La
immagino incartata come un regalo [la
mia vita], l'involucro esterno senza sbavature, chiuso col
nastro biadesivo o che altro ci vuole, perché una parte del
contenuto appaia curato e in ordine – nascosto alle persone che
amo.
Titolo:
Noi due e gli altri
Autrice:
Fionnuala Kearney
Editore:
Neri Pozza
Numero
di pagine: 415
Prezzo:
€ 18,00
Sinossi:
Beth
è una donna tradita, ferita per ben due volte da Adam, ai suoi occhi
ormai nient'altro che un donnaiolo incallito e bugiardo. La prima
volta è stata capace di perdonare l'"innocente scappatella"
del marito. Ha comprato con lui un rudere e l'ha trasformato in una
bella casa di tre piani in stile edoardiano, affacciata su un viale
costeggiato da sicomori. Là ha accudito con cura Meg, la loro
adorata bambina e, al chiuso della mansarda rallegrata dalla luce che
penetra da tre lati, ha ricavato il suo studio, dove ha composto le
sue canzoni, e scacciato definitivamente l'ombra del primo
tradimento. Come perdonare, però, un marito che ti tradisce una
seconda volta, per giunta con una "cameriera" che ha la
metà dei suoi anni? E come non cadere dopo una simile doppia ferita
nell'incertezza nei riguardi del mondo e di sè stessa? Sino al punto
da accorgersi per la prima volta dei segni lasciati dal tempo sul
proprio corpo e pensare che, al di là di qualunque rotolo del Mar
Morto, Dio è indiscutibilmente maschio? Adam si è reso conto di
essere nei pasticci nell'istante stesso in cui ha incontrato Emma nel
ristorante in cui lavora. Sguardi, occhiolini, sorrisi e poi, sul
sedile posteriore del taxi... l'irrimediabile. Per un istante
l'immagine di Beth, così bella, fedele e piena di talento ha
attraversato la sua mente. Ma solo per un istante, perché subito
dopo l'idea di fare sesso con una donna più giovane ha preso il
sopravvento, e Adam si è sentito riconciliato di nuovo con la vita a
quarantatré anni....
La recensione
Quanto
ci lasciamo ingannare dalle etichette? Quanto dalle apparenze? Quanto
influisce nella vita di tutti i giorni il ruolo che hanno disegnato
per noi e quanto possono, mentre curiosiamo in libreria, una
copertina giusta e una copertina sbagliata? Soprattutto, quando la
tua famiglia è un ammasso di macerie e tu, figlio, devi
badare a mamma e papà, quando è il momento adatto per leggere un
romanzo che, neanche a farlo apposta, parla di coniugi ai ferri
corti, fiducia infranta, bugie che hanno le gambe corte e la lingua
lunga? Subito, seduta stante, se è opera di un'esordiente di cui
sentiremo presto tessero le lodi e se, come capita in Noi due e
gli altri, una storia amara di quelle che per te non hanno più
sorprese ti insegna a prenderla con il sorriso e, un passo dopo
l'altro, a tornare a desiderare il bene dell'altro, ma sotto forme
diverse. Anche se i ruoli ci desiderano antagonisti – il marito
infedele e la moglie cieca davanti all'evidenza, il traditore e la
tradita – e dividersi fa un male che potrà però riservarci tanto bene.
In realtà, non ero così certo di trovarmi, in partenza, al cospetto
di una commedia romantica giunta al capolinea: inguaribilmente
british, buffa, aspra il giusto. Mi hanno convinto del contrario, per
fortuna, le parole della mia amica Stefania e i paragoni calzanti con
David Nicholls, amatissimo da queste parti, di cui aspettavo, se non
un nuovo scritto, almeno un'erede lampo. Lo stress, lo studio matto,
la ricerca del primo libro con cui iniziare l'anno nuovo al meglio.
Scelta saggia, mi domandavo, mentre nella notte tra il trentuno
dicembre e il primo gennaio, in attesa che finissero i boati dei
fuochi artificiali e i brindisi, soppesavo tra le mani il romanzo di
Fionnuala Kearney e, tra me e me, mi convincevo che, essendo un
titolo Neri Pozza, non ci sarebbero state speranze mal riposte. Al
massimo, giusto un po' di attenzione in più da parte mia.
Quattrocento pagine, tutta l'aria di una realistica saga familiare e
una settimana buona per portarlo a termine e farmene un'idea. Tanta
titubanza per nulla. Ma che volete farci, dovevano essermi passati di
mente i ragionevolissimi confronti e le recensioni sentite. Colpa, in
larga parte, di una copertina da romanzo d'appendice, né brutta né
bella, che invecchia e intristisce troppo Noi due e gli altri.
Mi sono accorto a pagina uno, però, che quella lì – un'aspirante
Madame Bovary che fa m'ama, non m'ama con dei gigli in agonia – non era la nostra Beth e che il
suo Adam, bastardo con il cuore d'oro, non era mica poi così
bastardo. E se Bridget Jones non si fosse accasata con Colin Firth,
ma con l'altra sua fiamma dagli occhi blu? Beth, quarantenne, è
stata infatti tradita per la seconda volta e ha deciso di non
perdonare. I suoi sogni erotici sono popolati da Gordon Ramsey, ha
una casa da mettere in vendita, una figlia all'università e molta paura.
Di restare sola, di finire per riprendersi quel compagno che
va calandosi impunemente i pantaloni a destra e a manca. Aspirante
compositrice, approfitta nel frattempo del cuore spezzato per
scrivere una ballad da Oscar e si vede come la straordinaria Adele:
sfigata in amore sì, ma piena di quattrini. La tristezza ispira. A
proposito di Adam, invece: il farabutto. Esiste forse il gene del
tradimento e quando si smette di crescere una volta per tutte? Figlio
di due genitori vissuti e morti d'amore, scrupoloso uomo d'affari,
svolazza di fiore in fiore. E la rancorosa Beth, la sensuale
cameriera Emma e Keira, sbucata da un passato non lontano, sono fiori
irresistibili, grazie alla bravura di un'autrice che sa fare di due
pesi due misure e ci lascia leggere l'humor e il brio nella tradita,
la sofferenza e il cruccio nel traditore. Lei, che su una spalla ha
un angelo e sull'altra un diavolo – si chiamano Babushka e Lucy
Fer, e sapeste quanto chiacchierano – e che, alticcia e spassosa, conia parolacce a fantasia per
quel partner inaffidabile. Lui, che al contrario si esprime con più
decoro e lucidità della moglie, ha un valido movente per i suoi
sbagli da vigliacco e ancora qualche sassolino nella scarpa di cui
liberarsi. Alto è il rischio di frane rovinose.
Al centro esatto,
la giovane Meg: figlia coscienziosa e cresciuta in fretta, che tenta
di proteggersi dalle schegge volanti di una coppia scoppiata e di
essere abbastanza forte per sopportare l'ultima rivelazione di papà. Nelle pieghe delle loro reciproche solitudini,
il fardello delle menzogne – e ce n'è un'altra, dolorosissima, che
minaccia di mandare a monte il salvabile – e la libertà sconfinata
della vita da single. Fionnuala Kearney, come l'indimenticabile Un
giorno ci ha già insegnato,
dà voce a capitoli alterni a un uomo e a una donna che si piacciono
nonostante tutto, ma non osano ammetterlo. Quanta voglia, con Emma e
Dex, di leggerli e rileggerli e di far cozzare le loro teste dure
l'una contro l'altra? Come in
Noi, l'ultimo Nicholls in ordine di pubblicazione, il nucleo
domestico si è qui ampliato – non più lui e lei, ma un coro greco
di amici intimi, figli e parenti assurdi – e si sono ammassate scartoffie da firmare, per certificare la fine di un amore agli
sgoggioli. I richiami a uno dei miei scrittori preferiti per dirvi
che le fascette promozionali, ogni tanto, dicono cose sensate e che
la giovane Fionnuala, artefice di un esordio pieno di maturità e
grazia, ha anche il suo bel da dire. Terapista di coppia dei suoi
personaggi complicatissimi, campionessa di apnea nei meandri di due
menti debitamente scandagliate, mi ha divertito a sorpresa e sempre a
sorpresa, in ultime pagine in cui emergono ombre e pene d'amore, mi
ha incrinato il cuore con la leggera nonchalance di chi passa di palo
in frasca, da un Crazy Stupid Love a
The Affair. E senza
scorciatoie di sorta, perché dall'amore, folle e stupido che sia,
alla presa di coscienza del tradimento c'è un lento processo che
somiglia all'elaborazione del lutto e una parentesi spaziosa
abbastanza per racchiudere le mezze confessioni, le mezze verità, le
mezze parole di un sentimento persistente, eppure vago, che ci
raccontano un po' lui e un po' lei. Ma restituendolocelo, paradossalmente, integro.
“Tu
scrivi canzoni”, mi dice, poi scuote la testa. “Non può mai
essere questa la fine della storia”.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Adele – Water Under The Bridge