TITOLO: L’undicesimo pensiero
AUTORE: Diego Zilio
EDITORE: Panda
GENERE: Antologia di racconti
PAGG: 156
PREZZO: 12,50 Euro
QUARTA DI COPERTINA
Undici sono i pensieri, dieci i racconti che compongono questo libro. Dieci. Non è un numero qualsiasi, perché dieci sono i comandamenti, unico fil rouge, punto di partenza non sempre diretto ma presente in ognuna di queste storie. Quella de L’undicesimo pensiero è un tipo di narrativa che non è solo realistica, ma sfugge alla stretta logica per addentrarsi in intuizioni psicologiche o puramente mentali, mentre al valore etico si sposano l’intreccio, sempre vivo, e uno stile di scrittura chiaro e preciso. In un viaggio che parte dal deserto del Congo devastato dalla guerra e passa per il carcere di Padova, si sposta nella Parigi degli anni ’60 del filosofo marxista Althusser e prosegue nella scalcagnata redazione di una rivista di astruserie a pagamento. Mentre Cristo, tornato sulla terra, viene subito ammazzato. E senza un perché.
GIUDIZIO
Ho molte difficoltà a recensire le raccolte di racconti, specialmente quando questi non sono legati a tematiche o generi specifici.
L’undicesimo pensiero è un’antologia composta da dieci racconti, uniti da un filo di moralità sempre evidente ma completamente slegati tra loro sia nelle trame che nello sviluppo delle storie.
Zilio tocca diversi argomenti di forte impatto, dall’omosessualità alla vita in carcere, dalla povertà dell’Africa alla comprensione del superamento dei propri limiti; nei racconti viene evidenziata la decadenza morale dell’uomo in tutte le sue manifestazioni e l’impatto con l’introspezione e il confronto con il proprio sé, cercando però di analizzare le situazioni da punti di vista spesso differenti da quelli canonici. Così la storia di una violenza sessuale viene vista con gli occhi della moglie dello stupratore e la fine di una storia d’amore, fiducia e comprensione reciproca viene paragonata e vissuta come vera e propria morte, tanto da essere ricordata con dei necrologi.
Lo stile nel complesso è buono, pulito e lineare, si vede che l’autore ha dimestichezza con la parola scritta e sa come rendere al meglio le immagini che gli girano in testa; ciò nonostante c’è qualche sbavatura, a tratti si nota un po’ di compiacimento e l’autore si lascia andare a descrizioni prolisse di episodi che non appaiono troppo significativi ai fini della comprensione dei testi.
I personaggi sono nitidi e ben delineati, vengono caratterizzati principalmente dal punto di vista psicologico ed emotivo e molto poco da quello fisico.
Le trame nonostante per la maggior parte non presentino spunti particolarmente originali sono ben costruite e intessute in maniera professionale. Unica pecca è che il finale di un paio di racconti sembra un po’ troppo affrettato e la sensazione che se ne ricava è di una piccola delusione delle aspettative create.
I migliori dei dieci, dal mio punto di vista, Africa e Cristomorto.
Una buona prova per una raccolta di racconti che sicuramente merita di essere letta.
VOTO FINALE