Io potrei stare meglio, ma per fortuna che ci sono i miei libri ed il mio blogghino che mi aiutano a non pensare alle (para)noie quotidiane. Dunque, lunedì, nella puntata di "Chi ben comincia" vi ho trascritto le prime righe de "La custode degli spiriti" di Melissa Marr - autrice della saga di Whicked Lovely - e, chi ha letto, sa che avevo grandi aspettative per questa nuova opera..ahimè, il mio entusiasmo è scemato nel giro di qualche capitolo.
Una trama che attirerebbe anche i più scettici, la conferma di un'autrice affermata, una copertina che ha il suo perchè..e di tutto ciò cosa rimane? Poco e niente. E poi dicono che una non si deve arrabbiare!
Ok ok, lasciando da parte i miei deliri, partiamo dall'inizio: "La custode degli spiriti" è il romanzo che segna il ritorno di Melissa Marr dopo la chiusura della fortunata saga di "Whicked Lovely". Come vi dicevo, la trama è quasi una calamita per gli amanti del genere: magnetica, originale, con quel pizzico di mistery e di intreccio che non guasta mai.
Ve la riassumo brevemente: nella città di Claysville, un'anziana - Maylene viene uccisa in modo brutale, e questo costringe sua nipote Rebekkah a tornare in quella cittadina (dalla quale sembra che nessuno riesca mai ad allontanarsi sul serio), e ad affrontare la sua vecchia vita e l'incontro con il fidanzato di sua sorella (morta anch'ella ..
«Sprecare tanta bellezza», sussurrò Maylene. «Come se i morti avessero bisogno di fiori».
Si voltò verso Rebekkah e domandò, seria: «Di che cosa hanno bisogno i morti?»
«Di preghiere, tè e un goccio di whiskey» rispose Rebekkah, allora diciassettenne. «Hanno bisogno di nutrimento».
«Di ricordi, di amore e di essere lasciati andare», concluse Maylene.
Bene, dopo un breve excursus della trama, passiamo al sodo! Premesse ottime per un romanzo piatto. Sarà sincera con voi, cari amici, all'inizio non ero così negativa e le prime pagine sono scorse in tuta tranquillità, lasciandomi presagire un'ottima continuazione..il tutto è crollato nel momento in cui c'è stato l'incontro fatale tra Rebekkah e Byron. Una cosa della serie "ci amiamo, ma non ce lo diciamo e continuiamo a lanciarci sguardi la guidi" ..una storiella che può andare avanti per una pagina, forse due, eppure l'autrice protrae il tutto per troppo troppo tempo, in un tira e molla continuo e senza spiegazione. Senza contare che i sentimenti dei due non si sentono, ma si leggono e basta: noi sappiamo che si amano solo perchè c'è scritto, non perchè sentiamo qualche brivido lungo la schiena. Tutte le sensazioni si perdono un po' per strada.
Purtroppo però, non sono solo le sensazioni a perdersi per strada, ma anche alcuni particolari, alcuni approfondimenti che sarebbero stati di aiuto, ad esempio sulla figura di Alicia e su altri personaggi, così come sull'intero Regno dei morti. In realtà ho avuto come l'impressione che fosse tutto abbozzato: come se questa fosse solo la prima stesura del romanzo, in attesa di essere approfondita, "indagata" e spiegata per bene.
A parte tutto ciò, però, vi confermo il mio parere positivo sullo stile dell'autrice: diretto e senza fronzoli (era stato proprio questo suo stile a farmi passare notti in bianco a leggere "Whicked Lovely" e seguenti), peccato che in questo nuovo libro, la stesura approssimativa della trama, faccia cadere un velo oscuro sull'intera storia. Niente approfondimenti, niente spessori. Non capisco davvero cosa sia successo a questa autrice che mi aveva così tanto conquistata tempo addietro e mi dispiace davvero doverle dare solo 2 cuori.
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