Recensione: La profezia del lupo - L'eredità dell'Ombra, di Marilù Monda
Creato il 02 giugno 2012 da Mik_94
Cari amici, oggi, la recensione dell'ultima pubblicazione della Piemme Freeway: La profezia del lupo – L'eredità dell'ombra. Ringraziando la gentilissima Giulia dell'ufficio stampa per avermelo inviato, vi lascio con le mie impressioni e vi auguro buona lettura :)Titolo: La profezia del lupo – L'eredità dell'OmbraAutrice: Marilù MondaEditore: Piemme “Freeway”Numero di pagine: 380Prezzo: € 14,90Data di pubblicazione: 29 Maggio 2012Sinossi: Il Clan dell'ombra ha conquistato il mondo, seminando caos e distruzione. La salvezza è nascosta fra le righe di una profezia, che allude a quattro Prescelti che non potrebbero essere più diversi. Faloan, l'irruente principe del regno dell'acqua. Aidan, la malinconica principessa del regno del fuoco. Derry, un semplice contadino del regno della Terra. E Kyla, una pastorella ribelle del regno dell'aria. I quattro ragazzi hanno una sola certezza: trovare la Creatura dagli Occhi Verdi, un misterioso guerriero che li accompagnerà nella loro impresa... I poteri sono davvero ambiti e crudeli. Solo chi non li ha può desiderarli. Chi li possiede darebbe qualsiasi cosa pur di disfarsene.Sin dalle prime anteprime, La profezia del lupo, nuovo titolo della Piemme Freeway, ha fatto parlare di sé, nel bene e - soprattutto - nel male.Si è parlato tanto della copertina (giudicata dai molti brutta e di scarsa qualità), della trama poco articolata, dello stile acerbo dell'autrice e del fatto che, da un momento all'altro, il nome della fino ad allora sconosciuta Marilù Monda fosse sbandierato ai quattro venti come sinonimo di certo successo da alcuni degli autori più affermati del panorama internazionale, apparendo dal nulla, su blog e testate giornalistiche, come per intervento di un generoso deus ex machina.Il mio essere spesso cinico e disincantato, all'inizio, non ha giocato a favore del romanzo.Nonostante la copertina mi avesse attirato immediatamente, ricordandomi lo stile utilizzato da Paolo Barbieri nel realizzare la cover di Dark Eden, e l'originale font mi chiamasse dalla libreria con voce misteriosa e carica di promesse, temevo che, come molte delle recensioni lette a riguardo lasciavano trapelare, potesse rivelarsi un deludente esordio, giunto alla pubblicazione - come facilmente si potrebbe supporre - sopratutto a causa degli innumerevoli zero presenti sul conto in banca di papà Monda, proprietario di mezza New York e amico intimo di attori e star del jet set americano.Al giorno d'oggi, non si fa altro che parlare di favoritismi, quindi è comprensibile e giustificata l'iniziale ritrosia nutrita verso l'autrice.Un nome importante, però, può aprire tante porte, ma spesso può risultare gravoso e capace di alimentare pettegolezzi e battutacce piene di amaro sarcasmo, portando alla nascita di pregiudizi ancora più dannosi del tanto dilagante nepotismo.A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina: è vero! Ma, a mio parere, non è questo il caso.La storia intessuta dalla Monda è semplice e non a caso non spenderò tante parole per descriverla. I personaggi appaiono come protagonisti perfetti di una fiaba d'altri tempi.Faloan. Un comandante che del comando ha paura.Aidan. Una sposa che tradisce restando pura.Derry. Un cuore solitario che non sa restare solo.Kyla. Un paio di ali private del volo.Ribelli, coraggiosi, innamorati e pieni di valori positivi, si muovono con animo fermo e cuore impavido tra i boschi di uno stranamente spettrale Regno Unito, combattendo per la salvezza della loro gente e per preservare il mondo dal cruento attacco delle Ombre.Versatile e capace di osare, però, la giovane autrice sporca di sangue e toni foschi la storia, che, come una vecchia e preziosa pergamena, è macchiata di chiazze torbide e sbavate; sangue, barbarie e cruente descrizioni.Unisce il romanticismo e l'eleganza della fiaba alle tinte gotiche del mistero e della magia.La violenza delle battaglie, il brutale realismo di manipoli di corvi e avvoltoi che fanno scempio dei cadaveri insepolti, la triste pena comminata ai vinti e la crudeltà dei potenti sono rese con una scrittura fluida e avvolgente al tempo stesso, capace di raggelare, ma anche di regalare sorrisi con un'epica storia d'amicizia e avventura che, mescolando cristianesimo e mitologia pagana, diviene cronaca di una travolgente battaglia tra due idoli opposti: il bene e il male. La luce e le ombre.Certamente non è l'originalità il punto forte del romanzo e nemmeno lo stile, per quanto dettagliato, è esente da difetti: fanno sorridere, ad esempio, le numerose ripetizioni e il tono quasi formulare, che, a tratti, ricorda i poemi epici e la mitologia greca.Tuttavia è proprio questa spontaneità ad avermi subito conquistato. Ispirandosi alla crudeltà delle fiabe dei fratelli Grimm e alla scrittura esemplare di Edgar Allan Poe - le cui opere rimangano ancora oggi allegorie originali e intricate sulla condizione umana – la scrittrice segna il ritorno agli albori dell'avventura e la rinascita di un fantasy puro e non contaminato dalle odierne mode. Lo stesso fantasy che autori come Tolkien, Lewis e la Rowling hanno reso grande.La Monda li prende a modello e tenta di far proprie quelle modalità e quegli elementi capaci di non invecchiare mai e di suscitare eterno interesse nei cuori dei lettori. Non ci riesce pienamente, ma la sua impresa, tanto audace quanto quella che dovranno portare a termine i quattro Prescelti nel corso della saga, prendendo qua e là elementi di Stardust, I pirati dei Caraibi e Scontro tra titani, è piena dello stesso entusiasmo che l'ha indotta a scrivere e a mettersi in gioco. Un entusiasmo contagioso e vitale che, pur portandola a perdersi in descrizioni eccessive e in un intreccio troppo lineare, ricordandomi quella solerzia e quell'amore che caratterizza moltissimi autori di fan-fiction, è riuscito a conquistare anche me, un “profano” che aveva sempre guardato a elfi, cavalli fatati e arcane profezie con annoiata indifferenza.Il mio voto: ★★★★ -Il mio consiglio musicale: Breath of life – Florence + the Machine
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