In un fossato, lungo una strada provinciale ai margini della città, la Polizia ritrova un cadavere reso irriconoscibile dall'azione impietosa dei topi. Cosa o chi ha ucciso quell'uomo senza identità e senza più nemmeno un volto? Un rapinatore inesperto? Un magnaccia violento? Un pirata della strada fuggito dopo l'incidente? Una morte così fa scalpore in una città di provincia come Brescia, ma per l'ex giudice Petri allo stupore si aggiunge l'orrore, quando si rende conto che quell'uomo altri non era che il suo vecchio amico e medico curante, il dottor Emilio De Paoli, misteriosamente scomparso da troppi giorni. Il buon Petri, sconvolto, si butta nell'indagine anima e corpo, costringendo il commissario Miceli, che ormai lascerebbe volentieri le rogne al nuovo commissario Grazia Bruni, a rimettersi in gioco. Saranno però necessari l'esperienza e l'intervento di tutta la squadra al completo, con il nuovo vice ispettore Armiento, il navigato Maccari, il bravo Esposito, gli inseparabili Grasso e Tondelli, e persino il procuratore Martinelli, per risolvere il caso e restituire onore e giustizia all'amico di Petri. Anche se forse, per una volta, il vecchio giudice non avrebbe voluto portare a galla la verità, forse sarebbe stato meglio lasciarla in fondo a quel fosso...
Ho sempre sostenuto, come ormai sapete, di apprezzare maggiormente i Thriller rispetto ai Gialli: merito del ritmo e delle storie più ansiogene, il primo genere mi ha sempre fatto divorare libri su libri, facendomi allontanare dal secondo che sto riscoprendo solo ultimamente con mia immensa gioia: Gianni Simoni non è un'eccezione e La scomparsa di De Paoli entra diritto tra i miei Gialli preferiti.
Ci troviamo in Lombardia, e più precisamente in quel di Brescia, in compagnia della squadra mobile, capitanata dal nuovo commissario Grazia Bruni, e di un giudice ormai in pensione, Carlo Petri, che, a tutti gli effetti, collabora con gli agenti nelle innumerevoli indagini che si trovano ad affrontare. Con il passare degli anni entrambi hanno visto succedersi decine e decine di crimini, dai più efferati ai più spiacevoli, ma questa volta è diverso, la vittima non è una persona qualunque, almeno non lo è per Petri: viene infatti ritrovato il cadavere del dottor Emilio De Paoli, medico curante, ma soprattutto amico del giudice, che nell'indagine dovrà scavare a fondo nella sua psiche e trovare il coraggio di non mollare e andare avanti, nonostante tutto, per la sua irrefrenabile sete di giustizia. Chi ha ucciso così brutalmente il medico? Mosso da quale movente ha messo in atto l'assassinio? Le piste da seguire non mancano, ma quale sarà quella giusta? In un susseguirsi di azioni e sentimenti il lettore verrà trasportato, dolcemente, verso la sconcertante una verità che, senza ombra di dubbio, lascerà tutti con l'amaro in bocca.
Il lettore viene immediatamente catapultato all'interno della storia: la prima scena che ci si ritrova davanti è esattamente quella del ritrovamento del cadavere che verrà poi identificato e si scoprirà appartenere al dottor De Paoli, medico curante di molti abitanti della città. Subito dopo, però, il lettore viene sorpreso perché l'autore si ferma un attimo e, a ritroso, veniamo a conoscenza dei fatti che portano il giudice Petri, la moglie, la cameriera e la segretaria del medico a conoscenza della sua morte, dando vita a scene pregnanti di sentimenti di una grande intensità. Una volta identificato il cadavere, e dopo aver fatto scendere qualche lacrimuccia, il lettore stesso viene immerso nelle indagini che seguiranno passo passo la vita della vittima, fino a che un grande colpo di scena non darà una svolta al caso interrompendo di colpo i mille pensieri che, durante la lettura, inevitabilmente affiorano nelle mente del lettore.
La storia è costruita benissimo ed in poche pagine riesce a coinvolgere, senza alcuna difficoltà, il suo grande pubblico, ma il fiore all'occhiello sono sicuramente i personaggi, unici ed inimitabili, profondi ed ironici come pochi: il giudice Petri è ormai un signore anziano, ma assolutamente astuto, molto intelligentemente sa raggirare le persone portandole a fare quello che ha pianificato fin dall'inizio, molto sicuro di sé e molto coraggioso non si dà mai per vinto, disposto a rivelare la verità a tutti i costi, insieme a sua moglie Anna, che formano una coppia d'altri tempi molto più che memorabile, ci faranno leggere aneddoti di vita e ci faranno capire come l'Amore non smetta mai di riempirci l'esistenza; il nuovo commissario a guida della squadra mobile, Grazia Bruni, è una donna tutta d'un pezzo, decisa e rispettosa sarà in grado di guidare l'indagine verso la verità in compagnia degli agenti per nulla sprovveduti e dotati non solo di una grande abilità nel gestire il caso, ma anche di una discreta simpatia, difficile da far affiorare in situazioni simili; i personaggi di contorno diventano anch'essi, con il proseguire della lettura, qualcosa di più, parte integrante della storia come Roberta, la cameriera di De Paoli, grazie al quale ha radicalmente cambiato vita, oppure Eleonora, la segreteria all'apparenza svampita, ma che cela una grande personalità, o ancora la famiglia Bertelli, colpita da una grande disgrazia che in pochi sarebbero in grado di affrontare, e forse nemmeno loro ne sono capaci, il Signor Luciani e altri ancora che coloreranno la storia di tante piccole sfumature, rendendola sicuramente più interessante.
Riassumervi in poche righe di cosa viene trattato nel libro, al di là del caso di omicidio da risolvere, non è facile perché sicuramente fargli onore è difficilissimo: l'intensità dell'Amore che lega Carlo e Anna così come l'amicizia che il giudice ed il medico hanno imparato a coltivare negli anni sono introvabili altrove e ci vengono descritti in maniera così appassionata da farci scaldare il cuore. Altro tema centrale è l'ironia, la si ritrova in tutto il libro ed è in grado di dare colore ed allegria ad una storia per certi versi straziante.
"Non potremmo fare la pace?" chiese lei.
Era un evento eccezionale, ma lui tenne duro: "Non ancora. Al massimo un armistizio."
Dopo cena si rimisero sul divano in salotto.
"Davvero buono quell'articolo dell'Urbinati. Avevi proprio ragione.", esordì lui.
Anna gli sorrise e appoggiò il capo sulla sua spalla. L'armistizio aveva avuto esito positivo, ma dubbi in proposito lei non ne aveva mai avuti. Sapeva che Carlo aveva tanti difetti, ma non sopportava una situazione di malumore tra loro che si protraesse per più di qualche ora.
In ultimo, vorrei sottolineare anche un'altra cosa che ho apprezzato particolarmente: nel libro svariate volte vengono fatte citazioni letterarie di libri non indifferenti, come La verità sul caso Harry Quebert o I fratelli Ashkenazi, che lasciano intravedere l'animo da lettore del nostro, italianissimo, autore.
Lo stile risulta molto scorrevole, semplice e per nulla arzigogolato, perfetto per la storia narrata.
Gianni Simoni mi ha letteralmente conquistata.