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Recensione: "Nel Sangue" di Francesca Petrizzo

Creato il 15 maggio 2013 da Marta @RosaMDeserto
Salve a tutti, lettori!
Oggi voglio parlare di un libro che ha subito attirato la mia curiosità e che l'autrice stessa - che ringrazio all'infinito - mi ha gentilmente inviato! Da amante dei romanzi storici quale sono, ho particolarmente apprezzato tale lettura e la consiglio a tutti voi. La storia tormentata quanto splendida di due fratelli il cui nome è macchiato di leggende nere, veleno e sangue: Cesare e Lucrezia Borgia.
Curiosi di conoscere meglio il libro e la mia opinione?
Iniziamo!
Nel Sangue, di Francesca Petrizzo
Editore: Frassinelli (Sperling & Kupfer)
Pagine: 256
Prezzo: 18,50 euro
Data di Pubblicazione: febbraio 2013
Consigliato? Sì, mi sento davvero di consigliarlo. Soprattutto agli amanti - come me - dei romanzi storici, dove la storia si amalgama alla leggenda e alla fantasia dell'autore. Se poi siete affascinati dai Borgia, cosa aspettate a leggerlo?

Valutazione Un amore impossibile. Un nuovo volto alla leggenda. Bello, bello davvero!
Trama:
Amor ch'a nullo amato amar perdona...
Terribili e densissime sono le parole di Dante, piene di tristezza e rimpianto, di comprensione e tenerezza verso gli amanti maledetti legati per sempre da un sentimento che li ha sopraffatti e perduti. Lo stesso sentimento invincibile che unisce Lucrezia e Cesare. I Borgia. Nati dalla relazione di un papa con una donna bellissima e presto dimenticata. Marchiati dal nome di una famiglia potentissima nella quale intrigo, violenza e sete di conquista segnano il loro destino fin dalla culla. Consegnati alla Storia in un'aura di leggenda nera: lui spietato e sanguinario, lei avvelenatrice immorale dai mille amanti. Ma le leggende sono fatte di cartapesta, e cancellano la carne e il sangue, la mente e il cuore dei protagonisti. Esiste di certo un'altra verità: quella di un Cesare coraggioso e ribelle, protettivo e appassionato. Quella di una Lucrezia tenera e indifesa, romantica e sognante. Quella di due fratelli che si amano forse di un amore proibito, ma certamente unico e immortale. Quella di un uomo e di una donna che saranno costretti a separarsi, dolorosamente, per la ragion di Stato, eppure non si lasceranno mai nello spirito, fino alla morte. Perché ogni loro pensiero, ogni sogno, ogni gesto, fino alla fine, sarà imbevuto del ricordo perfetto di una breve stagione vissuta l'uno per l'altra. La stagione di una possibile innocenza.
Recensione:
Quando l'ho visto per la prima volta in libreria, subito mi ha attratta, sia per la cover splendida sia per la trama. Amo i romanzi storici - insieme al Fantasy il mio genere preferito - e mi ha sempre incuriosito parecchio la storia dei Borgia, famiglia spietata legata a una leggenda nera di cui ancora oggi si parla, soprattutto grazie a film, telefilm e libri che propongono le loro versioni sulla base delle informazioni che si hanno, infarcendole poi di un tocco di fantasia personale.
Descrivere l'emozione che ho avuto, nel vedermi contattare dall'autrice stessa per ricevere il suo libro e recensirlo, è difficile. Ancora sorrido al ricordo, e la gioia è tanta.
Così, finalmente sono riuscita a leggerlo e oggi lascerò il mio pensiero a riguardo.
Francesca Petrizzo riprende la storia dei due fratelli più famosi della famiglia Borgia, lo spietato Cesare e l'incantevole Lucrezia, e con abilità intesse una trama che profuma sia di antichità e storia vera, che di leggenda. E' ovvio che essendo un romanzo, e non una biografia, certi elementi siano stati rielaborati secondo la volontà e l'interesse dell'autrice, ma devo ammettere che il risultato è davvero molto, ma molto buono.
Ho letto i romanzi di diverse figure degli anni passati, ma ancora mai nulla dei Borgia, e trovo che questo romanzo abbia espresso perfettamente il tormentato rapporto tra i due fratelli, fatto di un amore impossibile, cadute e possibili redenzioni.
Le vicende sono narrate da due punti di vista: quello di Cesare e quello di Lucrezia, che si alternano, portando alla luce la loro vita, dall'infanzia alla morte. Cesare e Lucrezia, nel momento ultimo delle loro vite, ricordando e riassaporano i momenti felici della loro infanzia, quando giocavano a essere una dama salvata dal suo cavaliere, per poi proseguire con la crescita e la maturazione. I giochi politici del loro padre, il cardinale Borgia, poi Papa Alessandro VI, gli amori e le tante persone che sono entrate a far parte delle loro vite; le morti irrimediabili che hanno allontanato almeno in apparenza i due protagonisti, e il loro amore, impossibile da attuare, ma spesso valida cura a malattie che potevano causare la loro morte.
A mio avviso, l'autrice è riuscita a entrare perfettamente nei personaggi, usando due toni diversi, due differenti registri che permettono di indentificare bene entrambi. Ci sono differenze di stile, ed è facile comprendere chi stia parlando, a prescindere dal titolo.
Il suo stile è scorrevole e coinvolgente, a tratti poetico, altre volte più spietato. In 256 pagine, vediamo scorrere sotto i nostri occhi, la vita della Roma dell'epoca, fatta di intrighi politici, di morti spesso ignorate, di matrimoni combinati, di lotte, di sangue e amore, di lacrime e sofferenze, di scandali e desiderio di conquistare il potere.
E' una lettura davvero piacevole, che aiuta anche a riflettere, a chiederci se anche i "cattivi" meritino un'assoluzione alla loro condotta. Quando mi capita di leggere di personaggi storici con molte ombre e poche luci, cerco sempre di domandarmi se la loro condotta sia stata provocata da qualcosa, o qualcuno, e anche in questo caso mi sono fermata a riflettere ancor di più su Lucrezia e Cesare.
"L'anno scorso eri una bambina che tutti insistevano a chiamare donna, ora una donna che vorrebbe essere ancora bambina."
Lucrezia - pur senza prove certe - è stata etichettata come una donna immorale, un'avvelenatrice, perfettamente in linea con la condotta e gli intrighi della sua famiglia; il giudizio su Cesare è ancora più spietato, accusato di aver ucciso suo fratello e anche il secondo marito - tanto amato - di Lucrezia, ma anche peggio. Eppure, a mio avviso, ci si dovrebbe fermare un attimo a pensare a come era la Roma di allora, fatta di intrighi, di immoralità, di ambiguità. Papi che risultano lascivi e usano a propri scopi il proprio potere, sesso e morte tra le mura della Chiesa oltre che fuori, donne costrette ad essere pedine al servizio dei potenti.
Lucrezia, in fondo, era solo una bambina e già è mandata in sposa a un uomo più vecchio di lei. Lucrezia è costretta in poco tempo a rinunciare alla sua infanzia, fatta di sogni e favole, e a crescere, a diventare donna, a una tenerissima età.
Lucrezia è costretta a far parte dei giochi politici del padre, deve rinunciare al primo matrimonio con Giovanni Sforza - noioso e non voluto - e presto diverrà la sposa di un altro uomo - Alfonso d'Aragona - di cui si innamora, che cerca di proteggere fino all'ultimo, e soffrirà. La morte del suo secondo marito - che secondo molti è stata voluta da suo padre o suo fratello - la porterà ad allontanarsi proprio da quest'ultimo, nonostante i forti sentimenti che li legano.
Lucrezia sarà promessa sposa a un terzo uomo, Alfonso d'Este, duca di Ferrara, e da lì inizierà una nuova vita per lei. Grande mecenate, protettrice delle arti, donna raffinata. Eppure, in quella nuova vita, ci sarà sempre l'ombra del fratello tanto amato, nonostante tutto.

"Io sono un mostro. Un mostro vero, di quelli che ne nasce uno ogni cent'anni e anche allora, forse, Dio ha pietà del mondo e lo soffoca ancora prima che possa parlare. Infatti questo mostro è cresciuto. Questo mostro a ucciso".
Cesare appare come un uomo spietato e intelligente. Anche lui è mosso come una pedina dal padre, costretto a divenire vescovo, pur amando le armi. Costretto a sopportare un fratello, Juan, irriverente che esalta davanti ai suoi occhi, il suo comando.
Uomo abile, grande condottiero, spietato contro i suoi nemici, braccio destro del padre, e sempre al suo servizio. Libero di esercitare ciò che voleva, grazie alla protezione di suo padre il papa, la sua discesa si avrà solo alla morte di quest'ultimo.
E' descritto perfettamente, si avverte la sua ira, i suoi pensieri, il suo essere spietato spesso, e il suo terribile piacere e tormento per la sua amatissima sorella.
Il fulcro del romanzo è, infatti, proprio il loro amore. Secondo la leggenda avevano avuto un rapporto incestuoso, che qui però è reso in maniera piuttosto soffusa. Sì, Cesare e Lucrezia si amarono, ma il loro amore fu anche tormentato. Perché l'unica donna che avrebbe potuto veramente amare Cesare, era Lucrezia, e - viceversa - l'unico uomo che amava realmente Lucrezia era Cesare. Ma il loro legame di sangue non permetteva loro di completare l'unione. Tuttavia, l'abilità e la bellezza del romanzo, è anche questo perenne legame tra i due, anche nella lontananza, anche in punto di morte.
La storia di due bastardi, figli di un rapporto tra Rodrigo Borgia e Vannozza Cattanei. Amore, odio, passione, tormento. Morte e vita. Infanzia negata e sogni svaniti. "Nel Sangue" è tutto questo; un perfetto titolo per un romanzo davvero ben scritto.
Ho amato veramente la storia di Lucrezia e Cesare e, a conclusione, mi sento di dire che non posso condannarli del tutto. Sono figli del loro tempo, pedine di un potere più grande. Lucrezia, sopratutto, mi ha sempre dato l'idea - e con questo romanzo ancor di più - di una bambina che si ritrova a crescere troppo in fretta, che non può ribattere al volere del padre, e dopotutto la donna all'epoca non aveva grandi poteri. E' un personaggio che mi ha sempre affascinato molto e di cui vorrei leggere di più.
Cesare, invece, ammetto che mi ha fatto sempre paura. Complici forse anche le rappresentazioni cinematografiche/televisive. Ma qui appare realmente più protettivo, un baldo cavaliere, pronto a proteggere la dama amata, la sua sorellina.
Non ho messo il massimo, semplicemente perché a volte, questo continuo cambiamento di narrazione - dal io, al tu - mi ha un poco confusa, ma nulla di grave. Inoltre è un genere che conosco maggiormente, e rispetto ad altri, forse ha qualcosa che non lo rende perfetto, ma sicuramente va e deve essere letto!

Perché l'amore di Lucrezia e Cesare è struggente e sempre fermo. E' un amore che non svanisce neanche con la morte.

"Quale inferno? Non era un uomo buono, mio fratello. In cielo non c'è mai stato un posto per lui. Se tra le fiamme riuscirò a trovarlo, è lì che voglio andare".
Autore:
Francesca Petrizzo è nata a Empoli il 17 maggio 1990. Dopo la maturità classica si è iscritta alla facoltà di Storia a Oxford, dove studia tuttora, dedicandosi anche - con grande passione - al teatro. Ha esordito nella narrativa nel 2010 con Memorie di una cagna, accolto con grande favore, tradotto in dieci Paesi e vincitore del premio Scrittore toscano dell'anno nel 2010. A esso è seguito il romanzo Il rovescio del buio nel 2011.

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