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Recensione: Manuale di cucina sentimentale di Martina Liverani

Creato il 16 marzo 2014 da L'Angolino Di Ale @LangolinodiAle

Ciao a tutti! Chi di voi è goloso alzi la mano! Io di sicuro! Sono una golosona di dolci e di tutte le cose buone della vita, ed è per questo che mi sono lasciata catturare da questo divertente romanzo di Martina Liverani. Vi auguro una buona domenica sera e buona lettura!

Recensione: Manuale di cucina sentimentale di Martina Liverani
Titolo :  Manuale di cucina sentimentale

Autrice :  Martina Liverani

Casa editrice :  Baldini&Castoldi

Pagine :  174

Prezzo :  13.90 € cartaceo  (disponibile anche su Amazon : 11.82 € cartaceo / 6.99 € eBook )

Trama : Cosa possono avere in comune una foodblogger imprigionata nel corpo di un avvocato, una giornalista di moda sovrappeso con l’ossessione della dieta e una bio-donna integralista del km zero? Niente, se non la loro amicizia e la passione per la cucina e per lo starsene a casa il venerdì sera stordendosi di chiacchiere.

La mia recensione

Quando tre amiche (di quelle vere) si ritrovano davanti ad un piatto di buon cibo ed accompagnano le loro chiacchiere con un bicchiere di vino, il simposio si può dire perfetto. Cecilia, Agata e Tessa sono tre donne completamente diverse l’una dall’altra. Ciascuna vede la vita a modo suo e rincorre il sogno di un mondo perfetto.

«Le amiche sono quelle che come te hanno una vita faticosa, capi idioti, il conto in rosso, colleghe stronze e mai niente da mettersi»

La loro serata godereccia è il venerdì. Solo al termine della settimana le tre si concedono il lusso di scendere un attimo da quel treno in corsa che durante la settimana le porta freneticamente in giro per l’Italia, per godere insieme dei piaceri della buona tavola. Le tre amiche hanno vite incasinate e pelle a buccia d’arancia ma, d’altronde, tutti noi siamo più o meno nelle stesse condizioni, no? Prendere consapevolezza del fatto che non si possa essere perfetti è certamente il primo passo verso la felicità.

Tessa, avvocatessa per dovere, racconta in prima persona le sue avventure di foodblogger (“una FoodbloggerQualunque” come di descrive lei) e le sue disavventure con il compagno distante (in tutti i sensi). Le sue due amiche sono il giorno e la notte. Agata, la bella, combattuta tra i sensi di colpa per le calorie ingerite e quell’amore smisurato nei confronti del buon cibo (cucinato dagli altri, data la sua totale incapacità ai fornelli). Cecilia, la salutista, patita dei prodotti bio rigorosamente a Km zero e fermamente convinta che tutti i prodotti alimentari posseggano un’anima, vegetariana e disoccupata a tempo indeterminato. Sono tre amiche trentenni alle prese con il primo vero “giro di boa”, quello nel quale ci si domanda se la strada fino ad ora percorsa ti ha portata alla meta oppure no. Darsi una risposta diventa un problema, soprattutto quando ti accorgi che la tua vita fa acqua da tutte le parti, sia a livello sentimentale che lavorativo.

Martina Liverani è stata molto brava a ricreare in questo libro quell’atmosfera “casalinga” fatta di profumi, calore e profondo affetto nei confronti delle amiche. I venerdì sera gastronomici delle ragazze rappresentano, infatti, un momento di libertà, nel quale le tre si raccontano le loro storie in tutta tranquillità, in un clima di totale sicurezza e fiducia reciproca.

Spesso ci si intestardisce nei confronti di una determinata questione (Tessa, ad esempio, ha il terrore di non riuscire a fare una buona frittata) anche se non ci si rende conto che, a volte, basterebbe solo fermarsi un attimo a respirare pensando che non tutte le ciambelle debbano necessariamente uscire con il buco. Per non parlare poi delle dosi: le ricette sono così terribilmente standardizzate che, spesso, quel ”QuantoBasta” ti infastidisce a tal punto da rimanere semi-paralizzata davanti alla ricetta stessa. Con la faccia perplessa finisci sempre con il domandarti: “…ed ora? Quanto ne metto? Me la sento di rischiare?“. Questo è un po’ quello che succede alle nostre protagoniste, donne vere, con problemi veri.

«Bisogna cogliere il momento giusto, e non aspettare. Ogni prodotto ha la sua stagione. Esiste qualcosa di più abominevole di mangiare fragole a dicembre?»

La lettura è scorrevolissima e piacevole. Tra le pagine troviamo anche i post che Tessa pubblica sul suo blog, sfornando consigli e ricette sul come provare a godersi il bello della vita. Credere in sé stessi è il punto di partenza. Lasciando andare le proprie insicurezze si possono abbandonare i vecchi schemi, lasciando spazio a nuove idee, per cercare finalmente di fare ciò che si è sempre voluto fare nella vita.

«Le mie convinzioni, le mie ricette, i miei schemi mentali, il mio vivere nascosta rispetto a quelli che erano i miei sogni mi sembravano piccolezze rispetto all’immensità della vita e alla sua fugacità: non dovevo lasciarmi vivere, dovevo essere la protagonista della mia vita e delle mie scelte»

Di questo romanzo si apprezza la semplicità di una chiacchierata tra amiche e la positività del darsi sempre una chance per poter realizzare quel sogno del quale, probabilmente, ancora non vediamo i contorni ma del quale conosciamo bene la trama. Tessa e le sue amiche hanno inizialmente nei confronti della vita, lo stesso approccio che hanno nei confronti del cibo: troppo “da manuale”, lasciando poco spazio alla fantasia e al “vada come vada”.

Queste tre «foodie» girls, propense a lasciarsi andare ai piaceri della buona cucina e dell’arte del mangiare bene, ci insegnano che non esiste una “ricetta” universale per la felicità ma, al contrario, ciascuno è libero di aggiungere i propri “ingredienti” segreti per rendere meno “insipida” la vita e per personalizzare la propria “ricetta” in modo da esserne pienamente soddisfatti.

«Le ricette servono per darti un’idea, ma poi devi metterci del tuo…quelle dei giornali non escono mai, in quelle che senti in televisione manca sempre qualcosa, le amiche non ti dicono mai quella vera, perché se la vogliono tenere per sé, ma in fondo ognuno ha la sua ricetta. E poi la situazione è sempre diversa: il forno è un altro, gli ingredienti non sono della stessa marca, pentole e padelle sono diverse…»

L’autrice

Recensione: Manuale di cucina sentimentale di Martina Liverani

Martina Liverani è una scrittrice, giornalista e blogger. Collabora con diverse testate giornalistiche, tra cui Vanity Fair, Vogue, Huffington Post, ecc. Dirige anche Dispensa un foodzine tutto italiano, ovvero un magazine dedicato al cibo e non solo per riscoprire i sapori e i profumi antichi. Inoltre ha un blog tutto suo CURVY, FOODIE, HUNGRY nel quale racconta di sé e delle donne che amano vivere al di fuori dagli schemi, ovvero quelle donne che sanno amarsi anche se non “perfette”, quelle donne che apprezzano i piaceri della vita (tra cui il cibo) e quelle donne che sono affamate e golose di tutto ciò che fa bene al cuore.


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