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Recensione: Loèdill I – Guardiani tra i Mondi

Creato il 31 gennaio 2012 da Topolinamarta

Finalmente sono riuscita a terminare un libro del progetto che avevo preso in mano già da tempo, perciò ecco a voi il mio parere a riguardo.

Titolo: Guardiani tra i Mondi
Fa parte di: Loèdill (#1/2)
Autore:  Francesca Poggioli
Genere: fantasy
Editore:  Lulu Press
Pagine: 516
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN:  9781446784464
Prezzo:  €18,98 (eBook €1,50)
Formato:  brossura
Valutazione: 
Grazie all’autrice per avermelo inviato.

Blog dell’autrice, su aNobii, su Facebook, su Lulu.com, booktrailer su Youtube, leggi un estratto

Keia, Conn e Telanil, tre ragazzi delle Grandi Pianure. Meniam, la vecchia che li ha cresciuti, nascondendo del tutto la propria identità pur di proteggerli. Ellea, giovane fuorilegge e unica sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia. Imuan, giovane capitano dell’esercito che ha invaso le loro terre. Il destino li trascinerà nel pieno di una guerra che si combatte fin dalle origini del Tempo. Prima parte di una saga in due libri, che si concluderà con “Loèdill II – Una nuova Ricerca”.

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Spulciando tra le varie recensioni su aNobii e compari, sembra che tutti o quasi siano concordi sul fatto che ci troviamo davanti a un romanzo estremamente lento a svilupparsi e a tratti pure confuso. Una volta tanto, mio malgrado, sono costretta a dare ragione al pensiero dominante: non è il massimo iniziare una recensione in questo modo, ma credo sia il caso di dire fin da subito che ho fatto una fatica terribile a concludere Loèdill. Però andiamo con ordine, dato che non è nel mio stile esprimere un giudizio sulla base di così poco.

È evidente fin dalla copertina che di cura, dietro a questo romanzo, ce n’è tanta: vedo spesso libri autopubblicati con delle copertine che sembrano fatte da un bambino di sei anni che usa Photoshop per la prima volta, mentre basta aprire una pagina a caso per rendersi conto che  Loèdill non è affatto uno di quei libri scritti due giorni fa e pubblicati oggi (adesso sto ovviamente esagerando, ma conosco non pochi esordienti che nel giro di poche settimane già avevano tra le mani la propria storia scritta e pubblicata – con tutte le conseguenze disastrose che questa fretta può comportare). Non ho purtroppo la possibilità di mostrarvi un ologramma del romanzo, ma sappiate che sembra di tenere in mano uno di quei deliziosi libri antichi che fanno tanto “biblioteca del Nome della Rosa”, con tanto di strappi e pieghe finte. Quindi sì, per quanto riguarda l’aspetto estetico, Loèdill si meriterebbe un dieci e lode.
I problemi però non mancano lo stesso, nonostante questa cura lodevole. Adesso cercherò, dunque, di fornire una panoramica generale delle mie impressioni, in modo da poter dare anche a voi dei metri di giudizio per decidere se aggiungerlo alla lista o no.

Prima di tutto, arrivare alla conclusione è stato difficile, ma non credo quanto partire: il problema maggiore è che già dal primo capitolo vengono introdotti un gran numero di personaggi diversi, tra l’altro con nomi tra loro molto simili. Il risultato che dopo poche pagine aveva già cominciato a girarmi la testa: riconosco che la mia memoria non è un granché quando si tratta di ricordare i nomi dei personaggi, ma la mia impressione era che ce ne fossero davvero troppi, e quel che è peggio tutti in una volta.
L’inizio, dunque, non è dei migliori: introdurre un mondo mai visto a partire da zero non è mai cosa facile nei romanzi fantasy, e in un certo senso Francesca Poggioli ha pensato bene di non cadere negli errori tipici degli esordienti, come i terribili infodump, per bombardare il lettore di informazioni fin dalla prima pagina… peccato che però sia caduta nel problema contrario, ovvero andare avanti spiegando poco o niente. Il risultato è che per parecchie decine di pagine nella mia testa regnava la confusione più assoluta: oltre ai troppi nomi da ricordare, non capivo chi faceva questo, dove doveva andare il tal personaggio, quale ruolo aveva quell’altro…

A peggiorare le cose ho trovato un’altra scelta narrativa (chiamiamola così, sperando che sia davvero tale e non una “distrazione” dell’autrice) che non mi è piaciuta per niente: a volte si salta dal punto di vista di un protagonista all’altro, e oltretutto spesso ci vuole un po’ per capire di chi si tratta. La conseguenza, ancora una volta, è stata un garbuglio di personaggi e fatti in cui è stato davvero difficile districarsi.
Per fortuna, mentre andavo avanti per consultare l’indice, ho scoperto l’esistenza della “guida all’utilizzo per principianti”, ovvero una decina di pagine in cui si trovano, oltre a un utile glossario dei termini frequenti, diverse informazioni che mi hanno permesso di chiarirmi le idee almeno un poco, o credo che a quest’ora sarei ancora qui a cercare invano di capirci qualcosa da sola. Però, ripeto, forse una maggiore pianificazione del modo in cui questi chiarimenti venivano forniti durante la storia avrebbe notevolmente diminuito questo senso di confusione.
Forse è un po’ la trama stessa a comportare questo smarrimento: l’idea dei viaggi tra diverse dimensioni, tra mondi a sé stanti, mi è piaciuta, ma a mio parere l’autrice non è riuscita a padroneggiarla al meglio, trasformando una trama che poteva sfociare in un romanzo davvero bello in una specie di minestrone di eventi. Non insipido, perché gli spunti buoni, come ho già detto, non sono pochi, ma pur sempre abbastanza caotico.

A parte il disorientamento, però, c’è stato un altro aspetto dello stile di Francesca Poggioli che ha resto piuttosto difficoltosa la lettura: la storia fa molta fatica a entrare nel vivo, e anche quando finalmente ci riesce non può fare a meno di restare piatta proprio come all’inizio. Non è semplice spiegare quel che intendo: so soltanto che le parole non mi trasmettevano nessuna immagine concreta; semplici parole erano e semplici parole rimanevano.
Inoltre, non ho trovato nessuno dei personaggi particolarmente brillante, o perlomeno che spiccasse abbastanza da far passare in secondo piano la costante sensazione di noia.

In ogni caso, questo non vuol dire che Loèdill sia uno di quei romanzi da buttare: la storia, come ho già detto, è buona e il mondo in cui è ambientata pare costruito con minuziosità nei minimi dettagli. Si percepisce che l’autrice ha lavorato sodo per elaborare il suo background e renderlo credibile, e almeno in questo direi proprio che c’è riuscita. L’accuratezza dello stile, inoltre, è notevole: ha un carattere introspettivo, che può piacere o non piacere, e anche se non è riuscito a coinvolgermi non posso negare che sia corretto sotto la maggior parte dei punti di vista. Peccato solo che, come è successo a me e ad altri, non possieda ancora quel quid in grado di intrigare chiunque, di tenere incollato alle pagine anche il lettore più esigente.
Confesso però che non è molta la curiosità di dedicarmi anche al secondo libro, nonostante ci siano molte domande in sospeso – e nonostante non mi piaccia lasciare le saghe a metà. Suppongo che alla fine lo farò lo stesso, anche acquistandolo (nel caso probabilissimo che l’autrice non voglia più saperne di me dopo questa recensione ), più che altro perché sono convinta che sia una storia che abbia del buono, che purtroppo è andato un po’ sepolto sotto uno strato di confusione generale… e poi, udite udite, questo è un raro esemplare di saga composta da due soli libri!

In definitiva, dunque, forse non varrà la pena di spendere 19€, ma l’euro e mezzo dell’eBook non è un’opportunità da buttar via. Se amate uno stile molto riflessivo e non avete problemi a districarvi anche in una narrazione un po’ confusa, dunque, credo sia il libro che fa per voi.

*        *        *

Avvolta nella semplice veste di Guardiana, Siana portò il suo sguardo verso la splendida vetrata della Cripta. Nonostante quell’immenso vuoto, c’era ancora vita. C’era ancora speranza.
L’alba di un nuovo giorno, catturata dai tasselli colorati e brillanti delle vetrate, rifulse sulle ali di Alundeel.
Sono qui” ripeté la fata, più intimamente. “Noi Guide resteremo con voi, Guardiani. Sempre.
Guardiani.
Quello era il primo giorno della loro vita da Loèdill, l’inizio del loro compito che non poteva fermarsi davanti a nulla.
In qualche modo avrebbero dovuto trovare la forza di proteggere le ultime energie del Loèmenn e conservare la Magia del Passaggio.
Non era concesso loro di arrendersi.


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