[Recensione a cura di Alessio Gaburri]
Il Teatro Manzoni apre il nuovo anno con L' uomo, la bestia e la virtù, scritta da Pirandello nel 1919 e portata in scena per la prima volta proprio a Milano senza essere ben accolta. Riproposta negli anni a seguire fu rivalutata da pubblico e critica, diventando una commedia di grande successo sia in Italia che all'estero.
Proprio come nel titolo dell'opera, troviamo tre protagonisti principali, ognuno con la propria maschera, tema caro al geniale Pirandello: L' uomo, il professor Paolino ( Geppy Gleijeses) che ostenta con vigore perbenismo e rettitudine, La virtù ( Marianella Bargilli) signora Perella, una donna pudica lasciata sempre sola dal marito Bestia ( Marco Messeri), capitano di marina che torna dalla moglie poche volte all'anno e non prova mai desideri sessuali verso di lei. Ha infatti un'altra famiglia a Napoli. Lo spettatore si trova inizialmente davanti alle false apparenze di questa vicenda, che cadranno poco dopo. La signora Perella ha infatti una tresca con il professore e rimane incinta: Paolino e la fedifraga, colpiti dalla vergogna, sono costretti a rimettere a posto le cose cercando di convincere tutti che la signora Perella è rimasta incinta in una delle rare occasioni in cui il capitano si trovava a casa con la moglie. La Bestia sarà di passaggio e si fermerà una sola notte, e dovranno avere un rapporto sessuale. Ma come? Il professore, che tiene lezioni private al piccolo Perella, a cena si presenta con un dolce farcito da un afrodisiaco e convince la Virtù a mostrare il suo lato sensuale, forzandola ad abbandonare la pudicizia che la caratterizza da sempre. Paolino attenderà tutta la notte sotto la finestra, sperando nel buon risultato del loro piano. Riusciranno Paolino e la signora Perella a salvare l'apparenza?
Pirandello mescola come sempre le carte e mette in mostra il mondo di ieri e anche di oggi con una maestria senza eguali, tenendo alta l'attenzione del pubblico: una messinscena grottesca, umoristica, fa divertire lo spettatore ma con risate amare. Una commedia graffiante sull'ipocrisia e il perbenismo borghese, con un tema grande e anche molto attuale: quello di far di tutto per salvare l'apparenza anche al caro prezzo dell'infelicità. Una storia che è farsa, commedia e anche dramma, con una giuste dose di surreale nella regia di Giuseppe Dipasquale. Una scenografia minimal ma che ha la sua ragion d'essere quando grandi protagonisti sono soprattutto i dialoghi pirandelliani: raffinati, articolati, dissacranti e sottili, con grida e lamenti a rafforzare lo stato d'animo e la condizione umana in cui si trovano i personaggi.
Ottima interpretazione dei protagonisti che non lasciano dubbi, riconfermandosi anche in questa rappresentazione tre grandi del teatro italiano, ormai da anni in perfetta sintonia tra loro: un Geppy Gleijeses perfetto nel ruolo del professore, che soltanto giocando con la voce riesce a rendere l'idea di vergogna e disperazione che lo colpirebbero in caso di smascheramento della sua onestà e del suo perbenismo. Marianella Bargilli è una convincente moglie sola e morigerata, che nel secondo atto diventa addirittura marionetta con un trucco caricaturale, disposta a farsi governare fisicamente dal professor Paolino pur di far andare tutto liscio senza perdere la sua Virtù. Marco Messeri è una Bestia davvero bestia all'inizio, recita in modalità animalesca con tutto il corpo questo ruolo rigido e aggressivo, rivelandosi un marito diverso sul finale. Siamo proprio sicuri che i protagonisti abbiano una sola maschera? E soprattutto: è sempre la stessa che accompagna la loro esistenza?
Uno spettacolo da vedere perché diverte, fa pensare e dimostra come ancora oggi sia possibile parlare al pubblico con le parole di Pirandello, con il suo profondo scavare nelle vicende quotidiane e nella frammentarietà dell'animo umano. Al Manzoni di Milano fino al 31 gennaio, con repliche serali in settimana e pomeridiane di domenica.
L' uomo, la bestia e la virtù
con Geppy Gleijeses, Marco Messeri, Marianella Bargilli
di Luigi Pirandello
e con Renata Zamengo Francesco Benedetto Vincenzo Leto
costumi Adele Bargilli
scene Paolo Calafiore
musiche Mario Incudine
luci Luigi Ascione
regia Giuseppe Dipasquale
Orario spettacolo: martedì-sabato: ore 20.45 | domenica: ore 15.30
durata: 135 minuti
Prezzo biglietto: Poltronissima Prestige: 35,00 + 4,00* | Poltronissima: 32,00 + 3,00* | Poltrona: 23,00 + 2,00* | Poltronissima Prestige over 65: 32,00 + 3,00* | Poltronissima over 65: 28,50 + 3,00* | Poltrona over 65: 20,50 + 2,00*
Poltronissima under 26: 15,00 + 2,00*
* diritti di prevendita