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Recensione: La regina proibita

Creato il 05 marzo 2015 da Miriam Mastrovito @miriammas
Recensione: La regina proibita Titolo: La regina proibita 
Autrice: Anne O'Brien 
Editore: Harlequin Mondadori 
Pagine: 430
Prezzo: 12,90 (prezzo web 10,97) Descrizione:
1415. Il gioiello della corona francese, Caterina di Valois, sta aspettando che re Enrico V d’Inghilterra la salvi dalla rovina. Lui, intanto, sta falcidiando la sua gente ad Agincourt e ciò che vuole da Caterina è la sua corona, non certo il suo amore innocente. Per Caterina, l’Inghilterra è un covo di avarizia, ingordigia e diffidenza. E quando si ritrova vedova del re a ventuno anni diventa ambito premio per molti. Inizia un gioco politico mortale, in cui la regina vedova dovrà presto imparare a districarsi. I contendenti il Duca di Gloucerster, Edmund Beaufort e Owen Tudor sono già pronti a giocare.
Chi riuscirà ad averla? Chi ne causerà la rovina?

Lautrice:
Recensione: La regina proibita Ex insegnante di storia, ha deciso di realizzare il proprio sogno e dedicarsi alla narrativa. Per questo i suoi romanzi sono appassionanti e accurati.
Vive in un cottage del XVIII secolo nella regione delle Marche Gallesi, ricca di spunti di ispirazione per storie ambientate nell’Inghilterra medievale. 

La mia recensione:
Caterina di Valois è un personaggio enigmatico. Poche sono le notizie certe sul suo conto, marginale lo spazio a lei riservato nei libri di storia, probabilmente perché, sebbene Regina Vedova, non ebbe un vero ruolo nel governo dell’Inghilterra, né nell’educazione di suo figlio.
Anne O’Brien si propone di colmare la lacuna  ricorrendo al potere dell’immaginazione laddove le risorse documentali non arrivano. Ne La regina proibita, ricostruisce così una biografia romanzata, narrata in prima in persona dalla stessa protagonista, facendo rivivere fra le sue pagine la sovrana, ma soprattutto la donna.
A dispetto del suo rango, non è una storia felice e nemmeno facile quella di Caterina, segnata sin quasi dalla nascita da un destino infausto. Figlia di Carlo VI di Francia e di Isabella di Baviera, è ancora una bambina quando la sua casata cade in disgrazia. Seppure principessa, conosce la fame, la miseria, l’abbandono.
La sua infanzia triste e priva di affetti si conclude quando, ancora ragazzina, va in sposa a Enrico V d’Inghilterra. La sua sete d’amore è tanta e tale che si impegna con ogni mezzo affinché un matrimonio combinato al solo scopo di unire due corone, si trasformi in un legame che coinvolga i sentimenti. Per un attimo s’illude persino di poterci riuscire, in fondo è giovane, bella e ha donato  al Re l’agognato figlio maschio. Che motivo avrebbe Enrico per non volerle bene?
Eppure il sogno s’infrange perché Caterina rimane vedova ancor prima di aver potuto fare breccia nel cuore algido del consorte, tanto assorbito dal suo rango e dalla smania di potere da non accorgersi nemmeno di chi gli sta intorno. È a questo punto che la Storia allunga un’ombra sulla Regina, divenuta poco più che una figura di rappresentanza, mentre la penna della O’Brien prende il volo scavando nell’anima della donna e tessendo trame che parlano di dolore, di sconfitta ma anche di sogni e della ricerca spasmodica di un amore. Rimasta vedova, Caterina si ritrova intrappolata in una situazione che sembra non avere via d’uscita e che le impedisce, in concreto, di realizzare i desideri più naturali che una giovane possa nutrire: avere un compagno al suo fianco che la ami, reiterare la gioia di diventare madre, godere del tepore familiare. La legge, infatti, le proibisce di avere relazioni al di fuori dal sacro vincolo del matrimonio; non le vieta in assoluto di risposarsi, ma le consente di farlo solo a patto che il Consiglio approvi la sua scelta e… a quanto pare non v’è uomo che possa essere ritenuto idoneo al ruolo. Non va bene uno sposo di nobili natali perché potrebbe rivelarsi una minaccia al trono e non va bene nemmeno uno di umili origini perché non è buon costume mischiare le caste. Da questo punto in poi la vita privata di Caterina si trasforma nella ricerca affannosa di una via di fuga da un reticolo di leggi e convenzioni che sembrano votarla a una vita di solitudine. Ecco allora che nell’immaginario dell’autrice il personale percorso di questa Regina diviene una battaglia che ha come fine ultimo la conquista dell’amore e la rivendicazione del proprio diritto di essere donna, prima ancora che sovrana. Pagina dopo pagina la componente romance diviene sempre più preponderante e il plot si infittisce di passione sino a raggiungere il suo culmine quando la Regina triste poserà il suo sguardo su Owen Tudor, il suo umile maggiordomo di origini gallesi. Ammaliante, romantico e a tratti struggente, ho divorato e amato questo romanzo. Leggendolo ho avuto occasione di conoscere più da vicino una figura storica della quale effettivamente sapevo poco più di niente e di appassionarmi alla sua causa, al punto di fare il tifo per lei, di gioire per i suoi successi e di rattristarmi per le sue sconfitte, fino a commuovermi profondamente sul finale che esplode in un vero e proprio crescendo di emozioni ‒ rompendo anche un po’ gli schemi tipici del genere. Che si avvicini più o meno alla verità, il ritratto di Caterina di Valois tratteggiato in questo romanzo mi ha letteralmente conquistata per la determinazione e la forza d’animo.  Penso che Anne O’Brien, nel regalarci un meraviglioso romance storico, abbia reso anche un bellissimo omaggio alla sua memoria.

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