Recensione: Men in Black 3

Creato il 04 giugno 2012 da Giobblin @MrGiobblin

Come dice il saggio, quando un franchise non ha più idee ci sono due opzioni: realizzare un prequel, o far viaggiare i protagonisti indietro nel tempo. L'unico giustificato è Ritorno al Futuro, perchè è una serie incentrata sul viaggio nel tempo, ed è fantastico. Ma non divaghiamo. Il primo Men in Black, uscito nel 1997, era tutto quello che un ragazzino di dieci anni (aka me) potesse desiderare: un film pieno di azione, risate, alieni strani e armi altamente distruttive. Non poteva fallire. Il sequel, Men in Black 2 (2002) pur non essendo all'altezza del primo capitolo faceva il suo sporco lavoro. Il fatto che siano passati ben dieci anni fa capire quanto sia stata effettivamente travagliata la realizzazione di questo terzo capitolo, che vede sempre la premiata coppia Smith/J e Jones/K come protagonista.

Non poteva mancare un cattivone brutto e disgustoso, dopo lo Scarafaggione del primo film e la sensuale regina kylothiana Serleena di MIB 2: il nuovo villain è Boris "L'Animale", feroce boglodita rinchiuso in un carcere di massima sicurezza sulla Luna da 40 anni. Dopo essere finalmente evaso, Boris architetta un piano geniale: tornare indietro nel tempo e uccidere il responsabile della sua incarcerazione e dell'estinzione della sua razza... l'Agente K!

Il GIOVANE Agente K.


Inutile dire che l'unica speranza per impedire un'invasione dei terribili bogloditi e per riportare in vita K è proprio J, che grazie ad un pratico dispositivo illegale dovrà saltare indietro nel tempo per arrivare nei favolosi anni '60, tra hippies, capelli afro, tinte pastello e guarda caso il lancio dell'Apollo 11. L'espediente del viaggio temporale offre più di un'occasione per prendere in giro i Sixties; la migliore vede come protagonista Andy Warhol, che nasconde un piccolo segreto... 

Dopo una prima parte prevedibile, trita e copincollata dai primi due film, MIB 3 decolla (si fa per dire) col ritorno al passato di J, che si trova di fronte al giovane K (un convincente Josh Brolin). Tuttavia, la trama resta prevedibile, scontata, telefonatissima. L'impalcatura della pellicola si regge quasi interamente su Will Smith e le sue battute, che in alcuni casi sono pure buffe, in altri mica tanto... La componente umoristica era sempre stata fondamentale nella saga, ma mai a questi livelli. Non parliamo poi degli inevitabili plotholes causati dall'uso sconsiderato del viaggio nel tempo... meglio che stia zitto, sennò ci perdiamo tutto il pomeriggio. 

"Questo aggeggio segue regole precise... tranne quando la sceneggiatura se ne dimentica".


L'inaspettato finale dolceamaro, pur essendo da pernacchie nel suo intento di "chiudere il cerchio", dona al film un'imprevista nota di tristezza che stona leggermente con l'atmosfera scanzonata della trilogia. A voi il giudizio, io per conto mio avevo previsto un finale diverso. [SPOILER: J doveva morire nel passato. Sarebbe stato ancora più triste, ma perfetto. FINE SPOILER.] Sottolineo poi alcune sottotrame malsviluppate, come il rapporto tra K e l'agente O (interpretato da Alice Eve per la versione "giovane") o l'evoluzione stessa di K: il film avrebbe dovuto spiegare l'origine del suo carattere chiuso e schivo, ma la spiegazione non è per niente convincente.

Però, Alice Eve... tanta roba.


Cosa funziona nel film di Barry Sonnenfeld? Will Smith, tanto per dirne una. Pur non essendo al massimo della forma, l'attore è carismatico e magnetico come sempre; il film poggia quasi interamente sulle sue spalle. Josh Brolin è un ottimo K "da giovane". Gli alieni sono tanti e strambi come da tradizione, e anche stavolta molte star sono state confermate come extraterrestri in incognito (Mick Jagger l' "inseminatore alieno", Tim Burton, Lady Gaga, Justin Bieber). Le armi e i veicoli hanno un design fantastico.

Quello che non funziona è la CGI stonata in alcune scene, la sceneggiatura piena di vuoti riempiti da Smith che fa il simpatico, e l'INSPIEGABILE ASSENZA DEL CANE FRANK.

La qualità di ogni film migliora del 400 % includendo un carlino parlante.


Ci sarà un motivo se questo film ha impiegato ben dieci anni per uscire. A conti fatti, MIB 3 può essere considerato come un 2.5, un timido tentativo per chiedere alle platee "Vi ricordate questi film? Può interessarvi qualche nuovo sequel?" Diciamo così: questo film non è esattamente un must, a meno che A) non siate fan della saga e/o B) non sentiate la mancanza di Will Smith, che ridendo e scherzando manca dalle sale da ben quattro anni (l'ultimo film in cui è comparso è il drammone Sette Anime).  Se non ricadete in queste due categorie, lasciate perdere e andate a vedere dell'altro. Tipo The Avengers. Di nuovo. E questa saga? Inutile dire che possiamo aspettarci una nuova trilogia. Ci sarà Will Smith come protagonista, magari per addestrare qualche nuova recluta? Solo il tempo (e gli incassi) potranno dircelo.



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