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Recensione "La bambina di neve" di Eowyn Ivey

Creato il 17 gennaio 2012 da Arianna E Arimi @Arianna1989
Buonasera a tutti ^^
eccomi qui con il mio ultimo post della giornata u.u
Per chiudere in bellezza questa giornata vorrei proporvi la recensione di Cricra, nostra assidua lettrice del blog che ci vuole far conoscere la sua impressione su un romanzo che ha appena finito di leggere...
LA BAMBINA DI NEVE di Eowyn Ivey
Casa Editrice: Einaudi Editore
Collana: Stile Libero big
Pagine: 409
Prezzo: 19,00€
Data di pubblicazione: 29 Novembre 2011
Codice ISBN: 9788806209087
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Trama:
Alaska, 1920. Un luogo incontaminato e brutale. Specie per Jack e Mabel, giunti in questo territorio selvaggio da lande molto meno aspre. La coppia, un po' avanti negli anni, e senza figli, ha una vita dura, col lavoro atroce alla fattoria. Mabel, in particolare, oppressa dal rammarico di non avere figli, è sull'orlo della disperazione. La prima notte d'inverno Mabel e Jack tornano per un momento ragazzi e, tirandosi palle di neve, finiscono per costruire un pupazzo. Che prende la forma di una incantevole bambina di neve. Ma al mattino non c'è più nulla. E, in lontananza, una bimba bionda corre via tra gli alberi.
La piccola, che dice di chiamarsi Pruina, torna più volte da loro. Pare una creatura dei boschi. Va a caccia di animali con a fianco una volpe, del tutto a proprio agio nelle lande innevate, è in grado di sopravvivere nell'asprezza dell'Alaska. Ma quale che sia la vera natura di Pruina, la bimba sembra destinata a cambiare per sempre la vita di Mabel e Jack.
La recensione di Cricra:
Possiamo decidere i finali che vogliamo? La gioia che vince sul dolore? Oppure il
mondo crudele ci dà e ci toglie, ci dà e ci toglie, mentre noi ci dibattiamo nella natura selvaggia?
(Mabel)
Siamo nel Novembre del 1920 in Alaska, in uno di quei territori molto impervi ed ostili all’uomo, dove i lunghi e rigidi inverni si alternano a brevi stagioni più miti, durante le quali per chi vive di ciò che la terra offre, deve prodigarsi molto duramente nel lavorare i campi, prepararli a nuove colture per procacciarsi così le provviste necessarie a superare l’inverno successivo.
In questo scenario conosciamo i due protagonisti iniziali di questa storia.
Mabel e Jack, sono una coppia di mezza età sposata oramai da anni, che vive qui dopo aver lasciato i loro cari e le comodità di una cittadina più moderna senza rimpianti, per cercare di creare un luogo, una casa, che possa appartenere solo a loro dove però sfortunatamente, col passare degli anni, la provvidenza ha negato loro il dono di figli e questo ha reso la loro vita consapevolmente incompleta.
Un giorno d’inverno, dopo che una grande nevicata ha ricoperto tutto, i due si mettono a giocare, decidendo di fare un pupazzo di neve, dandogli le sembianze di una piccola bambina, seguendo minimi dettagli come un cappellino, dei guanti e una sciarpa; succo di bacche per delineare il colore delle labbra e fili di erba secca per i capelli.
Al loro risveglio il giorno successivo, il pupazzo di neve non c’è più, compresi tutti i piccoli oggetti che erano stati usati per dargli quell’aspetto. Fino a quando dal bosco lì vicino, gli appare una piccola bambina dai capelli biondi con addosso proprio quegli indumenti che Mabel aveva usato per il pupazzo.
Da qui iniziano un susseguirsi di giornate, in cui Mabel e Jack cercano di capire e conoscere questa piccola splendida bambina, Pruina – sarà il suo nome – con occhi azzurri come il cielo terso d’inverno, capelli biondi così chiari da sembrare quasi bianchi e una bocca rossa come un bocciolo di rosa; lei si dimostrerà molto restia anche solo ad avvicinarsi ma poi, a poco a poco, prenderà confidenza e aprirà i loro cuori feriti e manchevoli di ciò che la natura ha mancato di dargli.
Dalla lettura traspare subito questo sottofondo di puro rammarico malinconico per ciò che si è perso, per ciò che la natura non ha portato a termine, strappando ad una madre il suo primo ed unico figlio, nato morto.
Questo è ciò che rende Mabel all’apparenza, una donna chiusa in se stessa e nel suo dolore, tanto da avvicinarla col pensiero a gesti estremi, ma che poi alla fine si rivelerà una donna forte, intelligente e davvero molto creativa – cosa che si vedrà perfettamente dalla sua abilità nel disegnare - con una capacità di pensiero al di sopra della media.
E Jack d’altro canto si presenterà come un uomo forte, tenace e caparbio nei suoi principi morali.
Con il suo grande amore,verso la sua compagna di vita, affronterà gli ostacoli che gli si porranno davanti con grande pazienza, cercando con ogni suo possibile sforzo di non far mancare mai niente a sua moglie e a quella splendida creatura, che diverrà come una figlia per lui e ovviamente per la sua compagna.
Mentre leggevo, questa trama mi ha fatto ricordare alcune storie come “La casa nella prateria” o le avventure di Jack Frost o le splendide immagini del film In to the Wild e anche l’intramontabile storia di Pinocchio; tutte storie che con i loro scenari e similitudini mi hanno aiutato a rendere viva nella mia mente questa dolcissima storia, la quale a sua volta prende spunto da un’antica leggenda russa: Snegurochka, la ragazza della neve e che la stessa Mabel, nel libro, riporta come esempio da un libro a lei molto caro di ricordi.
Tutto ciò che fa parte del contesto è descritto molto minuziosamente sia che parli della variegata fauna – vedi per esempio il Wolwerine, da noi si traduce in Volverina o Ghiottone o Gulo Gulo - sia della rigogliosa e affascinante flora
sia essa invernale che estiva, per non tralasciare le alte ed eterne vette innevate che fanno da contorno come una virtuale cartolina di saluti.

In conclusione posso senza dubbio dire che questo è un libro affascinante, ricco di tutto ciò che si vorrebbe trovare in una lettura: sentimento, emozione, gioia, dolore, verità e fedeltà, con un semplice tocco di magia; mi ha davvero conquistata, lasciandomi sinceramente soddisfatta e sazia una volta giunta a girare l’ultima pagina e posso dire che non è sempre facile trovare un testo che copra tutti questi canoni.

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L'autrice
Eowyn Ivey è cresciuta in Alaska dove vive col marito e le figlie. Il suo nome, Eowyn, è un omaggio al personaggio de Il signore degli anelli di J. R. R. Tolkien. Prima di lavorare in una libreria indipendente nella quale cerca di trovare il libro giusto per il lettore giusto, ha scritto per l'«Anchorage Daily News» e l'«Alaska Magazine».
Nel 2011 ha pubblicato per Einaudi La bambina di neve.
Il sito ufficiale dell'autrice
A presto

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