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RECENSIONE: Miele di Ian McEwan

Creato il 19 gennaio 2013 da Bookland
Buon sabato pomeriggio
ecco una nuova recensione di un libro uscito alla fine del 2013!
RECENSIONE: Miele di Ian McEwan Titolo: Miele
Autore: Ian McEwan
Pagine: 368
Prezzo: € 20,00
Editore: Einaudi
Genere: narrativa
Data di pubblicazione: novembre 2012
Trama
Per Serena Frome, bella figlia di un vescovo anglicano, l'avventura sta tutta nei romanzi che divora uno dopo l'altro per sfuggire alla noia. Ma quando l'agenzia d'intelligence britannica MI5 la ingaggia come spia al servizio della guerra fredda, per lei il rischio e la passione si trasferiscono dalla carta alla vita.
«Miele» è il nome in codice dell'operazione cui deve prendere parte, Tom Haley quello del romanziere che ha il compito di adescare. Dovrà avvicinarlo, coprirlo di quattrini e segretamente assoldarlo alla causa dell'Occidente. Dovrà batterlo sul suo stesso terreno, quello della finzione. Non tradirsi. Non fidarsi. E perderà. 

Mia recensione Miele è stato il mio primo libro di Ian McEwan e il primo libro che ho letto del 2013 e devo dire di non esserne rimasta particolarmente entusiasta.
La protagonista è Serena una semplice ragazza che sta vivendo intensamente gli anni sessanta e che quindi sente una forte voglia d'indipendenza e di emancipazione. Durante i suoi anni al college, per puro caso, incontra un professore di storia contemporanea maturo con il quale inizia a frequentarsi , diventando poi sua amante. Durante la loro intensa relazione, fisica ma soprattutto intellettuale, Serena viene addestrata da questo professore in diversi settori disciplinari, perché lui vuole introdurla nell'ambiente amministrativo degli agenti segreti appartenenti alla MI5. Serena quindi inizia la sua vita da adulta in questo mondo così misterioso e viene reclutata per portare avanti una missione di secondaria importanza chiamata Miele.....
Come primo approccio alla scrittura di questo autore, devo dire che "Miele" non è stato probabilmente il massimo, infatti mi riservo di leggere "Espiazione" visto che tantissimi mi hanno parlato bene di questo romanzo. In generale ho trovato la trama del libro poco avvincente anche se realistica e ben congeniata nel suo insieme, e ho trovato le lunghe digressioni sull'economia e la situazione politica dell'Inghilterra degli anni 40, 50 e 60 del novecento davvero noiose e poco rilevati nello sviluppo della storia. Lo stile di scrittura dell'autore è articolato e intrigante, digressioni a parte, e i personaggi descritti mi sono parsi vivi e palpabili nei loro pensieri e desideri. Insomma lo stile mi ha colpito moto positivamente, ma la trama costruita diventa ad un certo unto del romanzo ripetitiva e poco appassionante. La protagonista però mi è rimasta davvero impressa perché muove i suoi passi in mondi davvero molto dinamici e quasi contraddittori: da una parte ci sono gli anni 60 così fuori dagli schemi e così rivoluzionari, dall'altra c'è il suo impiego così controllato e rigido. Serena è sicuramente uno spirito libero che combatte contro lo stereotipo della donna casalinga e dipendente dal capofamiglia e che, proprio per evitare tutto ciò, accetta un lavoro che la stringe in una morsa di regole e segreti. Ho trovato molto stimolanti gli spunti di lettura che sono disseminati in tutto il romanzo, perché Serena legge moltissimo e si dedica a generi diversi, quindi mi sono segnata alcuni titoli che potrei prendere in considerazione! Prima di concludere però, devo certamente segnalare il finale che ho trovato geniale e che riabilita la noia di alcuni punti. Assegno quindi 3 stelline.
Lya

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