Titolo: Legend (Legend #1)
Editore: Piemme Freeway
Traduzione: Giorgio Salvi
Autore: Marie Lu
Prezzo: € 16.50
Pagine: 264Il mio voto
Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due, e tra la Repubblica e le Colonie la guerra sembra destinata a non finire mai. June è una quindicenne prodigio, nata e cresciuta in una famiglia appartenente alle più alte sfere della Repubblica. Ha un vero talento nel mettersi nei guai con i suoi superiori e le sue bravate al collegio militare sono spesso decisamente pericolose. Da quando i suoi genitori sono rimasti uccisi in un incidente stradale, l’unico su cui sa di poter sempre contare è il fratello maggiore Metias. Almeno fino al giorno in cui Metias viene assassinato in circostanze misteriose mentre è a guardia di un ospedale. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma proveniente dai più miseri bassifondi della Repubblica. Nonché il criminale più ricercato del paese. June ha un unico desiderio, vendicare la morte di suo fratello, ma il giorno in cui la sua strada e quella di Day si incroceranno per la prima volta, niente sarà più come prima.
La mia recensione
“Legend” è il primo romanzo della omonima trilogia distopica nata dalla penna della giovane autrice Marie Lu, che ha saputo mostrare il suo talento e le sue doti narrative con in modo inequivocabile. Proprio grazie al talento e alla prosa asciutta e diretta di Marie Lu, il romanzo riesce a essere perfetto per un pubblico eterogeneo di lettori e lettrici di ogni età e sa conquistare sin dalle prime battute dei protagonisti. Narrato dal doppio punto di vista dei personaggi principali, “Legend” è ambientato in un mondo post-apocalittico in cui si respira aria di oppressione e rivolta, un mondo che cattura e crea quel tipo di suggestione da cui è difficile liberarsi. Era da tempo che un romanzo distopico non mi faceva l’effetto che è riuscito a farmi questo libro e il merito è proprio dell’atmosfera perfetta che permea le sue pagine.Avventura e adrenalina allo stato puro si mescolano ai sentimenti più disparati, dall’affetto familiare alla voglia di vendetta, dall’amore alla speranza, dalla rassegnazione alla sete di libertà. I fan del genere potrebbero trovare in “Legend” tutto ciò che cercavano e anche di più.
Non lasciatevi trarre in inganno dalla presenza del lato romance! C'è un intreccio romantico, ma non è imperante né invadente, è funzionale alla trama ed e trattato con grande maestria dall'autrice. Per quanto intensa sia la storia tra Day e June, non c'è nulla di smielato, anzi. Oserei dire che, come tutto il romanzo, anche il romanticismo abbia un che di epico e irripetibile. Non c'è bisogno che lo dica, ma la recensione è spoiler free!
«Dovevi portarmi con te» gli sussurro. Poi appoggio la testa sulla sua e scoppio a piangere. In cuor mio, faccio una muta promessa all’assassino di mio fratello.Ti darò la caccia. Batterò le strade di Los Angeles palmo a palmo. Perlustrerò ogni strada della Repubblica se sarà necessario. Ti ingannerò e ti illuderò, mentirò, barerò e ruberò per trovarti, ti spingerò a uscire dal tuo nascondiglio e ti inseguirò finché non ti rimarrà più neanche un buco per nasconderti.Ti prometto questo: ora la tua vita appartiene a me. June, "Legend"Ci troviamo nell’America del 2130, flagellata da catastrofi naturali e ormai divisa in due fazioni opposte che combattono tra loro: la Repubblica – che è in realtà governata da un regime dittatoriale e opprimente – e le Colonie – popolate da ribelli e guerriglieri. In questo grigio futuro, in cui pestilenze e malattie continuano a colpire i ceti più deboli, in cui la Repubblica tiranneggia la popolazione a colpi di fucile e leggi spietate, conosciamo Day e June, due quindicenni che vivono delle vite agli antipodi, ma le cui sorti sono destinate a legarsi indissolubilmente in un’avventura intricata e pericolosa.Nata in una famiglia benestante, June è cadetto “prodigio” di cui tutti parlano. Scaltra e intelligente come pochi, lei è riuscita a ottenere il punteggio più alto durante la famigerata “Prova”, rito di passaggio che a dieci anni ogni ragazzino deve superare per poter scampare ai campi di lavoro forzato. Per lei il mondo è privo di sfumature: ciò che conta è vendicare la morte dell’unica persona che le è sempre stata accanto e che è stata uccisa dalla mano del più ricercato criminale della Repubblica: Day.Day è una vera e propria “leggenda”: nessuno conosce il suo vero volto, ma tutti sanno che è lui l’artefice dei molteplici crimini compiuti ai danni della Repubblica e a favore dei ceti più poveri. A soli quindici anni lui è il fuorilegge più temuto dal governo, a causa della spavalderia con cui riesce continuamente a ridicolizzare le forze armate e i sistemi di sicurezza della Repubblica. Destinati a odiarsi e non conoscendo l’uno l’identità dell’altro, June e Day incrociano i loro cammini e scoprono che l’odio e la disperazione non sono l’unica molla che può spingere a lottare. Perché a volte ciò che sembra ovvio, in realtà non lo è. A volte anche due individui completamente diversi possono condividere qualcosa di profondo e radicato. A volte si è vittime di un male più grande, di un gioco in cui si è solo pedine. Un gioco in cui non esistono bandiere o fazioni, un gioco in cui la speranza e la voglia di giustizia possono fare la differenza.
Quando avevo sette anni, mio padre tornò a casa dal fronte per una settimana di licenza. Il suo lavoro consisteva nel fare pulizia dopo il passaggio dei soldati della Repubblica, perciò era sempre via e a mia madre è toccato tirarci su da sola. Quando quella volta tornò, le pattuglie cittadine effettuarono un controllo di routine in casa nostra e poi trascinarono mio padre alla centrale di polizia di zona per interrogarlo.La polizia ce lo restituì con due braccia rotte e la faccia insanguinata.Molte notti dopo, immersi una palla di ghiaccio tritato in una latta di benzina, aspettai che il petrolio si solidificasse attorno al ghiaccio e gli diedi fuoco. Poi lo lanciai con una fionda dentro la finestra della centrale di polizia di zona. Ricordo ancora le autopompe che arrivarono a sirene spiegate subito dopo e i resti carbonizzati dell’ala ovest dell’edificio. Non presero mai il colpevole e io non mi feci avanti.Ciò che colpisce immediatamente di "Legend" è la prosa pulita e schietta con cui Marie Lu descrive scenari agghiacchianti. Pur dovendosela vedere con una storia complessa e ricca di mistero, l'autrice lo fa in modo diretto e senza troppe cerimonie, favorendo la massima immedesimazione con i due personaggi principalei. Più di tanti altri distopici in circolazione, la costruzione del mondo in cui si muovono i protagonisti è dettagliata e precisa, netta. Sin da subito è possibile comprenderne le dinamiche ed entrare nel ritmo della storia, senza distrazioni o rallentamenti. Certo, ci sono ancora molte cose da chiarire, dobbiamo ancora immergerci nella vita dei Patrioti e conoscere da vicino le Colonie, ma per ora il lavoro svolto dall'autrice è lodevole.Una delle cose che ho maggiormente apprezzato di questo romanzo è che non sia stata messa troppa carne al fuoco: c'è il giusto carico emotivo, una buona dose d'azione e rivelazioni, ma non è appesantito da troppe storie secondarie o inutili spiegoni (tipici dei romanzi di genere). In fondo si tratta di un romanzo che narra della fantomatica "scintilla" da cui poi, nei libri successivi, divamperà il fuoco; caricarlo troppo sarebbe stato inutile. Invece, grazie alla narrazione che si concentra principalmente sui due protagonisti principali e la loro crescita interiore, si ha l'opportunità di farsi catturare da essi e assorbire l'enormità di ciò che sta per accadere in futuro.Parlando di farsi catturare dai personaggi, ho amato Day. E' così tragicamente eroico da commuovere. Il suo essere circondato da un'aura di mistero e leggenda lo rende ancor più speciale: è l'eroe solitario che si batte per la giustizia, in un mondo in cui la giustizia non esiste e il modo in cui June scopre la verità su di lui mi ha incantata. Il legame tra loro due è divino: leggendo l'alternanza dei loro POV sembra di trovarsi al cospetto di una sola anima divisa in due. E non parlo di semplice amore, ma di affinità elettive, di complicità involontaria e incontrollabile. Mi aspetto grandi cose da questi due in futuro. Se vi state chiedendo perché non abbia dato più di quattro stelle, la risposta è facile: avrei voluto di più. Più Day e June assieme, più Tess e più caratterizzazione dei personaggi secondari. Ma arriverà, me lo sento.
Dopotutto, non c’era alcuna prova.
Avevo commesso il mio primo crimine perfetto.
Mia madre sperava che un giorno mi sarei elevato dalle mie umili radici. Che sarei diventato una persona di successo, magari anche famoso.
Famoso lo sono eccome, ma non credo che sia quello che mia madre aveva in mente. Day, "Legend"
«È strano...» dico dopo a Day, mentre siamo rannicchiati insieme sul pavimento. Fuori l’uragano impazza. Tra qualche ora dovremo metterci in marcia. «È strano essere qui con te. Ti conosco appena.Eppure... a volte ho la sensazione che siamo la stessa persona nata in due mondi diversi.» Rimane in silenzio per un momento, giocando distrattamente con i miei capelli. «Mi chiedo come saremmo stati se io fossi nato in una vita come la tua e tu nella mia.Saremmo esattamente come siamo adesso? Sarei uno dei soldati di punta della Repubblica? E tu saresti comunque un famoso criminale?» Sollevo la testa dalla sua spalla e lo guardo. «Non ti ho mai chiesto del tuo soprannome.Perché “Day”?»«Ogni giorno significa altre ventiquattro ore. Ogni giorno è tutto di nuovo possibile. Si vive alla giornata, si muore in un momento, ogni cosa va presa un giorno alla volta.» June e Day, "Legend"
Verdetto: un romanzo che mi ha tolto il fiato Livello sensualità: solo baci e qualche brivido