La scuola degli ingredienti segreti, di Erica Bauermeister – ed. Garzanti – 2011.
Giudizio 5/5
Trama. Il profumo di vaniglia e cioccolato riempie la stanza in soffici ondate sovrapposte all’aroma pungente e speziato della cannella. È lunedì, nel ristorante di Lillian è giorno di chiusura, e come ogni settimana si tengono le lezioni del corso di cucina. Circondata dagli allievi, Lillian è in piedi dietro il piano di lavoro: muove delicatamente le mani, sta per aggiungere l’ultimo tocco, l’ingrediente segreto, e poi la torta sarà pronta. Pronta ad addolcire un momento di tristezza, a suggellare una promessa, a regalare un briciolo di felicità.
Nessuno meglio di Lillian conosce la magia degli ingredienti: era solo una bambina quando, grazie a una misteriosa ricetta donatale da Abuelita, la donna della bottega delle spezie, ha salvato sua madre. Sono passati anni da allora, anni in cui ha combattuto, ha sofferto, si è ribellata, a volte ha perso ogni certezza, tranne una:la fiducia nella magica alchimia del cibo. Per questo il suo ristorante è un luogo speciale, dove si ritrovano ricordi perduti, si stringono promesse d’amore o nasce un’amicizia.
Lo sanno bene gli allievi del corso di cucina, tutti alla ricerca dell’ingrediente segreto che ancora manca alla loro vita. Come Claire, giovane madre insicura; o Tom, che ha appena perso la moglie; Chloe, ragazza maldestra e vitale; Isabelle, che non ricorda nulla tranne le ricette. Per tutti loro Lillian sa trovare una soluzione: ecco allora che le tortillas restituiscono il gusto piccante dell’avventura, una soffice glassa sa far dimenticare un tradimento e un ragù al pomodoro può addirittura schiudere le porte di un nuovo amore.
Ciò che Lillian non sa, o che a volte perde di vista, è la ricetta giusta per lei. Potrà ritrovarla solo se accetterà di mettersi alla prova.
Un romanzo memorabile sui piaceri e sulla magia del cibo, un’alchimia di sapori e sentimenti che racconta una storia di speranza e amore, di gioia e di sorprese. [Dalla seconda di copertina]
Scrittrice. Erica Bauermeister si è appassionata allo slow food durante i due anni trascorsi nell’Italia settentrionale con il marito e i figli. Ha insegnato letteratura alla University of Washington e vive a Seattle con la famiglia. [Dalla terza di copertina]
Osservazioni speciali di Patrizia.
Ho assegnato cinque stelle aNobii su cinque a questo “gustoso” romanzo di Erica Bauermeister.
Tra queste pagine non ci sono scoperte che sorprendono il lettore (se non quella dell’ingrediente segreto di cui presto si comprende l’essenza), né personaggi che colpiscono per le proprie stranezze o per gli eccessi.
Gente comune, con nell’animo le insoddisfazioni (sentimentali, professionali, familiari), i dolori, le malinconie, le gioie, tipici dell’essere umano, si ritrova, ogni primo lunedì del mese, al ristorante della chef Lillian: persone animate dalle più diverse motivazioni, decise ad intraprendere la propria avventura culinaria attraverso le lezioni della scuola di cucina tenute dalla titolare.
Lillian, padre assente e madre fagocitata dai libri, trova nella cucina l’esperienza che la porterà alla crescita emozionale e psicologica. Mentore della giovane Lillian è Abulita che in lei vede e coltiva ciò che l’avrebbe portata all’affermazione di sé: la passione.
Proprietaria e chef del ristorante che porta il suo nome, Lillian mette a frutto il proprio talento non solo soddisfacendo il palato dei clienti del locale, ma anche dando speranza a coloro che, come lei, cercano nella cucina la propria anima dispersa.
Alla corte di Lillian il lettore conosce, dunque, uno ad uno i partecipanti del corso di cucina e le loro storie.
Claire, cassiera in banca, alle prese con le insicurezze tipiche di ogni donna diventata mamma, si confronta con la cottura dei granchi.
Carl, agente finanziario, lo si osserva tra i ricordi e le certezze di un matrimonio consolidato e la cottura di una torta; Helen, sua moglie, è coinvolta dall’aroma dell’aceto balsamico spalmato sulla pelle e dal profumo deciso della fonduta di formaggio.
Antonia, designer di cucine, si confronta non solo con le scelte avventate dei clienti del suo studio, ma anche con odorosi rametti di rosmarino e la preparazione della cena del Ringraziamento.
Tom, laureato in giurisprudenza, immerso nel dolore e nel silenzio per la perdita di Charlie, si scontra con i sapori ed i profumi dell’aglio e delle cipolle utilizzati dalla moglie cuoca per le sue pietanze e sperimenta l’ingrediente segreto per eccellenza necessario in cucina: il tempo.
Chloe, che per vivere sparecchia tavoli al Lillian’s, si raffronta con la preparazione della pasta al sugo e delle tortillas, nonché con la propria autostima ed con il rapporto con il compagno Jake.
Isabelle si ritrova persa nel profumo della salvia ed in un mondo che non sempre riconosce e che giorno dopo giorno le diventa estraneo.
Jan, ingegnere informatico, eccessivo nella disciplina e nella programmazione in cucina come nella vita, si imbatte in Antonia e le stelle cominciano a cadere sul ripiano della cucina nel suo piccolo appartamento di scapolo.
Tutte queste storie accarezzano la fantasia del lettore, che al termine del romanzo rimane in attesa degli sviluppi di queste vite, non curioso ma rapito dalla normalità delle esistenze che si sono raccontate in questa cucina empia di profumi, colori, sapori e aromi.
L’atmosfera avvolgente e coinvolgente che viene narrata da Erica Bauermeister è tangibile: è viva, vitale, stimolante.
Il linguaggio che accomuna e fonde l’arte del cucinare con quella del romanzare è a tratti lirico.
Un libro che sa di condivisione, di compagnia, di chiacchiere tra amici, immersi in quel calore speciale ed unico che sprigiona solo il focolare domestico.
Toni caldi per un romanzo che scorre veloce come un buon bicchiere di vino rosso e sazia come la più semplice e gustosa delle pietanze.
Dal romanzo…
“Gli allievi di Lillian arrivavano con una vasta gamma di motivazioni diverse, alcuni attratti da una brama tuttora inappagata di sentire mormorare complimenti culinari, altri venuti per trovare un cuoco più che per diventarlo. Taluni partecipanti non desideravano affatto delle lezioni di cucina, presentandosi con un buon regalo in mano, come durante una marcia forzata destinata a un sicuro fallimento; sapevano che le loro torte sarebbero sempre risultate basse, le loro salse alla crema piene di piccoli e sconcertanti grumi di farina, come bollette nella cassa della posta quando avevi sperato in una lettera d’amore.
Poi c’erano quelli che parevano non avere altra scelta, che non riuscivano a rimanere fuori da una cucina più di quanto un cleptomane riuscisse a tenere le mani in tasca.” (p. 10)
“Era insolito vedere una coppia nella scuola di cucina di Lillian; i corsi erano talmente costosi che quasi tutti mandavano un rappresentante: esploratori alla Marco Polo impegnati in una missione coniugale volta a riportare a casa nuove spezie, trucchi capaci di modificare un pasto o una vita. In qualità di delegati, solitamente arrivavano con obiettivi ben definiti – cene a piatto unico per famiglie indaffarate, un imperdibile sugo per la pasta – per venire poi deviati dalla sontuosa compattezza del formaggio di capra fresco che indugiava sulla lingua, da una marinata al vino rosso lasciata per giorni a insinuarsi in un pezzo di vitello.
In seguito, raramente la vita domestica rimaneva la stessa.” (p. 59)
Erica Bauermeister
La scuola degli ingredienti segreti
ed. Garzanti
Anno 2011, pp. 216
ISBN 9788811694267