Recensione:
Definire Le osservazioni un romanzo vittoriano - come ho letto spesso in giro - non rende bene l'idea.
Crea delle aspettative che cadranno a pezzi dopo le prime pagine.
Non ci troveremo di fronte alle tipiche forti donne dei romanzi delle Bronte, né alle tipiche ambientazioni dickensiane o a scene alla Vanity Fair di Thackeray...
La Victorian Age non si avverte nell'aria né nel linguaggio usato: la protagonista parla - soprattutto a inizio romanzo - in una maniera così colloquiale da sfociare talvolta nel volgare.
Il primo impatto col romanzo non è immediatamente positivo: ci si rifugia tra quelle pagine per farsi trasportare in un'epoca che solitamente amiamo visitare, e ci ritroviamo in un mondo completamente diverso. Non capiamo perché Bessy, la protagonista, non sia come la immaginavamo né comprendiamo le intenzioni dell'autrice.
Perché parlare di questa donna un po' ignorante un po' volgarotta, e del suo fortuito prestare servizio presso Mrs Arabella?
Personalmente l'inizio mi ha un po' irritata: non mi piacevano i personaggi, non mi piaceva l'ambientazione, non mi piaceva il linguaggio usato. Né la scelta dell'autrice di far raccontare la storia direttamente a Bessy, usando la prima persona. Non mi sembrava una decisione adeguata per questo tipo di romanzo.
Ad un certo punto, dopo un'ottantina di pagine circa, c'è stata la svolta e tutto ha acquistato un senso.
Innanzitutto ci si abitua a Bessy, alla sua parlata e ai suoi pensieri e da irritante qual era, cominciamo a tollerarla e a trovarla - a tratti - simpatica. Secondo aspetto importante: ci viene rivelato il senso del titolo del romanzo "Le osservazioni", che fino a quel momento era stato semplicemente dimenticato e ignorato. Con l'entrare in scena di queste "osservazioni", il romanzo prenderà un nuovo ritmo, un nuovo significato e cambierà la nostra considerazione nei suoi confronti.
Ad una lenta e fastidiosa partenza segue uno scatto improvviso che porterà poi la storia a mantenere un'andatura costante fino alla fine.
La Harris ci racconta la storia di una ragazza, Bessy, che si ritrova a prestare servizio presso una donna, Arabella, che le riserva dei trattamenti sempre diversi. A volte gentile e premurosa, altre distaccata e fredda, a volte amichevole e intima. Con una pretesa particolare: Bessy dovrà scrivere ogni sera tutto ciò che è accaduto durante la sua giornata, e la padrona potrà leggere in qualsiasi momento ciò che la ragazza scriverà.
L'idea di partenza è particolare, nuova, porta una bella ventata di originalità nel panorama dei romanzi simil-vittoriani pubblicati nella nostra epoca.
La storia non si concentra su nessun amore tormentato e difficile, su nessuna condizione sociale da riscattare grazie alla fede nei propri valori e ideali. Qui si parla di serve e padrone, di studi scientifici e di misteri, di abbandono e pazzia.
Quando si supera il punto di svolta e si entra nella storia, non c'è più tempo per la noia, né per le pause di lettura. C'è gusto a leggere tutto d'un fiato, a viverlo, a uscirne alla fine soddisfatti.
Jane Harris ne esce vincitrice: ora non ci resta che procurarci I Gillespie e scoprire dove ci condurranno quelle pagine.
Valutazione: 4 stelline