Recensione: La custode di libri

Creato il 20 febbraio 2012 da Annalisaemme @annalisaemme

La custode di libridi Sophie Divry
Prezzo di copertina: € 10,00
Editore: Einaudi
Pagine: 72
Formato: Brossura
Lingua: Italiano
Lingua originale: francese
Titolo originale: La cote 400
Traduzione: Giusi Barbiani
Genere: narrativa moderna, monologo
Dal sottosuolo di una biblioteca di provincia, la storia di un'anima ferita dalla vita e dagli uomini.«Il fatto è che la gente è sola. Terribilmente sola».
È una querula bibliotecaria di provincia la donna che parla dalla prima all'ultima riga di questo incantevole monologo. Il suo interlocutore è un ragazzo che usa il seminterrato della biblioteca come bivacco notturno. A lui la custode si rivolge mischiando vita privata, libri, invettive. E la confessione di un tenero rapimento verso uno studente di cui però contempla solo la nuca. La sua voce ci arriva sommessa, un po' nevrotica, la voce di una donna ferita da un amore andato male, chiusa in un riserbo che solo i suoi amati romanzi riescono a scheggiare. Li ama, li classifica, li commenta convinta che solo l'ordine monastico della biblioteca è medicina per il caos dei sentimenti e degli uomini tutti. E poi d'un tratto la sua voce si accende e dalla donna autoreclusa nel sottosuolo esce una pasionaria della letteratura, una tenace sentinella del silenzio, che dalla sua misera trincea di provincia difende la vertigine della bellezza letteraria contro il chiassoso vociare della subcultura di massa.



La custode dei libri è un monologo, un racconto breve più che un romanzo, intenso e sentito, un flusso di coscienza un po’ nevrotico, a tratti pedante a tratti dolce-amaro, ma appassionato in maniera inaspettata che si legge d’un fiato. Non sappiamo il nome di questa bibliotecaria, la ritroviamo una mattina prima dell’apertura a parlare (o immaginare di parlare) con un ragazzo che si è addormentato nel seminterrato della biblioteca, nel suo reparto, la geografia. Inizia così questo libro-monologo sulle biblioteche, sui libri, sull’amore, sulla letteratura e sulle persone. Lo stile è asciutto, non ci sono divagazioni inutili o descrizioni dei luoghi o delle persone, ma solo dialogo mentale a ruota libera, il pensiero della protagonista che deborda dalle pagine e colpisce il lettore, non come inno ai libri o alla lettura ma con la sola forza di chi fà dei libri la sua ancora di salvezza. Il romanzo ha il tono quasi di uno sfogo, una catarsi che purifica la mente, è il pensiero di questa donna delusa dalla vita e dedita solo ai libri e all’ordine, un dialogo mentale densissimo di riferimenti culturali e citazioni letterarie, pieno di solitudine e di grandi verità. Unica critica a questo libro che certamente si farà apprezzare è il prezzo a mio avviso troppo sopra la media di volumi che ormai si stanno assestando su cifre più competitive, senza per questo togliere nulla ad un opera che merita la spesa. L’introduzione del libro rende appieno il contenuto: “a tutti coloro che avranno sempre meno problemi a trovare un posto in biblioteca che in società dedico questo divertissement”, l’opera prima di questa giovane scrittrice francese risulta estremamente godibile, un libro ricco e affascinate, un piccolo gioiello.
Durata della lettura: una serata
Bevanda consigliata: Tè darjeelig
Età di lettura consigliata: dai 15 anni

 “Un libro piccolo e straordinario!” 




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