Magazine Cinema
[Recensione] Ladyhawke (di Richard Donner, 1985)
Creato il 03 gennaio 2014 da Frank_romantico @Combinazione_CE anche Silly, che ospito spesso da queste parti, vuole farvi gli auguri per il nuovo anno appena sopraggiunto. E per farlo ha deciso di scavare nei ricordi e regalarci la recensione di un classico della cinematografia fantastica, Ladyhawke, del mitico Richard Donner. Un film che fa parte del bagaglio cinematografico, culturale ed emotivo di molti di noi. Ma basta parole, vi lascio alle parole di Silly.
Nostalgia, nostalgia canaglia (volume 1): Ladyhawke, di Richard Donner (1985)
La nostalgia è un sentimento malvagio, ti aggredisce quando meno te lo aspetti e ti teletrasporta in un passato morto e sepolto, spesso e volentieri a braccetto con quella sensazione di spleen tanto cara a Baudelaire e a Brian Eno ("By This River" mi sta facendo compagnia in questo momento). Ci sono periodi della vita in cui i ricordi diventano un fardello, perché ti impediscono, come dice una mia amica, di crescere in verticale. Di andare avanti, insomma. Ora, non per tediarvi cari lettori, ma sono bella accomodata in questa postazione dimmerda. Tuttavia, tornare a quei tempi antichi può essere una coccola che ci meritiamo, fin tanto che non si sbroglino le sciagure del presente.
Rivedere Ladyhawke dopo tanti anni mi ha riempito il cuore di una gioia quasi insopportabile. Perché l’opera di quel brav’uomo di Donner (serve davvero che vi ricordi di chi sto parlando? Superman, quello leggendario, I Goonies in compagnia di Spielberg e Arma letale, tra le cosette che ha sfornato) è una favola incantevole che, riproposta nella vacuità dell’oggi, probabilmente risulterebbe una schifezza degna di una fiction di bassa lega. Ma cos’aveva di speciale il cinema degli anni 70-80? Il cuore. Un cuore pulsante e coraggioso. E nel caso specifico di Ladyhawke, la potenza di una storia semplice, ma nel contempo magica e appassionante. “Sempre insieme ed eternamente divisi”, sono Navarre (Rutger Hauer) e Isabeau (MichellePfeiffer), il primo al tramontare del sole diventa lupo, la seconda al sorgere del sole diventa falco. Due amanti separati ed intrappolati da un incantesimo messo in atto dalla gelosia furibonda del Vescovo di Aguillon (John Wood). Ma Philippe Gastone (Matthew Broderick), detto il topo, un giorno fugge dalla terribile prigione della fortezza del Vescovo (“Uscire dall’utero materno non è diverso… Oddio… Ché ricordo!”) e incontra prima Navarre e poi Isabeau. Con l’aiuto del mio personaggio preferito, quel burbero bonaccione di Imperius (Leo McKern), aiuterà i due innamorati a ricongiungersi da esseri umani. La meraviglia di questa favola sta anzitutto nella fotografia semplice, naturale e proprio per questo suggestiva.
L’ambientazione è tutta a casa nostra, tra l’Abruzzo, Emilia Romagna e le Dolomiti, andiamone fieri. La pellicola è pervasa dalla magia, rifiutata dapprima da quel simpatico mascalzone di Philipe, poi accettata grazie al rapporto che si sviluppa con Navarre, Isabeau e Imperius. La magia come veicolo miserabile se accostata alla crudeltà del Vescovo. Lui stesso sostiene di credere ai miracoli, perché è il suo ruolo ad imporglielo. E qui la magia evapora, non richiama il fantastico, ma consacra la bestialità di uomini meschini che lo sono a prescindere. La colonna sonora di Andrew Powell rende quest’avventura epica e la perfetta interpretazione dei protagonisti è ancora oggi commovente. E certo, è bellissima e maledettamente romantica la storia d’amore di Navarre e Isabeau, ma l’abbraccio tra Philippe e Imperius e la loro uscita di scena è probabilmente il momento più emozionante per me.
Quando è uscito Ladyhawke avevo tre anni, non ricordo quando lo vidi precisamente, una data qualsiasi della mia carriera alle elementari. Visto a casa, su una vhs, come ho fatto per tutta la mia infanzia, finché al cinema non ci sono andata per i fatti miei. Perché la mia famiglia al cinema non mi ha mai portato, questo privilegio me lo sono regalato da sola. Ma ho avuto la fortuna di avere dei fratelli più grandi, uno dei quali registrava tutto togliendo la pubblicità e catalogando le vhs in ordine di genere (io me le ricordo ancora le etichette colorate con scritto fantascienza, horror, commedia ecc). Sì, di questo ho nostalgia, di quei tempi in cui la famiglia, seppur incasinata e complicata, riusciva comunque ad essere una risorsa. Ora, essendo in mood nostalgia, aspettatevi altre perle vintage. Anche delle ciofeche magari, perché no. Nel frattempo, buon ascolto.
Silly
Possono interessarti anche questi articoli :
-
I Morgana Paghiamo Noi domani 1 Luglio su Radio Linea n°1
Domani 1 Luglio alle ore 19:20 su Radio Linea n°1 andranno in onda I MORGANA con il brano "PAGHIAMO NOI" "I MORGANA" sono un gruppo rock dalle sfumature... Leggere il seguito
Da Pjazzanetwork
MUSICA -
Alessandro Bergonzoni a Fidenza – giovedì 2 luglio 2015
Musica in Castello: Alessandro Bergonzoni a Fidenza – giovedì 2 luglio 2015 “Parole e musica di e con….” Giovedì 2 luglio alle 21. Leggere il seguito
Da Ambrogio Ponzi
ARTE, CULTURA -
Una famiglia americana di Joyce Carol Oates
Una famiglia americana Lingua:Italiano | Numero di pagine: 506 | Formato: Copertina rigida Isbn-10: A000179601 | Data di pubblicazione: 01/11/2004 Di Joyce Caro... Leggere il seguito
Da Monica Spicciani
CULTURA, LIBRI -
Novità librarie di luglio: alcune uscite da tenere sott'occhio
Luglio è alle porte, e le case editrici diradano le pubblicazioni concentrandosi soprattutto su libri "da spiaggia": gialli e thriller, naturalmente, ma non... Leggere il seguito
Da La Stamberga Dei Lettori
CULTURA, LIBRI -
Storytelling – L’orgoglio di Pablo
di Fabio CampocciaCapitolo I Benvenuti al centro di riabilitazione antigender! Benvenuti a voi che avete finalmente deciso di dire “BASTA”, di prendervi cura... Leggere il seguito
Da Abattoir
ATTUALITÀ, CULTURA -
Un’opera d’arte al mese #8 – L’unione della terra con l’acqua
Ciao a tutti! Eccoci qui con un nuovo appuntamento della rubrica Un’opera d’arte al mese (visto che se mi impegno riesco a non far scadere il mese? XD). Leggere il seguito
Da Ilariagoffredo
CULTURA