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Recensione: Le tre lune di Panopticon - Anime Prigioniere, di Ilaria Pasqua
Creato il 17 settembre 2013 da Marta @RosaMDesertoSto parlando di "Le tre lune di Panopticon - Anime Prigioniere" di Ilaria Pasqua, di cui ho già recensito "Il giardino degli aranci. Il mondo di nebbia". Ve lo presento subito e poi vi dirò che ne penso.
Le tre lune di Panopticon - Anime Prigioniere -, di Ilaria Pasqua
Editore: Narcissus
Pagine: 275
Prezzo: 0,99 cent
Consigliato? Lo consiglio a chi vuole conoscere il genere distopico, a chi ha voglia di una storia abbastanza originale, con personaggi ben caratterizzati. Un romanzo per riflettere su un mondo che non è poi così distante dal nostro, e sull'importanza che le parole hanno nella nostra vita.
Valutazione 3+ ... per una trama originale e ricca di riflessioni!
Trama:
In un luogo dominato dal potere malvagio di un solo uomo, il Presidente Reik, c’è una giovane ragazza, Sofia, che non sa di poter cambiare il futuro a cui Panopticon sembra destinata.
Il mondo in cui vive inizia lentamente a sgretolarsi, mentre le parole spariscono dai libri, dagli oggetti e dagli schermi, fino a diventare silenzio nella bocca del suo popolo.
Sofia è forse l’unica in grado di trattenere le parole, ma deve imparare a gestire il suo potere e a non aver paura di utilizzare questo dono, le cui origini sono da ricercare nel passato. A quando l’ingordigia dell’uomo condusse alla guerra e il Grande Spirito della Natura fu costretto a dividersi, rinascendo insieme ai tre neonati che avrebbero dovuto riportare l’equilibrio andato perduto.
Ricondurre alla pace si rivelerà complicato e saranno ardue le sfide che dovranno affrontare i protagonisti di questa storia magica e appassionante.
Le tre lune di Panopticon, primo volume di una trilogia, è un libro misterioso e intrigante, in cui nulla appare come sembra e i suoi protagonisti lottano con astuzia per salvare il mondo a cui appartengono e combattere contro un destino che sembra già deciso.
Recensione:
Come già detto in altre sedi, non sono un'esperta del genere distopico. Ammetto, con sincerità, che ho iniziato da pochissimo - forse con questi stessi romanzi di Ilaria Pasqua - ad approcciarmi a queste trame, a elementi fondamentali per tale genere narrativo. Non so ancora se mi piace molto, però mi incuriosisce parecchio.
Quello che troviamo in questo romanzo è un vero e proprio mondo distopico, dove gli abitanti sono costretti a indossare bracciali con piastrine legati in profondità nella loro pelle, e a rilevare continuamente la loro posizione. Un mondo dove si è perennemente controllati da Ombre, che ascoltano e che guardano, che sanno tutto di te e che rispondono a un Presidente, una sorta di Dittatore che ama palesarsi al "suo" popolo attraverso grandi schermi.
Detta così, ammetto che non appare una storia così originale. Dopo un prologo che mi ha totalmente presa, mi è parso di leggere qualcosa di "già sentito", o meglio, nel mio caso, "già visto". Un mix di elementi già visti in film di fantascienza e che, almeno inizialmente, mi hanno fatto storcere un po' il naso.
Ma questa sensazione svanisce ben presto, perché Ilaria Pasqua è riuscita a creare qualcosa di nuovo, di interessante e unico; un intreccio di elementi che spingono il lettore a proseguire continuamente nella lettura, al fine di conoscere di più, di saziare la propria curiosità, di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle per capire.
Dopo un prologo davvero affascinante in cui ci viene presentata una sorta di leggenda, di un passato molto importante ai fini della trama, il lettore si ritrova a Panopticon, un mondo composto da più Aree separate, e governato da un unico signore, il Presidente Reik, che tiene tutto e tutti sotto il suo controllo. Gli abitanti delle singole aree sono perennemente ascoltati, controllati, e sono obbligati a vivere una vita che non ha il sapore di libertà. Le piastrine che sono state installate nei loro polsi, sin dall'infanzia, sembrano essere una sorta di collare, una forma di controllo che annienta l'individuo, che mina la sua libertà.
In un tale luogo, conosciamo Sofia, un'adolescente amante dei libri, un po' impacciata e semplice, che si reca - come ogni giorno - a scuola insieme alla sua amica Martha. Quel giorno, però, non sarà come tutti gli altri. Qualcosa di strano e assurdo accadrà, facendo sprofondare le loro vite, in un baratro che diventa sempre più profondo. Una realtà che si sgretola pian piano, e che rischia di schiacciare non solo le persone ma anche il mondo stesso in cui vivono. D'un tratto, le parole scompaiono dai libri, dai giornali, dalle bacheche... ovunque. Restano solo le immagini. Ogni oggetto perde il suo nome. I libri diventano meri involucri di pagine bianche, eccetto quelli di Sofia.
Quella che può apparire come una semplice ragazza si rivela essere qualcosa di molto più importante.
Sofia, parlando con suo nonno, scopre di essere la nuova custode di uno dei tre libri che hanno creato il mondo e che ne gestiscono l'equilibrio: il libro del Bene. Una sorta di leggenda che profuma di realtà, un passato che riaffiora e sconvolge totalmente la sua vita. Sofia dovrà riflettere non solo su quel mondo che pian piano si sgretola, lasciando affiorare crepe da ogni parte, voragini impetuose, impossibili da bloccare, ma anche su se stessa. Su quello che è. Sofia si sente una persona egoista, capace solo di pensare a se stessa o unicamente alle persone che più ama. Non si sente capace di gestire quella situazione, ma al suo fianco compaiono nuovi adolescenti pronti a darle una mano. Conosceremo Leon e Fran, studenti universitari e grandi amici; e la figura misteriosa di Syd, altro custode di un secondo libro, dell'incertezza, il punto d'incontro e di equilibrio tra bene e male.
Mentre il mondo cade velocemente a pezzi, la realtà sembra frantumarsi in tanti piccoli pezzi, e le parole scompaiono anche dalle labbra, riducendo gli esseri umani a esseri muti, Sofia dovrà affrontare una corsa contro il tempo e il male, comprendere e affinare i suoi poteri, per salvare non solo se stessa, ma anche quanto di più caro ha al mondo, nella speranza di portare alla nascita di un nuovo mondo, di un nuovo equilibrio.
E qui mi fermo sulla trama, anche perché, trattandosi del primo libro di una trilogia, dobbiamo ancora conoscere molto, e trovare nei seguiti molte risposte alle nostre domande.
Che cosa ho apprezzato di questo libro? Sicuramente il mondo costruito dall'autrice, la sua capacità di farci comprendere perfettamente una realtà difficile. Sembra di vivere di persona, insieme ai personaggi, il disagio e la paura di essere controllati in ogni momento, di non poter dire la propria opinione sul Presidente. Ci sono scene di violenza che spiazzano, l'indifferenza che sconvolge di fronte a simili crimini. E poi, la difficoltà e il terrore di vivere in una realtà dove le parole scompaiono, dove i professori non sanno come spiegare le lezioni, gli studenti sono costretti a memorizzare tutto non potendo prendere appunti. Immaginare un mondo simile provoca davvero tanti brividi. Io non potrei mai vivere senza le parole.
“Oggetti senza nome. Ma senza un nome che lo denota, l'oggetto può rimanere tale? Che cos'è alla fine una parola? È solo un segno arbitrario. Però noi ci viviamo nelle parole. L'idea di sostanza è un'illusione. La parola stessa è più reale dell'oggetto che rappresenta. La parola è la realtà, non la rappresenta solamente.”
Ecco, direi che questo romanzo è una sorta di omaggio, un elogio, all'importanza delle parole. Il potere dei libri mi è piaciuto moltissimo, come del resto il prologo mi ha totalmente coinvolta.
I personaggi sono ben caratterizzati, con le loro luci ed ombre. Sofia non è perfetta. Ha le sue paure, spesso è scontrosa e diffidente, non si sente capace di svolgere un ruolo importante. E' umana.
La storia l'ho trovata discretamente originale. Come dicevo all'inizio di questa recensione, a tratti mi è sembrato di leggere qualcosa di noto, di già sentito, ma ci sono anche molti elementi che conferiscono a questa storia la sua originalità. Da questo punto di vista, sono rimasta maggiormente colpita dall'altro romanzo.
Cosa mi ha portato, però, a non dare più di tre libricini (e un bel +!)?
Anche qui lo stile e la mancanza di un editing professionale. Mi spiego meglio, sicuramente il primo punto è più personale, soggettivo. Ognuno di noi ama un determinato stile, capace di trasportare perfettamente nelle vicende vissute dai protagonisti, di coinvolgerti totalmente. Purtroppo, non sono riuscita a concentrarmi perfettamente, spesso mi sono ritrovata a vagare con la mente, e questa è una pecca per un libro che, invece, dovrebbe prendermi in maniera completa, avvolgermi tra le sue pagine, e non spingermi a pensare ad altro.
Poi, la presenza di diversi refusi, di ripetizioni, di frasi non scritte così bene. Si avverte la mancanza di una forma di editing professionale e, purtroppo, questo nuoce alla lettura.
Però è un romanzo piacevole, da leggere velocemente e possibilmente senza staccarsi troppo da quelle pagine, perché è così ricco di avvenimenti, personaggi, ed elementi che lentamente s'incastrano tra di loro, che bisogna essere veramente concentrati per non perdere il filo del discorso e delle avventure della giovane protagonista. E' un romanzo che desta una notevole dose di curiosità, che permane anche alla fine. Domande che possono avere risposta nei prossimi volumi, che spero di leggere.
Infine, è anche una storia che da molti spunti di riflessioni. E' una storia di fantasia, sì, ma che affronta temi anche attuali, che pone il lettore nei confronti di un mondo che potrebbe diventare, un giorno, il nostro.
Ci sono delle frasi che mi hanno molto colpita e mi spingono ancora a riflettere. “Senza parole, senza libri, sarebbe così facile sottomettere un popolo, dominarlo, indottrinarlo secondo un proprio sistema d'idee. Sarebbe possibile programmarlo. Senza che la singola persona possa trovare un altro riscontro, se non nella realtà che gli viene presentata e che è costretto ad accettare. Realtà che può essere ricreata, volta per volta, senza punti fissi, senza che nessuno possa opporsi alla verità che hanno davanti agli occhi. E come potrebbe? Senza libri, senza parole, non c'è passato.”
“Di fronte alla catastrofe l'uomo non riesce a far altro che ignorare, seguire l'ordine del più forte sperando che la situazione si metta a posto da sola, perché tanto, finché non succede a loro, il problema non esiste, non viene percepito come reale a tutti gli effetti. Il maledetto egoismo dell'essere umano.”
Autore:
Ilaria Pasqua.
Ho ventotto anni e da sempre un immenso amore per i libri e per il cinema. Ho studiato al Dams di Roma Tre, dove ho conseguito la laurea triennale e specialistica, e poi ho finalmente avuto il tempo per concentrarmi sulla scrittura, più tipi di scrittura. Ho seguito dei corsi di scrittura e sceneggiatura e mi sono appassionata sempre più a questa arte. Cerco di mettere tutta me stessa in ciò che scrivo, perché sono convinta che la sincerità e la passione siano due degli ingredienti che fanno sì che una storia risulti coinvolgente, viva. Credo che le storie siano importantissime, perché sono il fondamento dell’essere umano. Amo le storie. Amo i libri. Amo il cinema e qualsiasi cosa racconti storie e mi faccia sognare. Le tre lune di Panopticon – Anime prigioniere e Il giardino degli aranci – Il mondo di nebbia, sono il mio secondo e terzo libro pubblicati con Narcissus, mentre il primo verrà pubblicato con un piccolo editore a febbraio/marzo 2014.
Mi scuso se non è il massimo della recensione. Ho cercato di esporre al meglio i miei pensieri, ma non è sempre facile. Spero che non sia confusa.
Un ringraziamento speciale all'autrice per avermi permesso di leggere anche questo libro e tanti complimenti, perché le tue idee, Ilaria, sono davvero interessanti e fonti di riflessione!
Voi lo avete letto? Che ne pensate?
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