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Recensione Nemesi di Jo Nesbo

Creato il 07 giugno 2011 da Masedomani @ma_se_domani

nemesi jo nesbo

Anche se il clima non lo dimostra, si sta avvicinando l’estate, con il suo carico di salviette stese sulla rena, odore di creme abbronzanti, piedini sulla battigia e libri poco impegnativi da leggere sotto ombrelloni stinti.

Si sa, in tale contesto dominano i thriller ed i romanzi di Jo Nesbo corrispondono all’identikit del perfetto libro da spiaggia: trama trascinante senza essere troppo impegnativa, colpi di scena ogni due capitoli, personaggi che rappresentano bontà e malvagità in espressione cubica.

Dello stesso autore avevo già affrontato “Il pettirosso“, un libro che mi aveva colpito per ritmo, struttura e cadenza narrativa. Prima di affrontare l’appena edito “Il leopardo” – al nostro piacciono i titoli faunistici – ho voluto affrontare “Nemesi”, romanzo che non mi ha però del tutto convinto.

Per carità, sono il primo a concedermi titoli più leggeri, di tanto in tanto, che di pesantezza è ben ripieno il mondo. “Nemesi” mantiene le premesse (e le promesse) del cosiddetto “voltapagina”, uno di quei romanzi che ti fa aumentare esponenzialmente la velocità di lettura. Il punto è che le pagine da voltare finiscono per sembrare  t r o p p e, ed una seria sforbiciata avrebbe reso giustizia ad un plot che finisce per apparire annacquato. Un vero peccato, se si considera che l’inizio del romanzo – complici una serie di adrenaliniche rapine dalla millimetrica esecuzione, stile “Point Break” – è da incorniciare.

Harry Hole – sempre un bel protagonista, tanto complesso nella sua fragilità quanto spietato nell’esercizio delle sue funzioni di commissario – si ritroverà accusato dell’omicidio di una sua vecchia fiamma, proprio mentre le questioni sentimentali sembravano finalmente sorridergli e condurlo ad una certa stabilità. Intorno a lui, si muovono personaggi appena accennati, con la felice eccezione di Raskol, zingaro genio delle rapine, davvero ben disegnato.

Insomma, lo avrete capito: non un romanzo imperdibile, ma un buon thriller per chi senta la necessità di staccare un po’ con la testa, magari cullato dal mormorio delle onde.


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