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Recensione: Le vacanze di un serial killer

Creato il 04 luglio 2012 da Annalisaemme @annalisaemme
Recensione: Le vacanze di un serial killer
Le vacanze di un serial killerdi Nadine Monfils
Prezzo di copertina: € 12,00
Editore: Giano Editore
Pagine: 224
Formato: Brossura
Lingua: Italiano
Lingua originale: Francese
Titolo originale: Les vacances d’un serial killer
Traduzione: R. Boi
Genere: commedia, narrativa moderna
Le irresistibili vacanze dei Destrooper tra omicidi, tradimenti, alberghi allagati, occultamenti di cadaveri, scippi e manie di grandezza.
«Questo libro è un piacere, mai volgare, sempre spassoso, fantasioso. Nadine Monfils è una superdotata dello humour nero, la regina dello sconveniente. Non fa ridere, ma singhiozzare, soffocare… Questo libro lascia senza fiato, la pancia dolorante, la gola secca, gli occhi pieni di lacrime, i nervi a fior di pelle, in uno stato comatoso… per le risate!!! La figlia di Audiard e di Lautner». Gérard Collard Le Magazine de la santé-France 5
Il gran giorno delle vacanze è arrivato per la famiglia Destrooper! Si va verso il mare del Nord, dove piove all’incirca tre giorni su quattro, quando va bene. Il padre, Alfonse, detto Fonske, camicia a fiori e bermuda kaki, è alla guida della sua amata auto, personalizzata a regola d’arte: volante in pelle di zebra, cerchi in lega dorata, coprisedili leopardati e impianto stereo da sfondare i timpani. Accanto a lui Josette, la moglie, con un immenso cappello di paglia sulla testa, una specie di abat-jour schiacciato sui capelli. Dietro i due figli: Steven, il primogenito, con indosso un giubbetto impermeabile,dei pantaloncini consumati e un casco sulla testa che non abbandona mai anche se non ha il motorino; e Lourdes, una ragazzina con auricolari impreziositi da fiocchetti rosa che deve il suo nome alla figlia di Madonna, scoperta da Josette su Voici, il suo settimanale preferito. Ancora più indietro, in una roulotte Wa-Wa, divenuta ormai un pezzo da collezione, la nonna. Una vera tigna per Fonske che, conquei gerani finti piazzati dalla vecchia alle finestre della roulotte, ha l’impressione di andare in giro con una serra attaccata al sedere. Con queste premesse, che la vacanza dei Destrooper prenda una brutta piega è solo questione di tempo. Anzi di pochi minuti: appena partiti, dal finestrino aperto un motociclista scippa la borsa di Josette, con tutto il denaro per le ferie. E a causa di un sobbalzo sulla strada la roulotte con la vecchietta si sgancia senza che nessuno se ne accorga. Alla prima sosta in autogrill poi, i già annoiati Steven e Lourdes hanno la fantastica idea di entrare nelle toilette per rubare qualche scena triviale con la loro onnipresente telecamera; ma una volta risaliti in macchina, i due ragazzi scoprono di avere ripreso un cadavere riverso sul pavimento. E non un cadavere qualsiasi: è il motociclista che ha scippato Josette! Così comincia l’odissea dei Destrooper, in cui omicidi, tradimenti, alberghi allagati e occultamenti di cadaveri, nonché un biglietto milionario della lotteria che passa di mano in mano, approntano una vacanza davvero indimenticabile. Corrosivo, grottesco, scorretto, con la sua vasta galleria di manie, pose, frustrazioni, miserie, smacchi e spavalderie di una famiglia del nostro tempo, Le vacanze di un serial killer ha ottenuto uno straordinario successo di critica e di pubblico in Francia.
Recensione: Le vacanze di un serial killer
Ne Le vacanze di un serial killer si parla di ovviamente di vacanze, sognate per tutto l’anno ma che poi inesorabilmente quando arrivano portano con loro dei piccoli problemi, se non fosse che i problemi per la famiglia protagonista sono colossali e daranno il via ad una serie di situazioni esilaranti. I personaggi sono molti e ben caratterizzati, caricaturali e divertenti rispecchiano però appieno le manie, i sogni e le frustrazioni reali che esagerate all’estremo ed incisive sono il ritratto della vita attuale, in cui spesso ci si smarrisce. A tratti grottesco a tratti noir d’altra epoca, và detto che seppur trattando temi delicati questo romanzo non risulta mai eccesivo, l’autrice riesce a descrivere le situazioni in maniera molto chiara ma mai volgare, facendo riferimento al linguaggio parlato ma usandolo con molta classe. Molto chiare sono anche le origini della scrittrice, che traspaiono dal racconto e dalle ambientazioni e lo rendono molto patriottico, l’amore per il Belgio dell'autrice è evidente e gestito molto bene. Il libro è divertente e molto scorrevole ma di fondo si rivela essere una riflessione piuttosto arguta sulla vita, mai durante il romanzo vengono citati i termini destino o karma ma appare chiaro che sono loro i protagonisti assoluti, a loro spetta la risoluzione degli eventi e gli sviluppi del tutto inattesi nella vita di questa strampalata famiglia. Questo libro racconta una bizzarra vacanza di una famiglia fuori dagli schemi, è una commedia degli equivoci che vi farà ridere e riflettere, un romanzo che si legge molto in fretta, un’ottima compagnia in questi giorni e una lettura tutta da scoprire!
Durata della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata: Tè al bergamotto
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Recensione: Le vacanze di un serial killer
“Una famiglia Simpson in salsa belga!”

Recensione: Le vacanze di un serial killer

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