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Recensione [libro e film]: Non ti addormentare, di S.J Watson

Creato il 01 dicembre 2014 da Mik_94
Nessuna miniera di ricordi, nessun patrimonio di esperienze, nessun accumulo di saggezza da trasmettere. E che cosa siamo noi esseri umani, se non la somma dei nostri ricordi? Recensione [libro e film]: Non ti addormentare, di S.J WatsonTitolo: Non ti addormentare Autore: S.J Watson Editore: Piemme Numero di pagine: 420 Prezzo: € 13,00 Sinossi: Ogni mattina Christine si sveglia senza ricordi. Non sa a chi appartenga la casa in cui si trova, l'uomo che le dorme accanto le è totalmente estraneo, e anche il suo viso, riflesso nello specchio del bagno, non solo non le è familiare, ma le sembra molto meno giovane di quanto secondo lei dovrebbe essere. È suo marito a darle quotidianamente le coordinate della sua vita, a spiegarle chi è lui, chi è lei, e che cosa le è successo anni prima, un incidente che ha modificato radicalmente la sua vita, privandola dei ricordi e costringendola a ricominciare ogni giorno in un difficile apprendimento dell'esistere. Ma Ben le dice tutto? E se è così, perché non le ha parlato del dottor Nash, un giovane neuropsichiatra deciso a studiare il suo caso, con cui Christine si incontra di tanto in tanto e che la spinge a tenere un diario? E perché su una pagina di questo diario Christine ha scritto "non fidarti di Ben"? Giorno dopo giorno, con l'aiuto del dottor Nash, lampi di memoria attraversano la mente di Christine, tessere baluginanti di un mosaico che fatica a ricomporsi nella sua interezza e che, con il passare del tempo, le sembra sempre più minaccioso e inquietante. Finché dal passato emergerà il vero pericolo, quello che senza che lei ne sia consapevole si è appropriato della sua vita.                                                  Il libro Recensione [libro e film]: Non ti addormentare, di S.J Watson Mi ripromettevo di leggerlo da anni, però rimandavo. Non ti addormentare è uno di quei titoli che sonnecchiavano nella mia wishlist da tempo immemore, ma per cui me ne uscivo puntualmente con un “c'è tempo”. La scadenza massima: l'arrivo del film. Per allora avrei già dovuto avere la mia copia. L'esordio di S.J Watson mi aveva colpito, con uno spunto di partenza affascinante come pochi, ma non abbastanza da far mettere mano al portafoglio. Dopo due anni e mezzo, quasi tre, mi è capitato di leggerlo. Prestito del mio coinquilino che, davanti all'occhio sbarrato sulla copertina di So dove sei, aveva pensato a un altro occhio, a un altro thriller. Così, E tu l'hai letto Non ti addormentare? Allora questo libro ha viaggiato. Ha fatto non so quanti chilometri in un pacco, spostandosi dal sud Italia al cuore dell'Abruzzo, e poi ha viaggiato ancora, in un weekend in cui sono tornato a casa con pochi panni in valigia e un libro, tra le mani, che non riuscivo a mettere giù. Quattrocento pagine e non le senti. Il romanzo vuole essere letto ora e subito. Quelle famose quattrocento pagine volano, cosa che capita solo con gli autori o bravi o bravissimi, che parlano di cose contorte e spigolose senza fartelo pesare mai. Perciò leggi in treno, in circolare, mentre sulla Rai mandano l'ennesima pubblicità. La trama la conoscevo anche prima di leggerlo, quindi la saprete ormai anche voi. Svegliarsi senza ricordi e incapaci di crearne di nuovi. Dimenticare ogni notte chi si è. Ricominciare da zero, ricominciare da se stessi. Un'idea brillante e sfruttata nel miglior modo possibile. Intelligentemente, con furbizia tutta britannica. Qualcosa in Non ti addormentare è puro dejà vu, ma quel già visto non l'hai visto da occhi simili a quelli di Christine: completamente inaffidabili. Il romanzo sembra scritto da una donna. Ha sensibilità ed eleganza. Introspettivo, accurato, intimista. Gli uomini, in ambito thriller, ci abituano a periodi secchi, all'azione brutale, ma Watson si appropria di una voce non sua, che eppure risuona convincente per il tutto il tempo della lettura. Christine è un mistero che affascina ed è un brivido stare nella sua mente. Vedere i suoi meccanismi, le rotelle che girano, i bulloni corrosi dalla ruggine del sangue che si inceppano. Assistere ai suoi rituali mattutini. Fare la conoscenza con la sua camera da letto, con il marito che russa al suo fianco, con un corpo che scopre a ogni risveglio più fragile e cadente. Mi è piaciuta Christine, perché era una ventenne che si risvegliava nel corpo di una donna che di anni ne aveva cinquanta. Trent'anni di oblio. Le smagliature, i seni non più sodi, la cicatrice di un vecchio parto. Si concentra sulle rughe, sulla descrizione dei corpi nudi, sul pensiero di fare sesso con quel marito sconosciuto. L'autore cesella i tratti di una protagonista matura. Una che prima che la memoria l'abbandonasse faceva la scrittrice. 
Recensione [libro e film]: Non ti addormentare, di S.J Watson Si dilunga, si dedica a ricami e ad orpelli per abbellire la prosa dei suoi diari. Inventa? Non ti addormentare vive di input geniali, espedienti accattivanti, una struttura ipnotica. Altro non è che un libro nel libro. Un diario nel diario. Una pagina non più bianca in cui la voce tua e quella della narratrice si incrociano, formando un groviglio che cresce, come una valanga. Ti tiene sul chi va là. I personaggi sono tre e tu sospetti di tutti. I tuoi sospetti sono anche motivati. Nell'epilogo, la trama si rivela più classica di quanto non si immaginasse. A onor del vero, c'è più di qualche incongruenza e svolta improbabile. Ma l'autore depista, facendoti concentrare su elementi che ti ingannano. Come in quei quadri in cui metti a fuoco il soggetto, quando invece avresti dovuto soffermarti sui dettagli nell'ombra. Basta concentrarsi e, nella profondità di una scena fissa, scovare cosa non va. Ho letto di gente che abbandonava il romanzo, per la struttura potenzialmente monotona. Per le descrizioni e le tante parole che Christine usava. Io non so come sia possibile. Il pregio di Non ti addormentare è quello. Conquista più come dramma che come giallo, e il dramma lo costruiscono le frasi spezzettate della narratrice. In quel diario lei si sta costruendo dei ricordi. Sta collegando i giorni tra loro, per assicurarsi un appiglio nel domani che verrà. Strega la sua peculiare condizione psicologica, non altrettanto un twist d'effetto, ma illogico. Mi sarebbe piaciuto di più se non avesse voluto ricerca l'effetto sorpresa, dimenticando parzialmente l'attendibilità. Mi è piaciuto, ma non abbastanza da farmi rimpiangere di non avere una copia tutta mia. Il mio voto: ★★★½
Il film                                                     
Recensione [libro e film]: Non ti addormentare, di S.J Watson Un trauma misterioso. Tre personaggi.  Un triangolo, mari di dubbi sparsi lungo il perimetro. E il film, uscito quest'anno nel Regno Unito senza troppo seguito, ha all'incirca tre attori. Due premi Oscar, tra l'altro, e uno che si è sempre ritagliato il ruolo del comprimario. Before I Go To Sleep, nonostante quei nomi di richiamo, è poco più che un compitino fatto bene. Corretto, però privo di scintille. Non dico sia televisivo, perché c'è classe nella regia e qualità nel cast, ma la trama, ridotta ai meri fatti, è fatta ruotare attorno a quell'isolato colpo di scena che convince e non. Guardandolo, ti rendi conto che la storia di potenziale non ne aveva poi tanto; che la prosa dell'autore faceva la differenza tra un thriller da dimenticare il giorno successivo, al risveglio, e uno da tenere a mente. Un prodotto dignitoso, questo, ma che vedi chiedendoti "E' tutto qui"? Nicole Kidman, alle prese con un personaggio intenso e contorto, ci regala comunque una delle prove più convincenti di questo periodo in declino della sua carriera. Brava quasi quanto un tempo, sta riprendendo possesso del suo viso e controllo delle sue emozioni chirurgicamente manomesse. Non doveva addormentarsi anche nel fantascientifico Invasion, ricordate?, e con Firth ha già lavorato nel commovente Le due vie del destino. Un Colin Firth stranamente freddo, che gioca con la sua immagine di moderno ed eterno Darcy, facendo diventare la pazienza, il romanticismo, la fedeltà estrema un'arma a doppio taglio. Mark Strong, interprete bravo che non ha mai spiccato, non spiccherà di sicuro qui. Pochi cambiamenti, una trasposizone che procede per concetti e che, nella sua ora e tredici, rispetta l'essenziale, pur non elevandolo all'ennesima potenza coi poteri del cinema. Cambia qualcosa, ma l'effetto non è lo stesso. La protagonista si confida a una telecamera, non a un diario, e su Christine pesa qualche anno di meno. Senza il ricordo di un mestiere da scrittrice, sembra anche senza passione. Prevedo che non vedrà la luce da noi, se non in home video, e non saranno molti a rimpiangerlo. Si culla in una mediocrità strana. Si accontenta. Ma il ritmo è forsennato, il montaggio è una catena, le immagini sono flash. Resta ben orchestrato, ma Joffe non è né Hitchcock, né De Palma. Lavora alla sceneggiatura, operando sporadici tagli e mettendoci poco di suo. Un film intrigante, ma con protagonisti vagamente più sospetti e prevedibili. Sullo schermo le loro facce parlano. Nel libro parleranno (e che diranno?), ma a volte tu non ascolti. (6)

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