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Sapevatelo | Daredevil

Creato il 12 maggio 2015 da Parolepelate

Non ci siamo dimenticati di Daredevil, no. Siamo solo un po’ in ritardo perché eravamo tutti troppo presi dal coccolare Matt Murdock, che dicendola alla Tumblr è “a beautiful cinnamon roll, too pure too precius for this world”, che in italiano fa “rotolo di cannella, troppo puro troppo prezioso per questo mondo”.

Cosa che, Matt Murdock è.

Sapevatelo | Daredevil

La Marvel ha fatto centro, e con la partnership di Netflix è riuscita a sganciare una bomba – telefilmicamente parlando – nell’universo MCU. Universo che si sta espandendo mese dopo mese. Se l’esperimento Agent Carter non è riuscito alla perfezione (non che sia da buttare alle ortiche, anzi), se Agents of S.H.I.E.L.D. è ormai qualcosa di consolidato, Daredevil è stato l’anello di collegamento tra il MCU cinematofrafico e quello televisivo. Difatti, il canale prescelto per metterlo a disposizione dei comuni mortali è stato internet. Coincidenze? Stiamo parlando della Marvel, quindi, no, non credo.

Di Daredevil sapevo poco, e so ancora poco visto che sto evitando in tutti i modi di spoilerarmi la trama del personaggio su Marvel Wikia; prima della serie, le mie conoscenze si limitavano al film con Ben Affleck. Una trashata d’altri tempi, che io comunque adoravo perché in quel periodo ero totalmente ed incondizionatamente bruciata per la Affleck/Garner (che per me è quello che per voi mortali sono i Brangelina: cioè endgame).

Ma se nel film del 2003 si è pasticciato cercando di rendere “per adulti” un campo – quello dei supereroi – considerato appannaggio esclusivo di bambini, adolescenti e maschi affetti dalla sindome di Peter Pan; Drew Goddard (il creatore della serie) si merita la medaglia al valore per essere riuscito a rendere credibile e verosimile l’atmosfera dark e l’ambiguità morale che imperversa per le strade di Hell’s Kitchen (nei fumetti).

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A sentire gli esperti, Daredevil Netflix è vincente perché, guarda caso, combacia quasi perfettamente con i fumetti! Per adesso le modifiche sono state poche e in qualche modo assorbite da altri avvenimenti (esempio: qualche volta nei fumetti Matt viaggia sotto le mentite spoglie di Mike, suo gemello inesistente. Nella serie è Claire a chiamarlo Mike quando lui non le risponde circa il suo vero nome).

[Questo articolo NON contiene spoiler]

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Matt Murdock (Charlie Cox. È una verità universalmente riconosciuta, che tutti amiamo Charlie Cox) è un avvocato di New York che vive nel quartiere di Hell’s Kitchen (no, tranquilli Gordon Ramsay non spunterà da un momento all’altro urlando che quell’uovo alla coque sembra un testicolo di bue che sa di m****). Dopo aver fatto praticantato in prestigioso studio legale nel quale hanno assistito alle peggiori ingiustizie, insieme al suo migliore amico, Foggy Nelson, decide di mettere su uno studio legale per aiutare coloro che meritano davvero di essere aiutati.

Mestiere che seppur di scarsi profitti – hanno praticamente zero clienti, a conti fatti – riesce ad appagarli a livello morale. Ebbene sì, uno show in cui si tratta di morale – e non solo – , quasi un unicorno in questo 2k15.

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Matt ha due particolarità:

  • È cieco.
  • È il Diavolo di Hell’s Kitchen, che poi diventerà Daredevil.

A 12 anni, a seguito di un incidente in cui alcune sostanze radioattive gli finirono negli occhi, perde la vista ma sorprendentemente gli altri sensi si acuiscono in maniera esponenziali. Non vede come vediamo noi, ma grazie ad un perfetto equilibrio tra udito, olfatto e tatto, riesce a vedere in un altro modo (la frase sembra non avere senso ma è la pura verità, giuro). Vede talmente bene che è capace di fare parkour e picchiare i criminali in una notte buia e senza stelle.

Quello che fa amare Matt Murdock così tanto, non è solo il fatto che si potrebbe affiancare a supereroi del calibro di Steve Rogers (moralmente parlando). Matt è complessatto, per così dire. Ma complessato in maniera sana.

Nonostante l’infanzia infelice – a serate alterne doveva ricucire il padre mezzo morto e sanguinante – e l’incidente – ha passato del tempo senza riuscire a controllare i suoi nuovi sensi, diventando un po’ la Giovanna D’Arco dell’istituto in cui stava -, è riuscito a venire su bene, con dei bei valori. Un ragazzo casa e Chiesa, letteralmente.

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Matt è cattolico praticante. Quello che più è interessante è vedere come il cattolicesimo (e la sua educazione cattolica) influenzano le sue azioni. Diciamocelo chiaramente, se non fosse stato per il provvidenziale timore per l’eterna dannazione dell’anima (e una buona dose di disciplinala zen), Matt Murdock sarebbe finito a complottare per ridurre l’umanità in schiavitù.

Invece, non saranno poche le volte in cui lo vedremo combattere interiormente contro i suoi demoni che gli suggeriscono di compiere azioni dalle quali non si torna più indietro ma che gli farebbero ottenere subito ciò che vuole.

Il nocciolo di ‘Daredevil’ sta tutto qui: nel fare ciò che è giusto e che corrisponde a giustizia. La giustizia quella vera, s’intende. Non a caso Nelson & Murdock hanno deciso di combattere il crimine con l’unica arma giusta: la legge.

Se di giorno Matt si limita a perseguitare ex lege, di notte, a tirare la linea tra giusto e sbagliato, non c’è nessuna legge se non quella della morale. E perciò il Diavolo di Hell’s Kitchen sarà un po’ più sanguinario, un po’ più vicino alla sua storia personale (il modo in cui si fa prendere a botte fa quasi male allo spettatore), ma si terrà sempre e comunque a debita distanza dall’ingiusto.

A sostenere Matt ci sarà Foggy Nelson (Elden Henson). Foggy, amico dai tempi dell’università; Foggy capace di fargli notare che si sta comportando da deficiente; Foggy che non si fa mettere in difficoltà dalla cecità dell’amico; Foggy che in qualche modo sa senza sapere; Foggy che non ci pensa due volte prima di affrontare a muso duro Matt. Foggy Nelson, gente.

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Due sono le donne che si intrecceranno con le vicende di Daredevil/Matt:

  • Karen Page (Deborah Ann Woll): all’inizio damsel in distress; alla fine donna capace di fare cose che voi umani avete solo immaginato di fare. Dotata di un grande senso di persuasione, è curioso vedere come riesca a far compiere delle azioni sconsiderate alla gente. Il bello è che lei gli spiega anche che sicuramente ci rimetteranno le penne. Misteriosa quasi quanto Matt, per adesso di lei si sa poco: nasconde un grande segreto che potrebbe mettere a serio rischio la sua credibilità e che cerca in tutti i modi di non far venire a galla.
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  • Claire Temple (Rosario Dawson): interesse amoroso di Daredevil/Matt. È la prima a sapere dell’identità segreta di Matt, anche se questo, fino ad un certo punto, non le rivela il suo vero nome ma lascia che lei lo veda senza maschera. Ridurla a “interesse amoroso” è poco, lei rappresenta la presa di coscienza dei personaggi femminili: sa quando è il momento di togliere le tende anche se prova qualcosa per Matt e lui per lei (non ha nessuna intenzione di rimanere immischiata – e purtroppo ci rimane – nelle attività ex curricolari di Matt). Claire Temple rappresenterà l’anello di collegamento tra tutte e tre le serie Marvel (Daredevil, The Defenders, A.K.A. Jessica Jones).
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Molti cattivi e entità (gli Inumani) sono stati introdotti durante il corso degli episodi, tuttavia al centro di questa prima stagione c’è Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio). Uno dei cattivi meglio riusciti a livello televisivo (il merito va tutto al fumetto) che, sinceramente, mancava da un bel po’ sugli schermi dei nostri nostri PC. Anche lui ha vissuto un’infanzia drammatica e all’insegna della violenza domestica, però, al contrario di Matt, ciò si riflette ampiamente sulla sua vita da adulto. Fisk rappresenta proprio il polo opposto di Matt. Anche a lui è stato imposta la fede religiosa, purtroppo invano: a detta di Fisk, per lui le preghiere e il credo non sono nient’altro che un gesto meccanico che metteva in atto per raggiungere un qualche tipo di sicurezza e protezione, cose che gli sono mancate da bambino.

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Fisk non ha nessun confine tra la violenza e la normale convivenza. Non ho detto che non ha una morale, perché una morale tutta sua ce l’ha e se ci penso bene, è anche guidata da un sentimento puro: fare del bene e proteggere le persone che ama. Quello che sbaglia sono i mezzi, ma ahimè, non a tutti è concessa una sana educazione con dei sai principi.

Sequenze di combattimenti mozzafiato, primi piani che spaccano; atmosfere da periferia, quartieri degradati; non si esce mai da Hell’s Kitchen. Tra mafia russa, droga cinese e traffici di soldi, sangue e ossa rotte, Daredevil ci schiaffeggia con il suo violento realismo. Realismo verghiano, oserei.

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Daredevil, insieme a A.K.A. Jessica Jones, (sempre sotto il patrocinio di Netflix) condurrà ad un altro tassello dell’universo Marvel: The Defenders. Ma qui parliamo parliamo del futuro, è materiale per un altro articolo.

Per adesso, beccati questo DC. Sappi che il trucco non sta nell’aumentare il contrasto per rendere il tutto più dark (cit. Il Rinoceronte), a volte basta affidare le cose giuste alle persone giuste.

Se non lo avete fatto, vi esorto a passare le prossime 13 ore a guardare Daredevil. Fidatevi, ne varrà la pena e se siete in astinenza post Age of Ultron, potrete fare la scorpacciata di strizzate d’occhio ai nostri cari vecchi Avenger.

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PS. Un solo appunto per la stagione 2: Il costume nero era figo, quello rosso sembra una copia andata a male di Batman. Fate di meglio, per favore.


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