Non si può leggere “Niente di nuovo sul fronte occidentale” se non si é mai stati a Redipuglia, o in un luogo simile. Non sto pensando alla monumentale scalinata ricavata sul fianco di una montagna, che ospita i corpi di centomila caduti e che fa così impressione anche soltanto scivolandoci accanto in automobile: in questo momento ho in mente le trincee del Colle S. Elia, un luogo dove bisogna chiudere gli occhi e provare a immaginare i lampi dell’artiglieria, il fragore assordante delle bombarde, gli odori di una intera umanità macellata.
Non é questione di retorica pacifista, non so se lo definirei – come é spesso accaduto – un “manifesto”: é evidente che Remarque ha dato vita a personaggi che riescono perfettamente a esprimere l’assurdità e l’orrore di ogni conflitto, ma al centro di tutto, in questo romanzo come non mai, c’è l’Uomo. Gli eventi sono reali, certo, ma vengono raccontati dalla voce narrante in una prospettiva del tutto personale: una prospettiva che viene implicitamente criticata quando il protagonista ritorna a casa in licenza, ed un connazionale invasato gli fa notare che la sua non è una visione di insieme, che non gli è chiaro il contesto. Impossibile non pensare ad Ungaretti.
È proprio così: soffriamo, ci indigniamo, stiamo male insieme al protagonista e ai suoi compagni d’arme, esattamente come ascoltavamo le storie del fronte dai nostri nonni, ed é uno struggimento che rende il racconto assolutamente personale, sganciato dai percorsi della storia che – Remarque é grande nel sottolinearlo – è composta da milione di piccole Storie.
Asciutto, emotivamente intenso, ricchissimo di spunti di riflessione: “Niente di nuovo sul fronte occidentale” è un romanzo da leggere, anche soltanto per le ultime dieci righe, annoverabili fra i migliori finali di tutti i tempi della letteratura mondiale.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Titolo: Niente di nuovo sul fronte occidentale
Autore: Erich Maria Remarque
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Classici moderni
Codice ISBN: 9788804492962
Pagine: 248