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Recensione:" LA LETTRICE CHE PARTÌ INSEGUENDO UN LIETO FINE" di Katarina Bivald.

Creato il 08 ottobre 2014 da Blog

Genere:  Romanzo ContemporaneoEditore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine:
384
Prezzo: 16.90€ 
Uscita: 2 Settembre 2014

Sinossi:
Sara: svedese, mai partita dalla Svezia. 28 anni, nessun incontro fatale da dichiarare. Lettrice vorace, motto: se proprio devi uscire di casa, portati un libro di emergenza. Fino al giorno in cui riceve la lettera di Amy... Amy: Americana, 65 anni, spalanca a Sara una finestra sulla vita. Le dimostra che è possibile amare la lettura senza per questo isolarsi dal mondo. Perché è bello condividere ogni piccolo momento prezioso, anche se si tratta di un romanzo. In quella corrispondenza, Sara scopre l'incantesimo di un'amicizia vera. E, colpo di scena, decide di partire per andarla a conoscere. Ma, arrivata nella sperduta città di Broken Wheel, Sara non troverà Amy ad attenderla: il suo finale, purtroppo, è arrivato prima del previsto. Ci saranno però tutti gli eccentrici abitanti descritti da Amy nelle sue lettere. E in loro Sara troverà amicizia, amore ed emozioni da vivere sulla pelle: finalmente da vera protagonista della propria vita.  
RECENSIONE A CURA DI ANITA BLAKE:
Sara, svedese, 28 anni, conduce la vita che molte lettrici sognano: lavorare in una libreria e fare amicizia con gente che ama i libri quanto lei.Quando però la libreria in cui ha lavorato per dieci lunghi anni chiude, decide di far visita alla sua amica di penna americana Amy Harris, nell’Iowa.Al suo arrivo a Broken Wheel, le sorprese che la attendono sono molte: una libreria nuova, un amore e tantissimi libri per trascorrere le giornate.Tuttavia la vicenda di Sara non è l’unica ad essere raccontata. Il libro, che può senza dubbio essere definito corale, vede vivere molte altre storie minori parallele, ognuna delle quali tocca argomenti profondi come l’omosessualità, l’alcoolismo e la differenza d’età.Nonostante la complessità del libro, esso non risulta pesante e illeggibile, anzi.A mio parere i veri protagonisti della storia sono tre: Sara, Amy e Tom.Sara è una ragazza profondamente insicura, non accettata appieno dalla famiglia che preferisce la sorella, più vivace e spigliata.Nonostante sia la classica ragazza normale che si nasconde tra le pagine di un libro per sfuggire a una realtà che non le calza e non la soddisfa, almeno fino all’arrivo a Broken Wheel, Sara ha una grande qualità: attraverso i libri sa leggere nei cuori della gente e trova sempre la storia giusta per ogni lettore.È un personaggio che colpisce per la sua mesta grandezza.Il suo arrivo in città incuriosisce tutti, poiché non capita tutti i giorni di avere una turista a Broken Wheel.  Il paese, che prende il nome dalla ruota rotta (Broken Wheel, appunto) di un carro di emigranti, è il classico paesino all’antica dell’entroterra americano. Si mantengono le tradizioni, tutti sanno tutto e aiutano gli altri.Ogni personaggio ha il suo perché nella storia, il suo ruolo nella crescita della protagonista.Ed è in questa piccola cittadina che l’anatroccolo Sara sboccia e diventa un cigno in pace con se stesso.Coprotagonista con Sara è Ami, l’anziana amica americana che, più che una presenza fisica, è un sostegno psicologico alle azioni del paese e della giovane svedese.Attorno a Emy ruotano molti eventi e gran parte delle azioni di Sara e di Tom.Non è descritta fisicamente perché il suo ruolo è più quello di mentore.Infine arriva Tom, nipote introverso di Amy che non ha mai letto un libro e non capisce perché Sara si ostini a preferire le storie inventate alle persone vere. Non per questo, però, non se ne innamora. Il lieto fine annunciato nel titolo, insomma, arriva. Un po’ ovvio forse, ma non per questo meno emozionante. È la classica storia che fa dire: “Tutto è bene quel che finisce bene”, una volta finito il libro.Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole; sicuramente un applauso va a chi lo ha tradotto rendendo al meglio la delicatezza dei personaggi.Lo svolgimento della storia è intervallato dalle lettere che Amy scriveva a Sara, lettere che vengono abilmente usate a mo’ di presentazione dei personaggi presenti nel capitolo successivo.Questi intermezzi non frammentano la storia. Incuriosiscono, anzi, il lettore.Una caratteristica del libro della Bivald che ho riscontrato in numerosissimi libri di ultima pubblicazione è che li si può dividere in due grosse parti. La prima, che arriva a metà del libro, è più lenta. Non poco coinvolgente, solo più pacata e senza grossi avvenimenti.La seconda parte è più scorrevole e si legge davvero in pochissimo tempo. Non so se sia una cosa positiva o meno, posso affermare che in questo caso non toglie nulla a una storia ben scritta e piacevole.


Voto:     

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