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Recensione: La vita s'impara, di Corrado Augias

Creato il 10 agosto 2024 da Gliscrittori
Recensione: La vita s'impara, di Corrado Augias

Libri Recensione di Davide Dotto. La vita s'impara di Corrado Augias (Einaudi). Navigare tra il tempo e la memoria, tra autobiografia e storia.

La vita s'impara di Corrado Augias, pubblicato da Einaudi, è più di un'autobiografia. Infatti tira le fila di un passato che ci riguarda da vicino. Le generazioni che si sono avvicendate lo percepiscono in modo differente, perché lo riscoprono nella propria memoria, o lo incontrano in un museo, reale o immaginario; in ogni caso, esso condiziona il nostro presente. Quando viene evocato, il passato è meditato, conosciuto e assimilato.
La vita s'impara di Corrado Augias offre un inventario delle emozioni vissute, con uno sguardo attento tra bello e brutto, buono e cattivo, gioia e tristezza, fiducia e disincanto. Si tratta di una narrazione collettiva oltre che individuale, in cui le due dimensioni dialogano fino a confondersi, creando un ponte che abbraccia gli ultimi novant'anni condividendo una comune eredità.

Non è la stessa cosa vivere in prima persona fatti di cui le generazioni successive hanno appena sentito parlare, o forse nemmeno.

Ciò vale per chi è nato negli anni Venti-Trenta e ha vissuto direttamente le guerre mondiali e le loro immediate conseguenze, compresi i traumi e i sacrifici del periodo post-bellico. Ma riguarda senz’altro anche la società moderna, che si è eretta sulle conquiste ottenute.
Le generazioni nate negli anni Cinquanta e Sessanta, cresciute nel dopoguerra e nel periodo di ricostruzione, hanno ereditato valori e lezioni dai propri genitori, unitamente a una prospettiva di speranza, progresso e fiducia nel futuro. Quelle degli anni Settanta e Ottanta, cresciute in un mondo relativamente stabile, sono consapevoli a modo loro di questo passato impegnativo.

Le cose si complicano un po’ con i nati tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, dato che la loro connessione con questi eventi è più remota e distante, e ciò che ne ricavano deriva da romanzi, saggi, film e documentari (se hanno la pazienza, la voglia e la curiosità di approfondire).

Le testimonianze dirette diventano sempre più rare e preziose, gli interlocutori scarseggiano e i filtri si moltiplicano; gli eventi del passato – soprattutto se non assimilati e interiorizzati – sfumano e si fanno astratti.
Molte cose vengono comprese solo molto tempo dopo, grazie al lavoro degli storici.
Spesso, chi ha vissuto e documentato certi eventi ha aspettato decenni prima di parlarne, poiché la distanza temporale permette una maggiore oggettività. Questo è il caso di Il confine di Sebastiano Vassalli, ma anche del racconto della caduta del muro di Berlino.

In sostanza, non è facile raccontare gli eventi nel momento stesso in cui accadono.

Si oscilla tra testimonianza, romanzo e cronaca destinata a diventare storia. L’inchiesta giornalistica – nei limiti del possibile – assicura la distanza e l’oggettività necessarie. Con il passare del tempo (anni o decenni), le questioni vengono approfondite e lo sguardo si amplia. Tuttavia, ci si può confrontare con dati e informazioni difficili da reperire o irrimediabilmente perduti.
La differenza tra realtà e rappresentazione s’è fatta sottile nel mondo in gran parte virtuale nel quale viviamo oggi. Corrado Augias La vita s'impara

Più di qualcuno ormai, come Byung-Chul Han, parla di Crisi della narrazione, e non può essere altrimenti in un contesto di sovrabbondanza delle informazioni.

E la rapidità con cui esse vengono diffuse attraverso fonti non sempre attendibili, la cui selezione richiede una riflessione approfondita. In questo scenario, diventa complicato fare ciò che Corrado Augias riesce a compiere in queste pagine: leggere tra le righe senza fermarsi su ciò che appare in superficie.

La vita s'impara

di Corrado Augias
Einaudi
Autobiografia
ISBN 978-8806259594
Cartaceo 19,00€
Ebook 10,99€

Quarta

Arrivato alla soglia dei novant’anni, dopo aver affascinato i suoi lettori con i segreti della Storia, della musica e della religione, Corrado Augias racconta l’avventura di una vita, la sua. E con grande talento di narratore, evoca l’infanzia in Libia, il ritorno a Roma, l’incubo dell’occupazione tedesca, il collegio cattolico, i primi passi nel giornalismo, e poi «Telefono giallo» e «la Repubblica». È un racconto che ha il calore e l’empatia della conversazione tra amici: la vita s’impara, ci dice Augias – soprattutto se non si perdono mai la curiosità intellettuale e la passione civile. A quasi novant’anni, Corrado Augias è un prezioso testimone del cambiamento. L’Italia di oggi – esclusi gli eterni vizi nazionali – assomiglia poco a quella di ieri. Augias ci racconta l’infanzia passata in Libia al seguito del padre ufficiale della Regia Aeronautica; la guerra e i bombardamenti; l’incubo di una feroce e lugubre occupazione; gli anni in un collegio cattolico, per lui che oggi si confessa ateo. E poi la vita professionale, il giornalismo, i libri, le fortunate circostanze che lo hanno reso partecipe di tre eventi importanti nella vita culturale del paese: la nascita della Direzione centrale programmi culturali della Rai; la fondazione del giornale «la Repubblica» nel 1976, il rilancio di RaiTre nel 1987. L’invenzione di alcuni fortunati programmi televisivi da «Telefono giallo» a «Babele», da «Città segrete» alla più recente creatura «La gioia della musica», ultimo programma ideato per la Rai prima del passaggio a La7 ancora una volta con un fortunato programma di cultura: «La Torre di Babele». Accadimenti che sono però solo la parte pubblica di un percorso che ha una componente intima ancora più interessante: il lungo apprendistato a una matura dimensione d’intellettuale. Agli eventi che hanno scandito la sua vita, Augias affianca le letture di cui s’è nutrito e dalle quali ha «imparato a vivere». Da Tito Lucrezio Caro a Renan, da Feuerbach a Freud e poi Spinoza, Manzoni, Beethoven, Nietzsche, Leopardi, i suoi maestri sono pensatori, poeti, narratori, musicisti: una costellazione ampia che non esita a chiamare il suo pantheon, figure che hanno arricchito il suo percorso professionale e, insieme, la sua consapevolezza di cittadino.


Davide Dotto



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