Giunto al quarto capitolo, l'arco narrativo dell'avventura Telltale sembra chiudersi, lasciando presagire un quinto ed ultimo episodio aperto, che introduca una nuova linea di racconto per il futuro.
Versione analizzata: PC
Articolo a cura di Matteo Mangoni
- Disponibile per:
- Xbox 360
- Ps3
- Pc
- PS4
- Xbox One
Matteo Mangoni è un grande amante della tecnologia e, soprattutto, del medium videoludico. Programmatore di giorno e gamer incallito di notte (o viceversa), ha avuto fra le mani la sua prima console all'età di 6 anni, e da allora per lui niente è più stato lo stesso. Soprattutto le bollette della luce. Lo trovate su Facebook e Twitter.
Ebbene, siamo giunti alla fine della storia. In anticipo di un episodio, la breve vita del "Wither Storm" si è conclusa, surclassata dalla forza di volontà e dall'animo gentile di Jesse e dei propri compagni. Ma tranquilli, il quindo episodio ci sarà, e racconterà probabilmente di un nuovo inizio, rappresentando di fatto un probabile anello di congiunzione con il futuro della serie. " A block and a hard place", questo è il titolo del quarto episodio, svolge il suo compito a meraviglia, chiudendo alla grande un ciclo narrativo caratterizzato, come spesso accade per le produzioni "serializzate", da moltissimi alti e bassi. In questo nuovo capitolo della serie i ragazzi di Telltale hanno saputo tirare fuori dal cilindro qualcosa di notevole: sono riusciti a consegnarci una storyline più matura, intricata, attenta ai dettagli e alla caratterizzazione dei personaggi. In una danza di colpi di scena e di flashback di vario tipo, la storia dell'Order of the Stone prende finalmente corpo; la favoletta sbiadita e debole che ci aveva introdotto al primo episodio diventa finalmente un contorno importante della vicenda, mostra a Jesse e compagni la verità sul passato di Gabriel e soci, sulle motivazioni che hanno portato allo scioglimento del gruppo, su Soren e su Ivor.
Una tempesta di blocchi
Il tutto inizia esattamente dove ci eravamo lasciati la volta scorsa: con il ritorno di Gabriel, finalmente libero dal Wither Storm seppur completamente privo di memoria. Come se non bastasse il Wither Storm, la terribile creatura creata da Ivor, si è ora divisa in tre parti uguali, dando di fatto vita a tre mostri diversi. Siamo passati dalla padella alla brace. Come accennavamo in precedenza questo episodio, oltre a rappresentare un vero e proprio punto di arrivo per la storyline della prima stagione di Minecraft: Story Mode (a questo punto pensiamo comunque che possano essercene altre, con la seconda introdotta magari proprio dal quinto ed ultimo episodio), vuole in qualche modo donare al giocatore il frutto dell'evidente maturazione del titolo. Una maturazione che non ha interessato di certo l'impianto ludico, fin troppo immobile e ancorato agli stilemi a cui ci hanno abituati i giochi Telltale Games degli ultimi anni, ma ha stravolto e migliorato a dismisura quello narrativo. I flashback ora sono sensati e mai fini a sé stessi, la caratterizzazione dei personaggi è davvero interessante, il ritmo dell'episodio è incalzante al punto giusto, ma non manca di fornire al giocatore alcuni brevi momenti in cui sarà necessario fermarsi a pensare. Insomma, sembra tutto perfetto, fino a quando non ci si sofferma a pensare alla pochezza del gameplay. Perché sì, sappiamo benissimo che il genere è questo e non possiamo pretendere chissà quali rivoluzioni, ma i QTE di questa serie continuano ad essere davvero troppo pigri e lenti per poter risultare interessanti, e gli enigmi troppo semplici e banali per stuzzicare l'ingegno di chiunque abbia superato i dodici anni di età.
Peccato, perché sebbene il target fosse sempre stato - più o meno - lo stesso di Minecraft, queste ultime puntate ci avevano lasciato intravedere qualcosa di potenzialmente appetibile anche per i più grandicelli. Insomma, il rischio è che il risultato possa non piacere a nessuno, né ai giocatori più scafati, che sicuramente non apprezzeranno la banalità delle (ancora poche, purtroppo) sezioni giocate del titolo, né tanto meno ai giocatori di Minecraft più piccoli o meno esperti, che forse potrebbero percepire questo rinnovato amore per la narrazione come una deviazione fin troppo netta e decisa rispetto alla strada tracciata a suo tempo dal loro prodotto videoludico preferito. Al netto di queste piccole storture, comunque, a noi A Block and a Hard Place è piaciuto, e anche tanto. Interessante soprattutto la svolta narrativa che interessa l'odiato Ivor, personaggio che si è rivelato meno insulso rispetto a quanto non ci fosse sembrato nei primi episodi della serie. Il suo improvviso cambio di atteggiamento è sicuramente uno dei principali colpi di scena della puntata; una svolta interessante, ma forse non costruita al meglio. Visto il comportamento del losco figuro agli esordi, questa sua improvvisa voglia di riscatto e "di rimettere a posto le cose" non ci è sembrata per niente credibile.
Insomma, nella seconda parte dell'episodio abbiamo vissuto un improvviso cambiamento di prospettiva: tutto d'un tratto ci siamo ritrovati ad osservare le cose da un punto di vista diverso, abbiamo scoperto nuove cose sul passato dell'Ordine e sul combattimento contro l'Ender Dragon. Novità scottanti che riguardano principalmente Soren, già bollato da tutti come uno dei componenti del gruppo più misteriosi e folli, ma rischiano indirettamente di macchiare in maniera indelebile l'intero mito dell'Order of the Stone. Interessantissimo il modo in cui i flashback di Soren sono stati utilizzati nell'economia del gioco: non sono banali spiegazioni e dialoghi fini a sé stessi, ma fanno parte di una serie di enigmi cruciali per il superamento della fase finale del gioco. Una scelta felicissima, che coniuga gameplay e narrazione in modo interessante. Anche in questo caso, però, gli sforzi degli sviluppatori vengono parzialmente vanificati dalla disarmante semplicità delle soluzioni degli enigmi. Ad esempio, ci troveremo a risolverne uno utilizzando un racconto di Soren inerente al combattimento finale con l'Ender Dragon. Ebbene, non dovessimo capire la logica dietro al puzzle al primo tentativo, potremo andare dall'ex membro dell'Ordine per chiedergliela nuovamente, ricevendo una spiegazione molto più sintetica - e meno coreografica - la quale, sostanzialmente, ci spiegherà in modo chiarissimo la soluzione. Una via d'uscita un po' troppo semplicistica, si poteva certamente fare di meglio.
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