Trama:La vita di Lena sembra perfetta, con un matrimonio riuscito, due figli adorabili e una speciale capacità di far bene ogni cosa. Siamo in America, alla fine degli anni Cinquanta, in una quieta cittadina di provincia lontana dalle turbolenze di New York e dalle inquietudini del tempo. Lontana, certo, ma non troppo.L’estate sta finendo quando nella piccola città arriva John MacCurdy, uno scultore brusco, anticonformista e imprevedibile. Dopo un iniziale senso di avversione nei suoi confronti, Lena inizia a frequentare il suo studio per prendere lezioni di scultura e scopre di avere desideri e aspirazioni segrete, oltre a un grande talento. Con il tempo, sia l’arte che l’uomo prendono sempre più spazio nella vita di Lena, la quale si rende conto di non riuscire più a far convivere il suo mondo ordinato e prevedibile con quello istintivo e ignoto dell’arte. Una scelta sarà necessaria e nessuna direzione è scontata…Autrice di brillanti libri di successo con al centro sempre protagoniste donne in cerca della propria realizzazione, Winifred Wolfe si cimenta in questo breve e intenso romanzo di formazione al femminile. Con i suoi toni delicati e le tematiche pionieristiche, la storia di Lena diviene la storia di ogni donna che, in ogni epoca storica, si sia chiesta se la vita non fosse altrove.
L'autrice:Winifred Wolfe, nata nel 1928 a Boston, è stata autrice di soap opera radiofoniche e televisive di grande successo. Autrice di numerosi racconti, ha ottenuto il primo vero riconoscimento sul mercato editoriale internazionale con il suo primo romanzo, Tutte le ragazze lo sanno (Ask Any Girls), seguito da Un matrimonio perfetto (If a Man Answers), entrambi pubblicati da Elliot.Nelle sue opere protagoniste sono sempre donne impegnate nell’affermare una nuova identità femminile nella società dell’epoca.
Recensione:
Quando la Elliot ha pubblicato i primi due romanzi di Winifred Wolfe io non solo non conoscevo l'autrice, ma non avevo mai sentito parlare di lei. Dei completi sconosciuti, lei e i suoi romanzi. Questo però non mi ha impedito, ovviamente, di esserne attratta prima ancora di leggerli e di esserne conquistata subito dopo. Nel mentre, intanto, mi ero resa conto che in realtà io quelle storie le conoscevo, avendole già viste in tv. Da completa sconosciuta la Wolfe era passata a "conoscente per caso"...
Essendo stata colpita dal suo stile ironico, pungente, e sempre divertente, mi sono convinta che avrei voluto leggere tutto ciò che questa scrittrice aveva pubblicato in passato, sperando che venisse prima o poi tradotto anche in Italia.
La notizia della pubblicazione de La donna di pietra perciò mi ha entusiasmata e resa immediatamente felice.
Ho voluto questo romanzo senza sapere assolutamente di cosa o di chi parlasse: la Wolfe bastava a garantirmi la sua godibilità.
Fin qui il (lungo) antefatto.
Mi ritrovo quindi con La donna di pietra tra le mani, un volume piccolino, meno di 200 pagine (cosa che mi ha rattristata all'inizio: speravo di restare in sua compagnia per molto più tempo) con una cover molto simile nello stile a quella dei romanzi precedenti. Sprofondo in poltrona, mi metto comodissima, chiudo tutti i sensi verso l'esterno per concentrarli esclusivamente su quelle pagine e procedo.
Il primo stop del mio cervello arriva dopo poco.
Mi fermo per pormi qualche domanda: quando entra in scena l'ironia? Quand'è che ci si diverte? Proseguo nella lettura, e dopo altre pagine sono costretta ad un secondo, terribile, stop.
C'è un'orribile domanda che attraversa la mia mente, una domanda che speravo di non dovermi mai porre: siamo sicuri che questo romanzo l'abbia scritto proprio la Wolfe???
A quel punto il danno è fatto: la magia si è spezzata prima che ne venissi conquistata.
Il romanzo ha un tono diverso, manca di leggerezza, non ha ironia, è fin troppo serio.
Perché?
Racconta di Lena, una donna casalinga, moglie e madre di due bambini. Quando in città arriva un burbero scultore, poco socievole e poco incline alla vita del paese, Lena ne sarà attratta. Non semplicemente in quanto uomo, ma da ciò che lui rappresenta: l'arte, la libertà, la passione, l'indipendenza. Il poter fare e essere ciò che si vuole in ogni momento, senza avere una casa o una famiglia a cui dover dare conto ad ogni istante. La donna si troverà a dover lottare tra due diverse scelte: da una parte la famiglia, e quindi l'amore il calore la sicurezza la gioia, e dall'altra la libertà, e quindi la passione la solitudine l'assenza di stabilità.
Ci si ritrova a leggere di Lena con un pizzico di ansia e di dispiacere per la vita della donna che sembra non poter avere tutto ciò che desidera, essendo costretta ad una scelta che comporterà in ogni caso delle grandi rinunce.
Ci si appassiona alla storia di quella donna come alla storia di tutte le donne che, soprattutto in passato ma ancora oggi, lottano per il loro posto nel mondo, un posto che non necessariamente deve attenersi a determinati stereotipi ma che può e vuole tranquillamente uscire fuori dagli schemi.
Ci si preoccupa per il destino di una donna che sarà additata e giudicata se il suo percorso uscirà fuori da quello tracciato per lei da tutte le donne che l'hanno preceduta.
Alla fine ci si troverà ad approvare la decisione finale, che non sarà una semplice scelta di comodo ma la più coraggiosa e dettata dall'amore.
Per poter apprezzare il romanzo ho dovuto fingere che non l'avesse scritto la Wolfe, perché da lei mi aspettavo ben altro. Mi aspettavo la stessa storia ma raccontata in maniera frizzante, con stile.
Alla fine della lettura ho provato a trovare risposta alle mie domande nel web, cercando quale diffusione il romanzo ebbe in patria. Mi sono imbattuta in un romanzo con la stessa trama ma con un titolo diverso, Josie's Way: A novel, e con i protagonisti dai nomi diversi. Grazie all'aiuto della traduttrice italiana (Veronica La Peccerella) ho scoperto che di questo romanzo ci sono state due stesure: una negli anni '50, più delicata, The woman in the Stone, e una pubblicata nell'ottantuno, anno della morte della scrittrice, più forte e esplicita, Josie's Way, per l'appunto.
La necessità di riscrivere il romanzo a distanza di anni, cambiando titolo e personaggi mi fa pensare che forse neanche l'autrice fosse così soddisfatta della sua opera. Mi fa immaginare che forse la Wolfe lo trovasse mancante di qualcosa, avesse bisogno di migliorarlo. Chissà. Forse neanche lei vi si riconosceva completamente...
Sono mie supposizioni, tentativi di dare una spiegazione a queste letture così diverse.
Una cosa è certa: dopo aver letto La donna di pietra sono ancora più decisa a voler scoprire tutto di questa autrice.
Titolo originale: The Woman in The Stone
Josie's Way: A NovelAutore: Winifred Wolfe
Traduttore: Veronica La PeccerellaEditore: Elliot EdizioniPagine: 192Isbn: 9788861922655Prezzo: €15,00Data di pubblicazione: 29 Febbraio
Valutazione: 3 stelline