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Recensione My soul to take (USA 2010)

Da Tallman
Recensione My soul to take (USA 2010)Regia e Sceneggiatura: Wes Craven
Interpreti principali: Max Thieriot, John Magaro, Denzel Whitaker, Zena Grey, Nick Lashaway
IMDB
Un serial killer dalle multiple personalità, chiamato The Ripper, scappa nella foresta facendo perdere le sue tracce dopo aver causato l'incidente dell'ambulanza che lo stava portando in ospedale. 16 anni dopo, i ragazzi della città natale dell'omicida scomparso festeggiano l'anniversario della sua presunta morte con un rituale in cui ognuno dei 7 sedicenni, nati lo stesso giorno del suo decesso, devono affrontare un'effigie dell'assassino buttandola in acqua. Questa volta però l'atto liberatorio viene interrotto da una retata della polizia e Bug, il ragazzo incaricato del gesto, inizia a temere per un brutale ritorno del killer.
Ci sono film che sono chiari segni di un' ineluttabile apocalisse, film sfascia-carriere che lasciano increduli per come la colpa sia da attribuirsi ad un unico, un tempo stimato, professionista, film talmente brutti che l'idea di sottoporsi ad un elettro-shock per dimenticare quanto visto non appare più così esagerataMy soul to take è uno di questi: una pellicola per la quale dovrebbe essere autorizzato l'obbligo della pensione per alcuni registi per evitare che un orribile presente possa sommergere un passato di tutto rispetto.L'ultima opera di Craven, prima del tanto atteso Scream 4, è il frutto di una persona frustrata che non sa che pesci pigliare e non ha la minima idea di cosa voglia comunicare sia al vecchio che al nuovo pubblico horror e rimane così succube delle enormi aspettative riferite a chi viene presentato come "il creatore della saga Nightmare".
Recensione My soul to take (USA 2010)
E' utile precisare che il noto regista non si è rimbambito tanto a livello tecnico e infatti questo MSTT non ha nulla di più e nulla di meno rispetto agli attuali teen horror ed è quindi abbastanza curato sull'aspetto visivo; il completo sfacelo deriva invece da una sceneggiatura artificiale resa ancora più pesante da una miriade di dialoghi che invece di valorizzare sminuiscono le personalità dei giovani protagonisti. D'altronde cosa aspettarsi da un settantenne che cerca di pensare e dare voce a ragazzi che non hanno raggiunto nemmeno la maggiore età. Vi lascio immaginare il patetico risultato.Craven è stato colto da un raptus della complicazione per nascondere un'allarmante mancanza di idee, già individuabile nel seppur interessante prologo che pur di far proseguire la storia include delle incongruenze narrative tipiche di un debuttante.Il lavoro fatto sui protagonisti è altrettanto imbarazzante tra irritanti stereotipi e caratterizzazioni inverosimili, senza contare l'irrazionalità che sostiene molto delle loro azioni. Insomma il tutto è pervaso da un'aria di follia piuttosto gratuita visto che non ha alcuna utilità nella sceneggiatura.
Recensione My soul to take (USA 2010)
Tutte queste infelici scelte hanno effetti devastanti sulle poche sequenze di omicidi che scivolano via senza lasciare alcun segno, ennesima dimostrazione di come la caratterizzazione dei protagonisti sia ai minimi storici. Inoltre il finale molto parlato non lascia dubbi sulla natura effettivamente fallimentare di questa pellicola.Wes Craven aveva pronunciato tempo addietro la sua intenzione di  voler terminare i suoi giorni dietro la macchina da presa come un atto d'amore verso la sua professione. La verità però è un'altra: la sua carriera spirituale è già morta da un pezzo e farebbe meglio a fermarsi in tempo prima di farsi odiare completamente dal suo pubblico perchè film come My soul to take, ma anche il suo precedente e mediocre Cursed, fanno solo tanto male al genere horror, soprattutto se capita di attribuire a queste opere una certa importanza per via dei suoi autori.
GIUDIZIO FINALE: 4

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