Titolo: Libertà
Autore: Jay Kirkpatrick
Traduttore: Victor Millais
Editore: Dreamspinner
Genere: fantascienza
Pagine: 217
Prezzo: 6,99
Descrizione:
In una Terra futura, Patrick Harvey, promosso di recente
a Empath di Prima Classe, sogna l’indipendenza che la sua posizione comporta e
l’appartamento per cui sta risparmiando. Il suo primo incarico autonomo prevede
che si occupi di John Doe 439, un uomo ritrovato fuori città, percosso,
traumatizzato e in apparenza muto.
Nonostante un tabù impedisca agli Empath di intraprendere relazioni romantiche,
Patrick capisce di provare una forte attrazione per il suo paziente. Presto
scopre che l’uomo è un Talento Psichico di alto livello che si chiama Jac, a
cui persone violente stanno dando la caccia per i suoi doni, e il semplice
mondo di Patrick va in pezzi.
Jac deve riunirsi con i suoi compagni di fuga e lasciare la città prima che
altri riescano a trovarlo, ma potrebbe essere troppo tardi. Le voci sui suoi
talenti sono giunte fino al Governo Centrale di Chicago. Se Jac vuole mantenere
la sua libertà, deve scappare subito. E se Patrick desidera esplorare una
relazione che la società gli vuole impedire, dovrà scambiare le comode catene
del suo lavoro con l’incertezza della libertà.
La mia recensione:
Un viaggio in avanti nel
tempo e un tuffo nelle profondità dell’animo umano: è quello che vi aspetta se
sceglierete di Leggere Libertà, un
romanzo intenso e particolarmente ricco di spunti di riflessione.
Siamo in futuro immaginario,
in quella che appare come una nuova versione del nostro mondo, inaugurata da
uno Scoppio (una sorta di big bang
provocato dagli esseri umani?). Non ci è dato
sapere nel dettaglio in cosa sia consistito questo evento catastrofico,
quel che è certo è che ha modificato il pianeta Terra, e non in meglio. NeverNever: è questo il suo nuovo nome,
quasi profetico. Pochi gli spazi ancora vivibili e destinati
solo a chi possiede dei Talenti da
mettere al servizio della comunità. Per chi non ha nulla da offrire, c’è l’Esterno, ovvero la sconfinata area
desertica, e pressoché invivibile, che si estende al di fuori delle città
superstiti.
Mentre ha impoverito
l’habitat umano, tuttavia, lo Scoppio sembra aver arricchito alcuni
uomini di nuove e meravigliose capacità: i Talenti
appunto, che rappresentano l’elemento discriminante fra chi ha diritto di stare
dentro e chi è condannato a rimanere fuori. Perlopiù si tratta di poteri
psichici – telepatia, empatia, telecinesi, preveggenza. Chi li possiede è ritenuto
utile alla società, perciò riceve dal governo un lavoro, un alloggio, in
sintesi una sorta di protezione dalla brutture del deserto; per gli altri non c’è
speranza.
La storia comincia quando al
giovane Patrick Harvey, classificato come Empath
di prima classe dalle autorità, viene assegnato il primo incarico autonomo:
dovrà occuparsi di John Doe 439,
ovvero un uomo rinvenuto ai margini del deserto in fin di vita.
Il talento di Patrick, come
suggerisce la sua qualifica, consiste principalmente nell’empatia, cioè nella
capacità di penetrare la mente altrui e stabilire un particolare contatto
psichico ed emotivo. Ciò fa di lui la persona adatta a occuparsi del caso 439,
poiché il soggetto da curare e da cui carpire informazioni è fortemente
traumatizzato e ha difficoltà di linguaggio. Occorre pertanto sondare la sua
mente per scoprire chi è, cosa gli è successo, perché non parla…
Il contatto fra l’Empath e il suo assistito sarà
all’origine di una serie di rivelazioni sconvolgenti e che gradualmente
scardineranno tutte le certezze di Patrick. Nella mente di Jac – questo
scoprirà essere il vero nome del paziente – vedrà orrori inimmaginabili ,
scoverà indizi su verità allarmanti che riguardano il governo e la stessa
società in cui vive, riconoscerà un Talento
straordinario quanto raro, ma non solo. La sua vicinanza gli consentirà di
fiutare qualcosa che non ha mai conosciuto prima: l’amore.
Il primo incarico per Patrick
si trasformerà in breve in un’esperienza shockante, destinata a mettere in discussione tutte le sue convinzioni
e a fargli aprire gli occhi. Forse il governo non ha realmente a cuore il
benessere dei suoi cittadini come vuol far credere, forse l’attenzione per i Talenti nasconde piani che vanno al di
là del bene comune… probabilmente Jac non interessa alle alte sfere in quanto essere umano, ma in quanto detentore
di capacità sfruttabili per
l’accrescimento del potere e per l’esercizio di un controllo globale.
Il seme del sospetto
germoglierà in Patrick e sarà all’origine dell’avventura che seguirà. Quelle
delineate sin qui non sono, infatti, che le premesse di una storia ricca e
movimentata, una storia che narra di ribellione e di fuga verso la libertà.
Empatia non è solo un Talento alimentato dallo Scoppio, è ciò che si prova leggendo questo
romanzo, che al mistero e alla costruzione di un impianto distopico ben
articolato, associa una massiccia dose di introspezione psicologica. Insieme a
Patrick scandagliamo la mente di Jac e tocchiamo con mano le sue emozioni.
Nello stesso tempo, l’autrice ci lascia entrare nella mente, e nel cuore, di
Patrick facendoci percepire anche i suoi stati d’animo: l’orrore nel vedere le
violenze che si annidano nel passato di Jac, lo sconcerto e la rabbia nel
realizzare di essere stato ingannato e manipolato dal sistema, la meraviglia
per lo strano sentimento che scopre di
provare per il suo protetto.
La fragilità di Jac, la sua
paura per il bianco, la sua sete di colore, la difficoltà di linguaggio che lo
spinge a parlare come un bambino, l’ingenuità e la schiettezza di alcuni suoi
comportamenti sono tutte caratteristiche che disarmano e lo rendono
irresistibile, al punto che non si fa affatto fatica a comprendere il coinvolgimento del suo Empath.
Unico scoglio in una narrazione
che avvince a più livelli, dal mio punto di vista, è rappresentato
dall’alternanza di molteplici POV abbinati all’utilizzo della prima persona.
Nella prima parte sono solo Patrick e Jac ad avvicendarsi, per cui si riesce
senza grandi problemi a seguire i cambi di prospettiva; andando avanti però i
punti di vista aumentano, si aggiungono altre voci narranti e il percorso
diventa più accidentato, tanto che si rischia spesso di perdere il filo. Più
volte ho dovuto fermarmi o tornare indietro per capire chi stesse raccontando
cosa, in un dato momento.
Ammetto che questo ha
rallentato un po’ la lettura. Si tratta in ogni caso di un ostacolo superabile
e che, di sicuro, passa in secondo piano rispetto ai pregi dell’opera, che ho
apprezzato anche per la sua capacità di discostarsi dai soliti M/M.
Benché l’amore giochi un
ruolo fondamentale, la componente romance, di solito marcata nei romanzi ascrivibili al genere, qui
è quasi assente. Non si sviluppa una relazione romantica fra i protagonisti e
non ci sono scene di sesso. L’amore impregna ogni singola pagina ma è lì più
come un ideale da raggiungere, come obiettivo per cui combattere e conquistare
il coraggio di compiere una scelta di libertà. La componente distopica, al
contrario, è molto più marcata ed è quella che maggiormente connota il libro.
Amando moltissimo le distopie, personalmente, ho gradito tanto questa sorpresa
(in effetti la si può proprio definire così), ma penso che possa anche
spiazzare gli abituali lettori di M/M.
Visto il particolare taglio,
sento infatti di consigliare Libertà
soprattutto agli appassionati di fantascienza, un po’ meno a chi ricerca la
classica storia d’amore male to male.