Recensione | Marvel’s Agent Carter 1×04 “The Blitzkrieg Button”

Creato il 30 gennaio 2015 da Parolepelate

Papà Stark è tornato, come promesso, con i siparietti comici che ne sono derivati e con l’atteso confronto Howard/Peggy che il promo ci aveva anticipato.

Ritornato sul suolo americano (e sui nostri schermi) grazie al contrabbandiere Otto Mink, Stark senior scopre che l’SSR ha cominciato a fare sul serio con la sua ricerca, mettendo sotto controllo le sue residenze, anche quelle più irrintracciabili (ma era anche ora che si dessero una mossa). L’unico posto sicuro in cui rifugiarsi è il Griffith, residenza femminile non ignota al nostro miliardario marpione, che coglie l’opportunità per un giro turistico di tutte le stanze. Mentre Howard è così occupato, a Peggy tocca l’incarico di recuperare una delle invenzioni in possesso dell’SSR sostituendola con una copia. Peccato che l’atteggiamento di Jarvis riguardo alla missione desti più di un sospetto (questo tic all’orecchio inserito adesso, comunque, e sottolineato poi in modo così evidente, mi ha un po’ infastidita e no, non basta averlo messo in apertura d’episodio, abbiamo visto Jarvis mentire senza alcun gesto rivelatore durante le scorse settimane!). Infatti, il misterioso Blitzkrieg Button si rivelerà un semplice contenitore/nascondiglio per una fiala di sangue del compianto Steve Rogers, che papà Stark dichiara di voler usare per creare vaccini e farmaci continuando a salvare vite ma, come dice giustamente Peggy, nessuno pensa che lo farà gratis. Gli uomini continuano a deludere Peggy e in confronto al comportamento meschino di Stark, ecco che il ricordo del Capitano risplende ancora più fulgido (gli uomini comuni non considerano Peggy loro pari, però un super-uomo l’aveva considerata al suo stesso livello). Howard viene cacciato via in malo modo e si becca anche una ramanzina ben piazzata da Jarvis per averlo costretto a mentire e a scusarsi al posto suo.

Nel frattempo, il capo Dooley vola fino in Germania per interrogare un colonnello nazista riguardo alla battaglia di Finow (nella quale i senza-voce Leet Brannis e Sasha Demidov sono stati dichiarati deceduti). Apparentemente non c’è stata alcuna battaglia e i tedeschi si sono limitati a scoprire centinaia di corpi ammassati, squartati non si sa da chi. L’agente Thompson scopre inoltre che un aereo con Howard tra i passeggeri è atterrato nei pressi di Finow qualche giorno dopo la presunta battaglia. Per fare cosa? Com’è coinvolto il nostro papà Stark nei loschi traffici del Leviatano? Peggy, in preda alla rabbia, in questo episodio dice che per quanto ne sa dietro il furto delle invenzioni potrebbe esserci anche Stark stesso: né lei né noi spettatori pensiamo che sia davvero così, almeno per ora, però è chiaro che Howard nasconde parecchi segreti e non è una persona di cui ci si possa incondizionatamente fidare.

Durante l’assenza del capo, nell’ufficio dell’SSR Thompson dà una lezione di interrogatorio a Sousa e i due apprendono che un uomo elegante e una donna coi capelli scuri sono entrati nella barca con le invenzioni Stark la sera del loro ritrovamento, andando via prima dell’arrivo degli agenti. Thompson inoltre comincia a mostrare un po’ di caratterizzazione in più: fin’ora un personaggio monolitico, in questo episodio mostra delle sfumature diverse, pur mantenendosi coerente col proprio atteggiamento sgradevole. Diventa più difficile inquadrarlo, sia durante l’interazione con il più ingenuo (ma non per questo scemo) Daniel Sousa, sia nel dialogo con Peggy. Chad Michael Murray se la sta cavando meglio di quanto avrei immaginato, dal ricordo che ho di lui in One Tree Hill. Inoltre, non se ne può più delle scene con i colleghi che sottovalutano Peggy (abbiamo capito, autori, repetita iuvant però ora anche basta) mentre quella con Thompson è stata ben diversa e non mi è affatto dispiaciuta.

Sul finale, Otto Mink si intrufola al Griffith per far fuori Peggy ma viene fermato da Dottie che tira fuori delle skill di combattimento piuttosto elevate. Gli autori hanno rivelato che si tratterebbe di una delle prime agenti del programma “Vedova Nera”, su Internet la danno come possibile Yelena Belova (ma non dovrebbe essere più giovane della Romanov?). Fatto sta che la ballerina mette fuori combattimento senza difficoltà l’energumeno, appropriandosi della sua arma (piuttosto cool, tra l’altro). Intende quindi proteggere Peggy? Semplicemente non voleva interferenze? E per chi lavora, per il governo Russo? L’ipotesi che sia al soldo di Leviathan non mi convince più tanto, dopo queste ultime rivelazioni, ma staremo a vedere.

Alla fine dell’episodio, Peggy non ha dormito un minuto (fa la spia fino alle sei del mattino, torna a casa, si cambia e va al lavoro), senza mostrare mai il minimo segno di stanchezza fisica o mentale (o un capello fuori posto o un’unghia spezzata). Ha il siero del superuomo anche lei? Io ieri non ho dormito e oggi ho delle occhiaie che mi arrivano agli zigomi. Forse Howard dovrebbe prendere un campione anche del suo sangue.

Parlando di misteri, questa serie ne ha tirati in ballo parecchi e adesso che anche il sangue del Capitano è stato inserito tra gli elementi della trama, mi domando se non fosse proprio quello che Leviathan cercava, magari per ricreare il siero del super soldato. La fiala che lo contiene, inoltre, si trova adesso all’interno del muro divisorio tra le stanze di Peggy e della presunta Vedova Nera. Inoltre, se Dottie non rappresentasse un pericolo per Peggy o un agente del Leviatano, questo riaccenderebbe i miei sospetti sulla cara Angie (ma spero proprio di no, perché lei mi piace tanto!). Nel frattempo, il mistero dell’identità della bionda misteriosa potrebbe essere risolto da Sousa (ma l’ha riconosciuta dal didietro? Mah!) mentre la misteriosa macchina da scrivere Fringe-style si è attivata nell’ufficio del capo Dooley. Chi manda il messaggio sarà al corrente del fatto che la macchina sia ora nelle mani dell’SSR?

il cameo di Stan Lee

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