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Recensione: Multiversum. Memoria - Leonardo Patrignani
Creato il 10 giugno 2013 da Leo Sanguedinchiostro @sdinchiostroTrama:
"Forza, usciamo da questa gabbia." La frase pronunciata da Marco, con cui si conclude il primo romanzo, è il punto di partenza del secondo capitolo della Multiversum Saga. Alex, Jenny e Marco si trovano in Memoria, luogo esclusivamente mentale nel quale vedono solo ciò che ricordano. Mentre i secoli trascorrono dopo la fine del loro mondo, una nuova era è cominciata sul pianeta Terra. Sarà Jenny a svegliarsi per prima, in una cabina a bordo di un sottomarino, in una realtà di nuovo fisica. La voce di Alex suona ancora nella sua testa ma lui non è con lei. Solo ritrovandolo potrà cercare una via d'uscita da quell'ennesima trappola. Sempre se è vero che nelle infinite biforcazioni del Multiverso esiste una strada alternativa...
L'autore:Leonardo Patrignani è nato a Milano nel 1980. Diplomato al liceo classico Giuseppe Parini, ha intrapreso la carriera musicale col nome d’arte Patrick Wire. Ha girato il mondo con la sua band, i suoi dischi sono venduti dal Canada al Giappone. Cultore dei giochi di ruolo, fermo sostenitore dell’esistenza di forme di vita aliene, di professione doppiatore e lettore appassionato dei romanzi di Stephen King. Multiversum è il suo romanzo d'esordio.
Recensione:
Lo scorso anno un romanzo di nome Multiversum ha divorato un mio (raro) pomeriggio di totale tempo libero, impedendomi di staccare l'attenzione dalle sue pagine finché non avessi letto perfino i ringraziamenti dell'autore, l'italiano Leonardo Patrignani. Ero rimasto piacevolmente colpito dalla storia per la sua originalità, freschezza e capacità di attanagliare il giovane lettore in un vortice di viaggi nel tempo e nelle dimensioni, fughe e colpi di scena. Non era il romanzo dell'anno, in particolare lo stile dell'autore mi aveva lasciato insoddisfatto, ma poco importava perchè alla fine dei conti era una lettura davvero piacevole. Una lettura che finiva con tante domande lasciate in sospeso - cosa abbastanza comune in una trilogia, non ho mai capito perchè tanta gente si sia lamentata di ciò - e di cui ho atteso le risposte con trepidazione e paura di rimanere deluso. Capita spesso con gli esordienti che la seconda opera faccia cadere nel vuoto tutte le belle parole spese per la prima. Non è proprio il caso di Memoria, anzi, sarebbe sbagliato negare alcuni evidenti miglioramenti rispetto al primo romanzo, primo fra tutti quello stilistico: la scrittura continua ad essere piuttosto lineare e quasi sempre immediata, ma si nota la presenza di un maggior labor limae, non vi è più l'immaturità di Multiversum, la prosa vuole essere a tratti più profonda e consona ad una storia che cerca di evolversi.
Era il cielo di sempre. Erano i volti di sempre. Era il rifugio sotterraneo, il tunnel scavato nel muro per tornare a vedere la luce, il silenzio prima della traccia nascosta alla fine di un disco. Un dove, in un mondo in cui none esisteva più alcun luogo.
Se il primo libro aveva infatti lo scopo di introdurre il lettore alla materia e spiazzarlo con una sequela di eventi e colpi di scena, Memoria vuole dare delle spiegazioni, rendere quantomeno credibile tutto ciò che viene narrato in Multiversum e se sì considera questo come suo obbiettivo principale, allora Patrignani ha fatto centro.
La storia riparte esattamente da dove era stata sospesa, ovvero con Alex, Marco e Jenny rinchiusi nel mondo di Memoria, una sorta di scialuppa di salvataggio, un labirinto di ricordi che gli consentirà non solo di sopravvivere al fatale asteroide che ha segnato la fine dell'umanità, ma anche di apprendere di più sul multiverso e sulle loro straordinarie capacità.
E come in ogni labirinto, arriverà il momento di fuggire, di trovare una via d'uscita, di svegliarsi.
Non vi dirò altro della trama proprio perchè credo che il più grande talento di Patrignani sia quello di riuscire sempre sorprendere il lettore e in questo volume più che nel primo dimostra di saper manovrare e rinnovare i fili di una trama piuttosto complessa, anche se, ahimè, ciò non significa che mi sia sempre trovato d'accordo con le direzioni intraprese.
Ad un certo punto del romanzo, dopo una soddisfacente serie di scoperte e chiarimenti, Memoria prende una piega forse dettata più da leggi commerciali che da altro: diventa una distopia.
Ora, io non ho assolutamente nulla contro le distopie, ma mi ha deluso veder gettate alle ortiche tutte le possibilità che una trama ben congeniata come quella di Multiversum poteva offrire. Durante la prima parte del libro avevo tremato dinanzi al vastissimo orizzonte che mi si profilava davanti, i colpi di scena mi avevano fatto sperare in una storia che finalmente abbandonasse il suo target di appartenenza per spiccare definitivamente il volo.
Tutto questo viene però negato al lettore più esigente, che si ritrova sicuramente dinanzi ad una distopia ben architettata, ma che, nel mio caso, mi è parsa come una grande muraglia che restringe lo spazio visivo e lascia fuori tutto ciò che Memoria avrebbe potuto essere e che non sarà mai (non chiedetemi esattamente cosa mi aspettassi, sarebbe come dire all'autore cosa avrebbe dovuto scrivere e non è questo il punto della mia critica).
Perché le scoperte non avevano padri. Se i padri erano nient'altro che pedine.
Fortunatamente, come ho già accennato, la società distopica in cui ci catapulta Patrignani non delude e riesce a omaggiare i classici del genere - penso a Zamjatin, Huxley ma soprattutto ad Orwell -senza inciampare in fastidiose ingenuità o stancanti clichè di stampo americano, anzi, riesce a prendere le distanze dai suoi simili d'oltreoceano suggerendo un'oppressione sottile e molto più agghiacciante. Nonostante l'improvviso cambiamento di tempo e scenario, non si fa fatica ad inquadrare la situazione e entrare in sintonia con un nuovo personaggio introdotto, Ben, talmente fondamentale nelle vicende da divenire il punto focale di buona parte del romanzo.
Ben è stato, a mio parere, anche il personaggio dalla psicologia più approfondita e interessante, forse il solo che sia riuscito a staccarsi dalle catene di carta e inchiostro e che abbia sentito in qualche modo vicino, nonostante questo gli riesca piuttosto facile in un panorama di personaggi profondi quanto pozzanghere. Avevo notato questo problema anche in Multiversum e speravo venisse risolto, invece Alex e Jenny rimangono solo due protagonisti belli, coraggiosi e innamorarti - tre aggettivi che detesto - , non si riesce ad andare oltre le loro semplici azioni, non c'è alcun accenno di character development e più la storia procede più loro non sembrano altro che marionette di un giocattolaio poco attento a camuffare i fili. Perfino Marco, che mi aveva convinto nel precedente volume, qui assume la sola funzione di deus ex machina costruito apposta per togliere le castagne dal fuoco ai due protagonisti decisamente incapaci di agire autonomamente. La superiorità della storia rispetto ai personaggi viene infine confermata dai dialoghi, artificiosi e poco credibili.
Per concludere, Memoria tappa alcuni buchi di Multiversum e l'inventiva di Patrignani manda degnamente avanti la storia e costringe il lettore a girare le pagine (anche se io l'ho letto in e-book, ugh!) fino allo stupefacente cliffhanger finale, ma questa volta non sono riuscito ad ignorare le suddette mancanze e ho chiuso il libro con un po' di amaro in bocca e meno soddisfazione rispetto a un anno fa.
Aspetto di ricredermi con Utopia, il terzo e ultimo romanzo della serie.
Voto:
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