Recensione: Lo strano mondo di Alex Woods, di Gavin Extence

Creato il 05 maggio 2013 da Mik_94
Ancora ben trovati, amici! Dopo l'anteprima di questa mattina, è tempo di una nuova recensione. Vi ho parlato già di questo libro, ma finalmente, a lettura terminata, posso dirvi cosa ne penso: sto parlando di Lo strano mondo di Alex Woods, il nuovo successo firmato Garzanti.  Ma quanto è carino il bambino in copertina? *-* Come sempre, condividete con me le vostre impressioni. Vi abbraccio forte e vi auguro una buona lettura. Trascorrete una piacevole domenica, Mik. Una formula puoi scriverla su un francobollo, ma ti spiega come funzionano le stelle. Quel genere di perfezione non si trova da nessun'altra parte, nella vita.
Titolo: Lo strano mondo di Alex Woods Autore: Gavin Extence Editore: Garzanti Numero di pagine: 352 Prezzo: € 16,40 Data di pubblicazione: 24 Aprile 2013 Sinossi: Per Alex Woods la notte è un momento magico, l'unico momento in cui può gettarsi la paura alle spalle. Ogni notte si affaccia alla finestra per guardare le stelle. La stanza è invasa da libri di astronomia, la sua passione. Studiare le eterne e immutabili leggi che regolano l'universo è l'unico modo per fuggire dalla sua vita disordinata. Alex sa cosa significa essere strano. Non ha mai conosciuto suo padre e sua madre è una lettrice di tarocchi che l'ha cresciuto in un negozio pieno di candele, incensi e pozioni. E da quando ha dieci anni soffre di attacchi epilettici che riesce a controllare solo ascoltando musica classica ed enumerando i nomi delle costellazioni. A scuola i bulli lo perseguitano senza tregua. Un giorno, mentre fugge dall'ennesimo pestaggio, Alex cade e rotola in un giardino, devastando la siepe. Quando apre gli occhi si trova la canna di un fucile piantata in faccia. A imbracciare l'arma è il signor Peterson, un bislacco e arcigno vedovo. Un uomo solo, con una ferita nel cuore che non ha intenzione di rivelare a nessuno. Fra i due nasce la più improbabile delle amicizie, fatta di coltivazione di sostanze stupefacenti e letture dei romanzi più dissacranti. Ma quando il signor Peterson scopre di avere una grave malattia per Alex giunge il momento di sovvertire tutte le leggi dell'universo e intraprendere il più strambo dei viaggi. Perché solo lui può salvarlo...                                            La recensione E' possibile trovare ordine dal caos, ed è ugualmente possibile trovare il caos appena sotto l'ordine apparente. Ordine e caos sono concetti scivolosi. Sono simili a due gemelli che hanno il vizio di scambiarsi i vestiti. Si mescolano e si sovrappongono con facilità, proprio come gli inizi e le fini. Le cose sono spesso più complesse, o più semplici, di come appaiono.Si racconta che, in una soleggiata giornata primaverile, un giovane Isaac Newton si stesse godendo il tepore dell'ultimo sole all'ombra di un albero secolare e rigoglioso. Tra i rami e le foglie verdi, si nascondeva la scoperta che gli avrebbe cambiato la vita per sempre. La scoperta – rossa e succosa – che gli cadde rovinosamente sulla testa, provocandogli una brutta emicrania e una fama che non avrebbe mai conosciuto la minaccia dell'oblio. A lui servì una mela per scoprire le leggi sottilissime e a me incomprensibili della forza di gravità. Ad Alex Woods - all'inizio della storia, appena un bambino - un meteorite piombato disastrosamente dal soffitto del suo bagno per scoprire, invece, le meraviglie dell'astronomia. Per capire di essere ammalato di epilessia e per rendersiconto che, di lì in poi, le convulsioni, la bava e la pipì nei pantaloni alle fine delle sue crisi giornaliere saranno mera routine. Per realizzare di essere immenso e speciale. Di avere una storia tutta sua da condividere con noi, sensazionale e unica come lo è lui. E' un piccolo uomo destinato a grandi cose, sebbene si limiti a sognarle e basta come ogni ragazzino della sua età, ma, se il futuro è un'autostrada chilometrica e veloce che si snoda sotto un manto di stelle, il presente è un sentiero sterrato, arido, in cui si ci imbatte spesso in zone brulle e in cui si fanno tanti incontri spiacevoli. Il segreto principale è sopravvivere a quel covo di dispiaceri e angherie che sono le scuole medie. E, caro Alex, non immagini quanto ti abbia capito in quei momenti: ci siamo passati tutti. Nessuno completamente incolume... Giungle di egoismo e idiozia abitate da bulli non ancora evoluti che, come scimpanzé malamente abbigliati, scorrazzano per i corridoi con jeans a vita a bassa e mutande sgargianti sul cui didietro, in bella vista, spiccano marche e nomi di stilisti famosi – finiti dalle passerelle all'unica parte del corpo che determinati individui utilizzeranno una vita intera, inconsapevolmente ma anche no, al posto della loro materia grigia. Loro si credono i re del mondo.  Tipi come Alex nullità. Finché non ha un'intuizione fulminante: a volte, il proprio cervello non è il peggior posto in cui abitare. Sono i pensieri che salvano l'uomo dalla solitudine.
Il cervello del protagonista è una macchina iperattiva. Fa scintille. E' attraversato da impulsi che gli arrivano alla lingua e lo spingono a parlare a non finire, senza sosta, fino a mettersi nei guai. Guai che lo portano a correre a perdifiato e a rifugiarsi nella serra di uno sconosciuto, in lacrime e sulla soglia di un'ennesima crisi. Il signor Peterson non gli rivolge le parole gentili di cui un giovane sensibile ed innocente come lui avrebbe bisogno. Gli punta un fucile contro, gli sbraita addosso... poi gli chiede il suo nome. Tra quel vedovo brontolone e quel ragazzino fragile e incredibilmente sveglio nascerà un'amicizia più prodigiosa della scienza, più luminosa delle stelle, più indistruttibile del titanio. Intorno a loro, due poli opposti di un unico globo terrestre, orbiterà una scia di personaggi indimenticabili e bizzarri come lo è il genere umano: dottori nevrotici e un vagamente alleniani, analiste e scienziate dal cuore d'oro, bibliotecarie che insieme ai libri amano il prossimo, amiche dalla frangia scura e dal look dark, mamme che non gestiscono negozi di elettrodomestici, ma di occulto, e che, alle partite di burraco con le amiche, preferiscono sedute spiritiche e letture di tarocchi. Il signor Peterson è uno John Wayne invecchiato, uno yankee in pensione. Come i bambini, non ha nessun filtro tra bocca e cervello.  E' sincero fino ad essere indelicato, ma è vero. Pronuncia più improperi che parole gentili, rafforza ogni affermazione con una sonora parolaccia, ma, come i nostri nonni, anche lui ha il pollice verde e la pazienza necessaria per vedere sbocciare nuovi germogli. Ma, dettaglio trascurabile, il suo salotto non odora di deodoranti per ambienti e incenso, ma di marijuana. In una casa che contiene dischi di musica classica e l'intera collezione di romanzi di Kurt Vonnegut, lui non coltiva primule e gerani, ma piante di cannabis talmente alte e folte da poter ambire a un Guinness dei Primati tenuto nella “fertile” Giamaica! Lui parla poco, Alex parla troppo. Si completano e si migliorano giorno dopo giorno, secondo le regole non scritte di un'amicizia tutta al maschile. Ad unirli sono i libri, quei libri che salvano la vita. E' un club di lettura ad aprire un uomo di settant'anni inoltrati al mondo, è la magia che Alex conferisce alle vite che incrocia a renderlo un uomo più socievole, onesto, aperto: buono. L'esordio del giovane Gavin Extence è un romanzo particolare e non poteva non esserlo dal momento che, senza filtro alcuno tra narratore ed autore, ogni pagina permette alla voce del protagonista di risuonare in tutta la sua adorabile e tenerissima prolissità, grazia alla quale i segreti del cielo trovano spazio accanto a quelli dei sentimenti e agli altri che, invece, ogni vera avventura porta con sé.  La prima parte è un esperimento scoppiettante di ironia e gioventù. Tutto è visto sotto una luce colorata e soffice, che ci mostra ogni dettaglio attraverso gli occhi di un adolescente acuto e straordinariamente maturo, ma dotato della fantasia e del candore di un bambino mai cresciuto: le disavventure appaiono tragedie greche venate di comicità, le piccole gioie domestiche parate festose di allegria. Giungendo agli sgoccioli, la storia tocca argomenti impensati, drammatici, dolorosi, mettendo insieme gli indizi di un giallo annunciato sin dalla prima pagina. Il dolore – quello vero, imbattibile, ineffabile – entra nello strano mondo di Alex, mettendolo a soqquadro, a ferro e fuoco. Ma, cosa meravigliosa, lì dove il romanzo dovrebbe strappare lacrime abbondanti, strappa solo sinceri consensi: lo spirito resta quello di sempre e, oscillante tra tragedia e commedia “on the road”, regala risate anche nel dolore più nero. E' un romanzo da leggere a cuore leggero, ma non lieve come la storia che all'inizio immaginavo. Si deve leggere facendo i patti prima con le manie, le paure, gli interessi del protagonista. Facendo obliterare il biglietto che ci porterà da lui e accettando di farsi bombardare dai suoi pensieri supersonici per tutti il tempo che servirà: non c'è altro modo. Ha le fattezze di un miracolo. E' uno di quei romanzi che ci mettono qualche giorno per farsi capire, per farsi studiare, ma che vorresti non finissero più. E, alla fine, una morsa di malinconia ci fa suoi: perché Alex, purtroppo, non farà più parte delle nostre giornate. Non fa parte del nostro mondo. Vorrei guardare il cielo e vedere le stesse cose che vede lui: una cappa blu senza Dio, ma illuminata dai reattori termonucleari più potenti e romantici del pianeta – le stelle. 
La paura distorce il mondo. Vede demoni dove ci sono soltanto ombre.Mi piace immaginarli in un parco, lui e il signor Peterson, mentre portano a spasso Kurt - un vecchio e mansueto cagnone. Su una panchina, c'è un signore dal completo beige e dalla camicia azzurra con una ventiquattrore posata sulle ginocchia. Seduta con un libro in grembo, al fresco, una bambina con un fiocco rosso tra i capelli che legge di nobili cavalieri, streghe cattive e di immencabili lieto fine. Sono Forrest Gumb e Matilda Wormwood: accanto a loro, il nostro Alex si sentirebbe parte di una famiglia perfetta. Lo so. Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Ed Sheeran – Lego House 

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