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Recensione: Non essere cattivo

Creato il 15 settembre 2015 da Mattiabertaina

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Genere: Drammatico

Regia: Claudio Caligari

Cast: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini

Durata: 100 min.

Distribuzione: Good Films

Non essere cattivo è l’ultimo film di Claudio Caligari, regista impegnato a descrivere quelle realtà che molto di rado, se non in occasioni eccezionali, il mondo dei media illumina con i suoi riflettori. Quest’opera tratta la difficile situazione di due ragazzi, Cesare e Vittorio, i quali vivono in uno dei posti più disagiati e pericolosi romani. Due ragazzi di strada che hanno molto da raccontare ma allo stesso tempo molto da perdere nella loro vita, tanto che lo stesso Pasolini ha saputo in maniera colta cogliere in questi individui materiali estremamente preziosi in molte delle sue opere. Qui la condizione generale è praticamente identica, nonostante le epoche sono radicalmente diverse. I due protagonisti si trovano a dover convivere con la malavita, con la droga e con ogni altro genere di illegalità come la prostituzione. In più al povero Cesare tocca assistere la nipotina malata di AIDS, trasmessa dalla madre durante la gravidanza. Due vite intrecciate dalla sofferenza e dal dolore, in una società che non sembra volersi prendere cura di loro.

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Caligari con questo ultimo lavoro attua una descrizione minuziosa e reale sia del contesto entro cui si svolge il racconto, sia dei personaggi che lo compongono. Tutti vogliono pensare che tutto ciò che succede nella periferia delle grandi città altro non è che pura finzione, come accade nelle grandi opere letterarie o nelle odierne serie televisive. O peggio, che tutto questo non esista affatto. L’impressione di questa pellicola è di narrare una storia totalmente finta, come se tutti questi personaggi rappresentino delle maschere o dei fantasmi di un passato ormai lontano. La realtà è diversa. Queste persone ci sono, ma sono state man mano relegate al di fuori delle città, in modo che tutti possano scordarsi di loro e ritenere che tutto appartenga a un vago ricordo. L’esito è la completa mancanza di tutele, e l’unico modo per sopravvivere è di “essere cattivi”. Il titolo vuole esortare gli individui di quelle periferie che ci può essere una via d’uscita, seppur con fatica e sacrificio. Tuttavia Caligari non da complessivamente un messaggio positivo, dal momento che gli abitanti di quei quartieri hanno pochi strumenti a loro disposizione per avere una vita agiata. Per chi vive in quella realtà, l’unico modo per rispondere alla violenza (così alla come alla rabbia e all’odio reciproco) è la violenza stessa. Non c’è giustizia, se non quella privata, fai da te, che non guarda in faccia a nessuno. In tutto ciò Caligari utilizza una regia che non lascia spazio a interpretazioni, con inquadrature nette che mostrano il degrado ambientale e la mancanza di ordine e di regole di convivenza civile, aiutati da delle interpretazioni straordinarie degli attori, capaci di dare spessore ai loro personaggi. Questa è la società in cui viviamo. È grazie a essa che noi siamo diventati ciò che siamo. Questo è un film da non lasciarsi scappare, non per la recente scomparsa dell’autore, ma perché è un lavoro che non lascia indifferenti, sia per la qualità che per il messaggio che questo trasmette.

Voto: 4 su 5

Il trailer


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