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Recensione: Man of Steel

Creato il 24 giugno 2013 da Giobblin @MrGiobblin
Recensione: Man of Steel
E' un uccello! E' un aereo! E'... la recensione de L'Uomo d'Acciaio, il nuovo film di Superman diretto da Zack "Slo-Mo" Snyder! Tutti lo guardano, tutti ne parlano: come se la sarà cavata il settantacinquenne (Superman è degli anni '30, mica cavoli)  Boy Scout Blu col suo ritorno sul grande schermo? "Egregiamente", vi diranno alla Warner. Il film ha già superato i 400 milioni di incasso e il contatore non accenna a fermarsi grazie al fondamentale apporto delle platee di oltreoceano. Tolti i costi di produzione e di marketing direi che è rimasta una discreta sommetta: tirate fuori lo champagne! Se diamo un'occhiata alla critica, ad esempio Rotten Tomatoes... beh, diciamo che Man of Steel non ha incontrato i favori di moltissimi recensori. Ma l'unica cosa che importa, all'interno del Minuetto Express, è l'opinione del sottoscritto! (Lo spero, dato che siete qui a leggere.) Come avrà reagito questo 25enne amante dei fumetti Marvel e poco affezionato al superuomo di punta della DC Comics?
Recensione: Man of Steel
La risposta corretta è "abbastanza bene, seppur con numerose alzate di sopracciglio". Le origini di Superman e la sua infanzia a Smallville sono state raccontate in tutte le salse possibili e immaginabili: il classico film del 1978 con Christopher Reeve, la serie TV Smallville, una pletora di saghe a fumetti e graphic novels, per non parlare delle numerose serie d'animazione. La storia è conosciuta da praticamente chiunque: Kal-El, ultimo sopravvissuto alla distruzione del pianeta Kripton, arriva sulla Terra e viene adottato dai coniugi Kent, contadini del Kansas. Il nostro Sole conferisce al piccolo Kal poteri sovrumani che lo trasformeranno nell'inarrestabile Superman, l'Uomo d'Acciaio, protettore del pianeta. Man of Steel, reboot della saga cinematografica di Supes dopo il deludente Superman Returns di Bryan Singer, deve per forza ripassare- ancora una volta- le origini dell'uomo e del supereroe, ma lo fa in maniera innovativa. L'infanzia e la vita pre-Superman di Kal/Clark vengono raccontate tramite flashbacks intramezzati con la trama principale e permettono di esplorare approfonditamente le motivazioni del protagonista e i suoi dilemmi morali senza dover ripetere passo passo la storia che già conosciamo a menadito.
E' un sistema molto efficiente per risparmiare tempo ed evitare confusioni- ho apprezzato lo stratagemma. La scelta di ampliare la storyline kriptoniana di Jor-El e di puntare sull'aspetto fantascientifico è ottima e dona a Man of Steel un sapore totalmente diverso da quanto visto finora.
Recensione: Man of Steel
Man of Steel è come un treno in corsa: parte in quarta fin da subito e non accenna a rallentare per le seguenti due ore. Il preludio che racconta la guerra civile di Kripton è un tripudio di esplosioni, cavalcate su draghi alieni, tuffi esagerati e sparatorie in cui Russell Crowe/Jor-El ruba la scena; il resto del film non è da meno. I momenti "tranquilli" sono pochi e isolati: c'è sempre qualcosa che succede sullo sfondo. Il primo incontro tra Lois e Clark avviene in un'astronave sepolta sotto il ghiaccio e pattugliata da un robot assassino. Uno dei momenti fondamentali con Clark e il signor Kent coinvolge un tornado devastante.
E così via.
Zack Snyder confeziona ancora una volta un film ad altissimo contenuto action, con combattimenti ipercinetici capaci di fissare nuovi standard di qualità. Le zuffe tra Kal-El e i kriptoniani ribelli capitanati da Zod sono stupende.

Recensione: Man of Steel

Non sono la sola cosa stupenda del film.


Con Snyder si va sul sicuro, dopotutto. Questo è il regista di 300, Watchmen,Sucker Punch... pellicole che hanno certamente dimostrato la sua abilità nel tradurre l'azione tipica del medium fumettistico in formato cinematografico. Stavolta ci viene anche risparmiata la sua fastidiosissima firma, lo slow-motion, e possiamo tirare un sospiro di sollievo. E l'influsso di Christopher Nolan, produttore esecutivo della pellicola, si fa sentire? Questo era il grande timore di moltissimi fan: non vorranno "batmanizzare" anche Superman? Vi tranquillizzo subito: l'influenza di Nolan non è così invasiva come molti temevano, e anche se il nuovo Superman è lontano anni luce da quello classico non ci troviamo di fronte ad un eroe tenebroso e complessato. E' un uomo volante che indossa un pigiamino con mantello, santo cielo.  Sorride poco, certo, ma quello è un altro problema.
Recensione: Man of Steel

Il cast è solido: Henry Cavill è un Clark Kent convincente, Russell Crowe brilla nel prologo (un pò meno quando spara spiegoni sottoforma di ologramma), Zod/Michael Shannon è un villain di spessore e Amy Adams è un'ottima Lois Lane- che purtroppo diventa ben presto un mero veicolo per la trama. Prima parlavo di "alzate di sopracciglio". I miei problemi con Man of Steel (promosso assolutamente per quanto riguarda l'azione) nascono da una serie di fattori. In primis il tono fin troppo serio della pellicola- che vuole darsi un tono "nolaniano" sconfinando però nella pesantezza. Almeno nei film Marvel ci si fa quattro risate... Quello che dovrebbe essere un film sulle origini di un mito, con un protagonista che è l'incarnazione stessa del concetto di EROE, risulta fin troppo imbottito di pipponi moraleggianti e metafore messianiche sbattute in faccia allo spettatore. Paragonare Superman a Gesù è storia vecchia, i fumetti lo hanno fatto da decenni. Dopotutto parliamo di un essere con poteri divini che ci protegge dal Male. Ma qua si esagera, e non certo per errore. Tra Superman che si lascia cadere a braccia aperte, Superman che va a confessarsi, Superman che si consegna in sacrificio ai militari, il Generale Zod che sostiene di averlo cercato "per 33 anni"... mancava solo un segnale al neon con scritto "Sono Gesù".

Recensione: Man of Steel

Pure la barba è la stessa.


Un altro grandissimo punto debole di Man of Steel è il modo in cui il dilemma alla base del film ("L'umanità è pronta per accettare Superman oppure no?") viene gestito. Clark non ha mai rivelato apertamente i suoi poteri ad anima viva, ma non per proteggere la sua identità o quella dei suoi genitori. Lo fa perchè il suo padre adottivo lo ha cresciuto inculcandogli il concetto che l'umanità non sarà mai pronta. La scoperta di un superuomo provocherebbe il caos nel mondo: ecco perchè Kent sgrida il piccolo Clark quando salva un pullman pieno di ragazzini.  Questa filosofia insensata porterà il vecchio Kent alla morte, in una scena del film che dovrebbe essere tragica e che risulta invece francamente ridicola.
Recensione: Man of Steel

Ma per fortuna Clark sceglie di rivelarsi al mondo... provocando danni incalcolabili nel corso degli scontri con Zod e i suoi. Whooops. Speriamo che nel prossimo film riesca a gestire meglio la sua forza. A tal proposito, un sequel è già stato confermato- così come un film dedicato alla Justice League- anche se i dettagli in merito sono nebulosi. Riuscirà la Warner Bros a creare un DC Cinematic Universe costruendolo sulle basi di Man of Steel? Gli incassi parlano chiaro, ma di sicuro non abbiamo tra le mani un pilastro sicuro come Iron Man e il mitico Robert Downey Jr. Man of Steel, che piaccia o meno, è il Superman cinematografico del nuovo millennio: un film che abbandona il camp nostalgico della vecchia serie per abbracciare un approccio (troppo) serio e dai toni misticheggianti. Quello che poteva trasformarsi in un rottame fumante al botteghino viene invece salvato e migliorato da un cast di qualità, dall'innegabile bravura di Snyder in fatto di azione visionaria e da alcune felici rivisitazioni della classica mitologia del personaggio.  Poteva andare molto meglio, ma- ehi- ci resta sempre The Avengers se vogliamo un ottimo film di supereroi, no?
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