Qui da me è una giornata ventosa, da voi? Il freddo sta scemando, si sente, Persefone sta per uscire dal regno di Ade...ma torniamo a noi, al protagonista di oggi!
Ho parlato di questo libro nello Speciale Giornata della Memoria, e nel frattempo ho avuto modo di leggerlo, ieri sera l'ho finito e...sigh.
Titolo: La mia amica ebreaAutrice: Rebecca DominoEditore: AutopubblicatoPrezzo: 1,50 € Disponibile: ACQUISTA QUIData di pubblicazione: 27 gennaio 2014
Trama: Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente.
Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.Potete visitare il blog dell'Autrice QUI
Valutazione: quattro fiocchi di neve e mezzo
Recensione:Allora.
Dunque.
Entonces.
Donc.
So.
FINALE SCONCERTANTE, mi aspettavo di tutto, ma non questo (non spoilero, ovviamente). Inoltre il mio povero cuore verso la fine ha ceduto e mi sono data al pianto disperato.
Ma, procediamo con ordine.
Josepha è una ragazzina che ricorda a malapena com'è la vita senza la guerra, le sue giornate sono scandite dalle lezioni presso un'insegnante, dalle passeggiate con le sue amiche e dalle bombe. Ha poca simpatia coi libri di carattere nazista che legge suo fratello, ma Seffi ama le parole, scrive racconti. Quando è agitata, cammina su e giù per le stanze, una caratteristica peculiare e che rende più reale questo personaggio.
Nel libro la sua vita scorre relativamente tranquilla, sin quando non entra nella sua vita Rina, una coetanea ebrea, che vivrà nella sua soffitta per alcuni mesi.
Una cosa che ho gradito è stato l'intreccio (con relativo colpo di scena): infatti, tutta la storia è percorsa da grandi e piccoli eventi, ma ciò che davvero cambia le vite delle ragazzine arriva quasi alla fine del libro (non prima del capitolo venticinquesimo), per tanto abbiamo davvero modo di conoscere a fondo la protagonista e ciò che la circonda.
Altra pignoleria personale: il linguaggio. Davvero curato, lo stile è pulito e le frasi scorrono bene, i dialoghi sono semplici e ben distribuiti. Ho apprezzato.
La narrazione è in prima persona, di conseguenza è approfondito il profilo psicologico di Seffi, e per quanto riguarda gli altri personaggi, i tratti sono un po' più sfocati, ma questo non rovina l'efficacia del libro.
Cos'altro dire? Le emozioni sono state un crescendo, la storia è originale e il contesto... be', struggente e intenso.
L'Autrice ha dipinto una storia fresca, coincisa, drammatica, ma allo stesso tempo la voglia di vita e d'amore danno una vena ottimista che non guasta.
Concludendo: Lettura consigliata, l'abilità narrativa c'è, e conoscerete una ragazzina davvero speciale (anzi due).
Grazie infinite all'Autrice, che è stata sin da subito disponibile e si è affrettata a mandarmi il romanzo.
Bevanda: Spremuta d'arancia
Musica: Io l'ho letto ascoltando della musica celtica (che, tra l'altro, adoro)
Che ve ne pare?
Taylor.