"LA CENA DI NATALE..DI IO CHE AMO SOLO TE" di Luca Bianchini
• Editore: Mondadori
• Pagine: 183
• Prezzo: 10,20 € (cartaceo) - 4,99 € (ebook)
Si dice che se ami qualcuno devi lasciarlo andare. Ma perché Rachel dovrebbe abbandonare un marito perfetto e una figlia adorabile? Sembra una follia, eppure è così che ha voluto il destino: e il cuore di Rachel ha smesso di battere. Tuttavia può ancora vederli, come da dietro un vetro, sospesa tra questo mondo e l'aldilà. Può vegliare su di loro mentre cercano di fare i conti con la sua assenza, barcamenandosi tra compiti di scuola e faccende di casa. E il suo cuore palpita ancora di nostalgia, affetto, gelosia. Come quando vorrebbe abbracciare Ellie, la sua bambina. O quando vorrebbe strozzare suo marito Max perché, convinto a forza dagli amici, inizia a frequentare un'altra donna (e, con mille ritrosie, forse inizia a innamorarsene…). Fa male pensare che il tuo grande amore possa immaginare un futuro senza di te, o che un'altra persona possa crescere tua fi glia. Eppure, per Ellie e Max, la vita continua, seppur faticosamente; deve continuare. Come può Rachel opporsi, se davvero vuole il loro bene? Dopotutto, amare qualcuno è anche accettare che sia felice senza di te. Magicamente in equilibrio tra la commozione e il sorriso, questa storia ci regala una lezione d'amore: quell'amore che ci costringe alle scelte più difficili, ma che alla fine dà un senso a tutto. Perché l'amore che abbiamo dato agli altri ci rende incancellabili, anche quando il destino arriva a dividerci.
All'inizio dell'anno vi avevo parlato di un libro di un autore italiano che mi era entrato nel cuore: "Io che amo solo te" di
Luca Bianchini [
qui la recensione], ebbene dopo aver finito gli esami universitari ed essermi goduta una settimana di vacanza al mare, finalmente sono riuscita a correre il libreria per comprare il seguito, intitolato: "La cena di Natale di Io che amo solo te". A differenza dei libri di autori nuovi però, qui sapevo già un po' cosa aspettarmi e, di fatti, lo stile narrativo di Bianchini è rimasto immutato anche in questa sua nuova opera. Ha una freschezza nel raccontare gli accadimenti di queste due famiglie di Polignano che, fin dalle prime pagine sembra di essere tornati a casa. I personaggi ormai li conosciamo, primi fra tutti Ninella e Don Mimì nel loro amarsi silenziosamente e platonicamente, mentre Matilde (moglie di Don Mimì) cerca in tutti i modi di mostrarsi amata e rispettata da quel marito che ormai la guarda a malapena. In questo frangente, se devo essere sincera, non so a chi dar ragione: da un lato Matilde sa essere davvero una donna "pesante" con tutta l'importanza che da alle apparenze ed al consenso della gente, ma dall'altro non so se si merita di stare in casa con un uomo completamente assente e perdutamente innamorato di un'altra.. Ovviamente, accanto al "
triangolo di Polignano" troviamo: Chiara e Damiano, alle prese con bugie (enormi bugie!) e dolci attese, Nancy ed i suoi tentativi di perdere la verginità e Orlando - fratello di Damiano - che troverà finalmente il coraggio di farsi rispettare. Di contorno appaiono e scompaiono diversi personaggi, secondari ma non troppo, che danno quel pizzico di pepe
e di disperazione in più alle vite dei nostri amati protagonisti.
"Aveva di nuovo vent’anni. Tutte le cose imparate, tutti gli errori commessi, sembravano improvvisamente non servire a nulla. Voleva rivedere Mimì perché non avrebbe voluto più vederlo. Era quello l’amore, per Ninella: non ascoltare mai la testa ma solo la pancia."
Anche in questo libro, ho adorato Ninella dall'inizio alla fine. Lei che decide finalmente di dare una svolta alla sua vita, che si fa bionda e poi si pente, che ha il coraggio di togliersi la collana portata da una vita, per indossarne una nuova regalatale da un altro uomo. E' il simbolo della donna forte nella sua fragilità: vorrebbe poter amare Don Mimì liberamente, ma sa che manderebbe all'aria la sua stessa famiglia, così stringe i denti, si accontenta di quel poco che può ricevere - uno sguardo, una stretta di mano sotto il tavolo - e cerca di dare un senso alla sua vita. Non si piange addosso. Mai. E riesce sempre a cavarsela.
Ninella for president!
Per quanto riguarda gli altri protagonisti..beh, Damiano è un'idiota grande come una casa, mentre Chiara..beh..Chiara è innamorata come un'idiota (in senso buono ovviamente!) e non si accorge di nulla..ma, d'altra parte, anche lei ha fatto il suo bel guaio prima del matrimonio. Si potrebbe tranquillamente dire che, in questo romanzo, come in "Io che amo solo te", nessuno è un santo. Ma, ovviamente, anche nella vita reale è così..non esiste persona che non abbia fatto almeno una cazzata - grande o piccola che sia - nella sua esistenza: e probabilmente è questo che mi piace tantissimo del modo di scrivere di Luca Bianchini: lui non ci propina storielle alla Harmony, con uomini fatali che incontrano donne altrettanto fatali e si perdono in scene di sesso insipide condite da frasi tanto sdolcinate da far venire il
diabete. No,
Bianchini ci regala la vita così com'è, con tutte le vulnerabilità e le debolezze dell'essere umano, con le sue felicità, i suoi dubbi e le sue aspirazioni. Non ci sono principesse e principi che passeggiano per Polignano ma famiglie meravigliosamente normali ed umane, mentre il perfezionismo viene lasciato ai libri delle favole.
"A 17 anni, gli amici sono tutto ciò che hai. Nessuno può prendere il loro posto, nulla avrebbe senso senza di loro. Poi, col tempo, ci si illude di poterli sostituire con l'amore, rimanendo spesso delusi. Ma a quell'età si sogna l'amore solo per raccontarlo agli amici."
I sentimenti sono il collante di questo romanzo, buoni o cattivi che siano. E le emozioni che questa lettura scatena nel lettore sono un vortice di sensazioni che, alla fine, ci portano a pensare che, mentre tutti noi cerchiamo la perfezione, la normalità e l'amore per noi stessi e per
la famiglia sono le cose che davvero contano.
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