Recensione: "la rosa bianca"

Da Blake16 @Blake_165
"La Rosa Bianca" di Stefania Auci:
Francia/Scozia, 1745
Indipendente e misteriosa, Annette Pontmercy è l’amante di un capitano francese al seguito di Carlo Stuart, e per questo, quando Cameron Grant, ribelle giacobita e abile seduttore, cerca di conquistarla, lei lo tiene a distanza con ironia e intelligenza. Presto, tuttavia, Cam comprende che lei è ben altro che l’affascinante compagna di un ufficiale, e che nasconde un oceano di segreti. Ma solo alla vigilia della battaglia di Culloden Annette rivelerà infine il suo vero volto, e allora Cameron dovrà prendere una decisione che lo cambierà per sempre. 
Cosa penso:
Dopo aver letto, riletto e apprezzato “Fiore di Scozia”, non potevo lasciarmi scappare assolutamente “La Rosa Bianca”, secondo romanzo di Stefania Auci e sequel di “Fiore di Scozia”.
È passato più di un mese ormai da quando l’ho letto e tra impegni vari, il Natale nel mezzo e, cosa ancor più importante, stati d’animo un po’ cupi, non ho avuto il tempo né tanto meno la voglia – scusatemi ma quando non ho la serenità mentale trovo difficoltoso anche concentrarmi - di scriverne una recensione a tempo debito.
È vero, scrivere una recensione “a caldo”, subito dopo aver letto il libro è tutt’altra cosa che ritrovarsi a scriverla dopo un mese, ma è anche vero che se un romanzo è ben scritto e se ti ha “ammaliato” come pochi romanzi sanno fare, difficilmente potrai scordare le sensazioni e le emozioni che ti ha trasmesso… si potranno dimenticare alcune parti del romanzo, tutta questione di memoria, ma basta poco, veramente poco, per riportare alla luce le cose importanti, le sensazioni, le emozioni e ritrovarsi catapultati nuovamente nel fulcro della storia.
Ebbene, come accadde per “Fiore di Scozia”, anche “La Rosa Bianca” ha saputo regalarmi forte emozioni, anche se pur di poco “Fiore di Scozia” rimarrà sempre il mio preferito.
La storia si accavalla con gli eventi narrati nel libro precedente: mesi prima l’inizio della rivolta degli Scozzesi contro l’Inglesi, l’avanzata di Carlo Stuart e la sua rivendicazione del trono scozzese, la sanguinosa battaglia di Culloden e le conseguenze di una guerra cruenta e logorante.
Protagonisti sono Cameron Grant, uno dei Fedelissimi - amico e compagno di Alexander Morgan, l’indimenticabile protagonista di “Fiore di Scozia” - seduttore e Don Giovanni, e Annette Potmercy, una bellissima spia francese, donna indipendente e misteriosa.
Presto le strade dei due si incroceranno e se da prima per Cameron, Annette non è altro che un’ennesima donna da conquistare, ben presto si renderà conto che lei non è quello che sembra, che in lei si cela ben altro che grazia e bellezza… che lei sarà la donna che gli ruberà il cuore.
E Annette stessa capirà che non sarà così facile mantenere le distanze e un certo distacco emotivo da Cameron, anche perché l’imminente guerra legherà i loro destini indissolubilmente.
Con la “Rosa Bianca” si riconferma il talento narrativo di Stefania Auci.
Anche questa volta è stata capace di condensare in circa trecento pagine di tutto e di più, non rendendo mai la storia noiosa e confusionaria.
Ancora una volta si nota la sua passione per la Scozia e per la storia che questa ricca e remota terra porta con sé, e ancora… ha saputo rendere i personaggi veri, reali, persone in carne ed ossa.
Mi è venuto spontaneo fare un confronto fra i protagonisti del precedente romanzo e quelli de “La Rosa Bianca”
Annette Potmercy è tutto l’opposto di Deirdre Murray, la bellissima protagonista di “Fiore di Scozia”, infatti, l’Auci non poteva creare due protagonista, due eroine, così diverse e uguali allo stesso tempo: diverse, perché mentre Deirdre ancora è una giovane donna, inesperta e che solo da poco sta imparando a conoscere le vere e dure difficoltà della vita, Annette, al contrario, è una donna vissuta, con le sue esperienze e con una tragica storia alle spalle, che fa un lavoro che spesso la mette in prima linea di fronte al pericolo.
Ma entrambe sono coraggiose, sfidano il destino, si sacrificano per amore, lottano per amore e, cosa più importante, amano con tutte se stesse, con tutta la forza che questo sentimento sa dare.
Mentre Cameron, be’ è il classico – o quasi - “prototipo” dell’uomo ideale: bello, leale, coraggioso e donnaiolo, che ha l’aria del “cattivo ragazzo”.
Anche qui nasce spontaneo il confronto con Alex Murray, ma a differenza di Annette/Deirdre, le differenze son ben poche, e man mano che la storia procede si assottigliano sempre di più fino a scomparire.
Anche lo stile narrativo è impeccabile, uno stile elegante, semplice, accattivante e per niente noioso.
Ma se pur di poco “La Rosa Bianca” non ha mi ha saputo coinvolgere appieno come accadde con “Fiore di Scozia”.
Sarà forse perché ho apprezzato maggiormente i protagonisti del primo romanzo, forse più alla portata, più semplici, sarà forse perché adoro le storie che uniscono in sé storia, avventura e passione, per carità presenti anche ne “La Rosa Bianca”, ma in “Fiore di Scozia” le ho avvertite maggiormente, complice forse il triangolo amoroso, o quasi, che vede coinvolti i protagonisti.
Non so, mentre “Fiore di Scozia” era maggiormente incentrato sui sentimenti e la guerra ne era il contorno, ne “La Rosa Bianca” si assiste ad una sorta di inversione: viene dato ampio spazio alla guerra, visto che entrambi i protagonisti ne sono parte attiva, e poi alla fuga continua e costante che li vede impegnati a scappare dalla forca e salvare dallo stesso destino Carlo Stuart… insomma, come se non ci fosse tempo per pensare ad altro se non a fuggire.
Ma questo non cambia il mio giudizio su questo secondo romanzo - bello, coinvolgente, emozionante – e riconferma la bravura di Stefania Auci, che con i suoi romanzi ci regala sempre grandi emozioni e nuove avventure…
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 9 Dicembre 2012GIUDIZIO:

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