, la Moyes ci porta inizialmente nella Londra dei giorni nostri, con Ellie che fa la giornalista per il Nation ed è attualmente incasinata in una relazione con un uomo sposato e per niente intenzionato a lasciare la consorte. Il giornale in cui lavora è in fase di trasloco e, per questo, la caporedattrice le affida il compito di "spulciare" tra i vecchi archivi del giornale, alla ricerca di un articolo che mostri il cambiamento dei costumi degli ultimi trent'anni, per poter festeggiare il trasloco in grande stile con i propri lettori: durante questa ricerca, Ellie invece di un articolo di giornale, trova una lettera d'amore che pare essere scritta da un uomo ad una donna sposata e, nel leggerla, riesce quasi a commuoversi..da questo istante la vita di Ellie sarà descritta in modo parallelo a quella di Jennifer, una donna vissuta nel 1960 che si risveglia in un ospedale senza ricordare assolutamente nulla e venendo catapultata in una vita che non le sembra neanche la sua. Anche Jennifer trova delle lettere e, nel tentativo di cercare di capire chi è e com'è stato il suo passato, scopre di avere un amante, un giornalista - Anthony O'Hare che le confessa in continuazione i suoi sentimenti, chiedendole di mollare tutto per andarsene con lui. In questo caso, il lettore conosce Jennifer più di quanto si conosca ella stessa, perchè in parallelo (si, di nuovo) ci viene raccontata la nascita della storia d'amore tra lei ed Anthony.
In tutto questo abbiamo una Ellie che cerca di interpretare i "mistici" messaggi del suo amante per cercare di comprendere i suoi veri sentimenti, mentre nel 1960, Jennifer si trova a scoprire la sua vita tra le parole di un uomo che non è suo marito ma che le trasmette un amore che va ben al di là di quell'uomo che ogni notte si sdraia nel letto al suo fianco..fino all'ultima lettera, dove Anthony le chiede di lasciare tutto per andare con lui, ed al tempo stesso si contraddice, esprimendole tutta la sua comprensione nel caso in cui decida di non farlo.
"La mia sola possibilità di sopravvivere è di andare dove non potrò vederti mai più, dove non sarò ossessionato dalla possibilità di vederti in sua compagnia. Ho bisogno di stare in un posto dove altre necessità mi costringano a scacciarti dai miei pensieri un minuto dopo l’altro, un’ora dopo l’altra. Questo, qui, non può accadere.
Accetterò quel posto. Sarò a Paddington Station, binario 4, alle 19.15 di venerdì. Se trovassi il coraggio di venire con me, niente al mondo mi farebbe più felice.
Se non verrai saprò che, per quanto forte sia quello che proviamo non lo è abbastanza. Non te ne faccio una colpa, amor mio. So che nelle ultime settimane hai dovuto tollerare una pressione intollerabile, che schiaccia anche me. L’idea di averti potuto causare la minima infelicità mi è odiosa."
La cosa che mi ha più incuriosita di questo romanzo è che, così come il compito affidato dalla caporedattrice ad Ellie, anche la Moyes ci mostra il cambiamento degli ultimi trent'anni e lo fa aprendo ogni capitolo con un messaggio, una lettera, un twit oppure un aggiornamento di
Facebook scritti da uomini o donne che decidono di lasciare il consorte/amante/fidanzato che sia. E così, anche noi vediamo il cambiamento: le parole ponderate, i pensieri che tengono svegli di notte lasciano il posto a tristi post su Facebook, glaciali come l'Artico e impersonali. Parole belle scritte e lette sullo schermo di un computer che non hanno niente a che fare con il profumo delle lettere e con l'attesa che le precedeva. Il cambiamento inevitabile dettato dalla tecnologia: ci preoccupiamo di essere sempre raggiungibili ma, all'atto pratico, non comunichiamo mai veramente con nessuno.
La narrazione è su diversi piani temporali e questo ammetto che mi ha confusa un po', soprattutto all'inizio ma, una volta capito il meccanismo, la lettura diventa più semplice: anche grazie alla scelta della Moyes di adattare anche i termini ed i periodi utilizzati adeguandoli al tempo storico in cui ci si trova, aiutando così il lettore ad integrarsi perfettamente nella storia delle due donne "prese in esame". Sicuramente ci troviamo davanti ad un libro molto interessante ma che mi sento di consigliare ad un pubblico che apprezza veramente le storie d'amore: a me è piaciuto ma purtroppo il troppo "diabete" mi urta un po', come ben sapete, e per questo ho faticato a leggere alcuni capitoli, soprattutto su Jennifer. Diciamo che preferisco la Moyes che racconta dei giorni nostri, piuttosto che al passato, ma comunque il suo stile rimane inconfondibile ed estremamente profondo nel raccontare anche le cose più semplici.
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