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Prezzo cartaceo: € 19, 50Prezzo ebook: € 9, 99Pagine: 378Genere: ThrillerEditore: PiemmeData di pubblicazione: Giugno 2015
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Ci sono libri che ci catturano fin dalle prime pagine, altri che invece non ci convincono fin dal principio rendendoci difficile la lettura, e poi ci sono quelli che stanno nel mezzo o perché ci deludono nel finale o perché cominciano male per poi avere un picco nelle ultime pagine rendendoci soddisfatti della scelta di non aver abbandonato la lettura poiché, tutto sommato, quella nostra attenzione l’ha meritata. La ragazza del treno fa decisamente parte di quest’ultima categoria .
Ci aggiriamo per Londra, e soprattutto nei suoi sobborghi, venendo a stretto contatto con le vite dei nostri protagonisti : Rachel, la cui esistenza sta andando a rotoli, senza un lavoro ed una famiglia, l’unica consolazione è la bottiglia del vino; Chaty, amica e proprietaria di casa di Rachel farà di tutto per aiutarla; Tom, Anna e la piccola Evie, all’apparenza la famiglia perfetta; Jessie e Jason, ossia Megan e Scott, nella cui vita entrerà un uragano di nome Rachel del tutto a loro insaputa; e poi ci sono tutti gli altri, quei personaggi di contorno in grado di colorare la storia, i passeggeri del treno che la protagonista prende ogni giorno fingendo di essere quella che non è.
In relazione ad essi l’autrice è molto brava a far trapelare lo stato si angoscia e di ansia che li affligge, i loro turbamenti e le loro piccole gioie e soprattutto l’alone di pazzia che aleggia tutto intorno a loro, ma al di là di questo il libro non mi ha lasciato nulla dentro, è uno di quelli che, una volta terminata la lettura, scompare, non mi ha lasciato un segno impresso, metaforicamente parlando, sul corpo.
Nonostante questo, però, mi preme sottolineare che ho apprezzato, nel suo piccolo, la storia: è costruita bene e la sua struttura a forma di diario permette sicuramente al lettore di fare ordine nelle vicende dei personaggi e di ricostruire il tutto nel migliore dei modi.
Per buona parte del libro, anzi, diciamo anche per quasi la sua interezza, andavo avanti nella lettura solo per pura curiosità, volevo scoprire la verità a tutti i costi, e devo ammette che nel suscitarla Paula Hawkins è abilissima: il capitolo viene chiuso sempre lasciando la scena in sospeso, nel momento clou o proprio nell’attimo in cui il protagonista arriva ad una conclusione, che però non ci viene svelata.
Solo nelle ultime pagine il libro prende, senza lasciarlo, il ritmo incalzante tipico del thriller: le rivelazioni si susseguono una dopo l’altra e le scene si fanno sempre più frenetiche, peccato però che tutto ciò si è sviluppato, appunto, solo nella parte finale, lasciandomi fortemente interdetta e perplessa per tutto il corso della lettura.
Lo stile non risulta di difficile comprensione e questo contribuisce a rendere il libro molto scorrevole, tanto che ho potuto terminare la lettura, facilmente, in una sola giornata.
Nel complesso quindi posso affermare che non è stata una delle mie migliori letture, o quanto meno non una tra quelle che ho apprezzato di più, e francamente credo che il motivo risieda anche nelle grandi aspettative che riponevo su questo libro, che sono state inevitabilmente deluse: si è fatto davvero un gran parlare de La ragazza del treno, ma io mi aspettavo tutt’altro, qualcosa di più adrenalinico e meno psicotico.
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