Recensione - “La cattedrale dei nove specchi” di Martin Rua

Creato il 30 maggio 2014 da Diegothriller
Recensione a cura di Don Rodrigo.
“La cattedrale dei nove specchi” di Martin Rua (Newton Compton) è il romanzo recensito oggi per voi da ThrillerPages. Clicca qui per leggere trama e note sull'autore Martin Rua, già autore del bestseller 2013 Le nove chiavi dell’antiquario è tornato. Con lui, torna anche l’amatissimo Lorenzo Aragona, simpatico protagonista della trilogia che si concluderà l’anno prossimo. La cattedrale segue lo stesso stile del precedente libro, con azione, esoterismo e alchimia che si mescolano senza soluzione di continuità in un cocktail che tiene il lettore incollato alle pagine per capire come prosegue la storia. Il libro si apre a Praga e tutta la prima parte è ambientata in un lasso temporale di poche ore che ci ricorda un po’ la struttura dei libri di Dan Brown. Il ritmo è molto alto, incalzante e il coinvolgimento del lettore è massimo. Sembra quasi di seguire il protagonista tra cadaveri, vecchi strumenti alchemici rubati, provette, hotel di lusso e scorci della splendida città ceca. Da menzionare il personaggio della prostituta, che con la sua simpatia dà colore alla vicenda e ci restituisce l’immagine di un Aragona molto umano.
La scena si sposta poi a Napoli dove il buon Lorenzo si trova costretto a indagare su un antico manoscritto per svelare gli indizi di un percorso iniziatico che dovrebbe portare alla mitica cattedrale dei nove specchi. Tra misteri veri o presunti, naturalmente il protagonista riuscirà a sbrogliare la matassa, anche con l’aiuto della sua loggia massonica e dei compagni di viaggio già conosciuti nel precedente libro: il poliziotto amico Oscar e la moglie Arti. L’epilogo, una delle parti più riuscite del libro, assieme all’inizio incalzante, ci svelerà la verità sulla cattedrale che dà il titolo al libro e sui arcani segreti. In sintesi un libro consigliato, dietro al quale si intuiscono ricerche e preparazione sui temi affrontati, che si legge con piacere e facilità. Una scrittura veloce, senza fronzoli, eppure incisiva e che ci accompagna pagina dopo pagina in un crescendo di eventi e colpi di scena, disseminati con maestria per non annoiare mai il lettore. Un libro che svolge egregiamente il suo compito di intrattenimento e che si può assaporare tranquillamente anche se non si è letto il precedente  Bravo a Martin Rua e a questo punto aspettiamo la chiusura della trilogia del “Nove”

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