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Recensione: "NON HO BISOGNO DI TE" di J.H. Knight.

Creato il 17 settembre 2015 da Blog

Recensione:
Traduttore: Chiara MessinaGenere: MM Editore: Triskell EditoreCollana: World / Rainbow
Pagine:
246Prezzo: € 5,99 Uscita:  11 settembre 2015


Sinossi:Tommy O’Shea sta crescendo i suoi sette fratelli minori senza l’aiuto del padre e della matrigna tossicodipendenti. Da quando aveva quindici anni è riuscito a dare loro di che sfamarsi e a non farli finire di nuovo in affidamento, ma questo richiede sino all’ultima briciola della sua energia. L’ultima cosa di cui ha bisogno è una storia d’amore che complichi ulteriormente la sua vita.La recluta Bobby McAlister non ha nulla a che spartire con la realtà squallida e crudele in cui è cresciuto Tommy, eppure il ragazzo non riesce a toglierselo di torno. Man mano che la loro improbabile amicizia si trasforma in una relazione incerta, i due cominciano ad affrontare le quotidiane tempeste dell’esistenza di Tommy con molte risate e più di qualche accesa discussione.Tommy non è abituato a contare sugli altri e non ha mai chiesto aiuto in vita sua, ma quando una tragedia si abbatterà sulla sua famiglia, mettendo a rischio tutto quello per cui lui e i suoi fratelli hanno lottato, il giovane sarà costretto a imparare a fare entrambe le cose per riprendersi dal duro colpo subito.


Recensione:  Recensione:
La vita è dura, durissima, per la famiglia O’Shea: due genitori alcolisti e tossici, otto figli che si barcamenano giorno dopo giorno per sopravvivere e restare uniti sotto lo spettro dei servizi sociali e dell’affido. Tommy, 22 anni, è il capofamiglia ormai da tempo. Lui e i suoi fratelli lavorano, fanno piccoli furti, spacciano un po’ d’erba, tutto per restare uniti. Occhio non vede, cuore non duole. La prima regola, infatti, è volare basso, essere invisibili. Farsi notare vuol dire attirare lo sguardo dello Stato che, con la sua macchina burocratica, spesso fa solo più danni. Questo è l’argomento principale del libro: la famiglia. La storia d’amore che si sviluppa tra Tommy e il poliziotto buono Bobby scorre apparentemente in modo parallelo alla trama principale, fino ad una brusca svolta che fa cozzare i due argomenti, li amalgama e finisce con il portare a galla le paure, i dubbi l’orgoglio ferito di un ragazzo cresciuto troppo in fretta, senza un supporto, con troppe responsabilità, con la visione di una vita senza gioie, senza spensieratezza. Il suo futuro? Vedere realizzati i suoi fratelli, vederli finalmente adulti. Il trauma della separazione aleggia su questa famiglia. I ragazzi lo hanno già vissuto e riuscire a riunirsi è stato un processo lento e faticoso, nessuno lo vuole ripetere. Senza adulti come figure di riferimento positive, Tommy non si fida di nessuno e, per quanto sia attratto da Bobby, la frase che ripete più spesso al bel poliziotto è “non ho bisogno di te”. Solo la tenacia di Bobby gli permette di ignorare questo atteggiamento, riuscendo a fare parte di questa famiglia, spesso portando un apporto decisivo. Altrettanto decisa e assolutamente necessaria per i piccoli diventa in seguito la madre di Bobby. Unica figura femminile positiva di tutto il romanzo, diviene la chioccia per tutti questi pulcini ma non per Tommy. Tommy non si fida, Tommy ha paura, Tommy è orgoglioso, Tommy alla fine vede materializzarsi tutte le sue paure e non sa come reagire, in fondo anche lui è ancora un ragazzo. Se al panico uniamo quella sua innata sfiducia nei confronti del mondo, manca pochissimo che mandi tutto a rotoli con la giusta soluzione dietro l’angolo. Tutti gli stati d’animo sono evidenziati, ogni ragionamento è limpido. I lettori riescono a essere perfettamente in sintonia con i personaggi, ne colgono le più piccole sfumature, l’empatia è molto forte. Si sente la paura, la quasi certezza che l’alcolismo, la violenza, non potranno mai lasciare questa famiglia segnata da un DNA malriuscito; si sente la speranza che alcuni dei personaggi provano, si sente alla fine nascere e crescere la fiducia, si vede un futuro.Questo libro è l’esempio di quanto siano cambiati i libri M/M in questi ultimi mesi. Le case editrici ci offrono più solo storie romance ma storie che affondano le radici nella realtà, nel sociale. A questo punto che i protagonisti siano etero, gay, lesbo è indifferente, il libro si legge per altro.
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